ÈIDOS (τὸ εἶδος)
Le varie forme del discorso: giudiziario, deliberativo, apologetico, encomiativo, ecc. (Arist., Rhet., iii, 7). In retorica generalmente è scambiato il termine con idea-stile, in greco tròpos, charaktèr, poiòtes; pertanto il binomio èidos-idea è quel dato stile, quella data qualità o aspetto della espressione letteraria, connessa ad un determinato personaggio, o a un determinato scopo, o a una determinata materia. Nelle arti figurate ambedue i termini ricorrono frequentemente senza distinzione sempre precisa. Seneca (Ep., 58) chiama idea l'esemplare esistente in natura - il volto di Virgilio, nel caso specifico - la cui immagine o ritratto, dipinto dall'artista, è un èidos; alterum exemplar est, alterum forma ab exemplari sumpta et operi imposita. La statua marmorea ha un aspetto e questo è èidos, il modello ha il suo aspetto, e questo è l'idea; èidos in opere est, idea extra opus. Èidos è pertanto l'immagine obbiettivata e concretata nella materia di un'altra immagine più pura, talvolta completamente fantastica (come lo Zeus di Fidia), talaltra soltanto creazione della natura nel fenomeno "individuo". E questa immagine secondaria, che Seneca chiama èidos, in arte è detta comunemente èidolon, che è, prima, l'immagine di una persona o oggetto riflessa dallo specchio o dall'acqua, poi la statua o il ritratto.