el BAGAWAT
El B. è la necropoli dell'antica città di Kharga, nell'oasi el-Kharga nel Deserto Libico, di una certa importanza perché situata sulla pista carovaniera fra Assiout ed il Sudan. La parte archeologicamente nota e probabilmente più importante della necropoli comprende più di 260 mausolei sparsi su un tratto del deserto che misura circa 500 m in direzione NS e circa 200 in direzione EO. Questa parte pare sia stata ininterrottamente in uso dal I al VI o VII sec. d. C., ciò che corrisponde al fiorire della cittadina nel periodo romano e bizantino. Il cristianesimo a Kharga trova documentazione a partire dal III sec., mentre nel millennio dal IV al XIV sec. la città fu sede di un vescovato copto.
Al centro della necropoli si alza una chiesa sepolcrale, attribuita al V sec., con la classica forma copta chiusa, a tre navate con gallerie e senza abside. Essa è insolitamente circondata da un periptero di colonne murate, in origine probabilmente portanti un tetto, in modo da formare un nartece-ambulacro.
Una delle caratteristiche più interessanti della necropoli sta nel fatto che nei primi secoli della sua esistenza essa fu utilizzata simultaneamente da cristiani e non-cristiani. Né architettonicamente né per ciò che concerne il tipo di sepoltura si può distingnere un sepolcro dall'altro. Solo le iscrizioni e le pitture indicano se un mausoleo è di origine pagana o cristiana. Certamente, qualche edificio fu anche usato prima da segnaci dell'uno, poi da seguaci dell'altro credo. Questo stato di cose corrisponde probabilmente a ciò che si verificava anche altrove nel mondo paleocristiano, per esempio a Roma, risolvendo il dubbio di dove venivano sepolti i cristiani prima della creazione, intorno al 200 e nel corso del III sec., di cimiteri esclusivamente cristiani.
Ad eccezione delle travi in legno e pietra, le cappelle funerarie di el B. sono costruite uniformemente ed esclusivamente in mattoni crudi. Le tombe sono orientate verso NS o verso EO con l'ingresso da S, da E o da O, mai da N. Due sono i tipi fondamentali di costruzione. Il primo è molto semplice a pianta quadrata o rettangolare e con tetto a terrazzo portato da travi in legno. L'altro tipo è a pianta quadrata, coperta da una cupola a vela. Del primo tipo sono rimaste un po' più di cento tombe, del secondo un po' meno. Gli altri mausolei sono varianti o combinazioni di questi due tipi, salvo un numero limitato di mausolei circolari, o rettangolari con vòlta a botte, nonché cinque strutture più grandi composte dì più vani, in parte coperti da vòlte o da tetto. Nelle strutture con vòlta a botte la tomba si trova in un pianterreno a forma di podio; in tutti gli altri il definito si trova in camere scavate nella roccia sotto l'edificio.
In un numero limitato di cappelle si trovano absidi di differente tipo, o sporgenti o nascoste nell'interno. Di particolare interesse, poi, sono due o tre cappelle in cui l'abside è sostituita da una struttura circolare a cupola o, in un caso, da una struttura ottagonale. Pare si tratti di riduzioni provinciali dei martyria costantiniani di Gerusalemme e di Betlemme; oppure, in caso questi mausolei si rivelassero di epoca precostantiniana, essi potrebbero essere riflessi dell'architettura sepolcrale romana, che servì da modello ai martyria cristiani di epoca costantiniana.
Le cappelle sono chiuse, a forma di blocco, con muri esterni inclinati, e tirati alti a nascondere tutto tranne la cima delle cupole e delle vòlte. Questo carattere tipicamente egiziano viene sottolineato da alcuni particolari, come cornicioni, porte, finestre e colonne, derivati dall'architettura egiziana di epoca tolemaica ed imperiale. Anche le vòlte a botte sono di tradizione egiziana; la cupola a vela, d'altronde, è una struttura importata da Alessandria e tradotta in tecnica locale. Ispirati dall'architettura sepolcrale alessandrina sono anche gli elementi decorativi più tipici delle pareti esterne ed interne di queste cappelle, cioè l'uso di uno o due ordini di pilastri parietali, di nicchie incorniciate da colonnette o pilastrini portanti archi e, soprattutto, le arcate cieche, che si trovano in più della metà delle costruzioni.
In un certo numero di mausolei sono conservati avanzi di pitture sia all'esterno che all'interno. Resti importanti di pittura parietale rimangono in due mausolei, ambedue a pianta quadrata con cupola (Fakhry, mausoleo n. 30, "dell'Esodo", e n. 80, "della Pace"). Sono predominanti scene e personaggi del Vecchio Testamento (l'Esodo, Adamo ed Eva, l'Arca di Noè, Daniele nella fossa dei leoni, i tre ebrei nella fornace, il Martirio di Isaia, episodî della storia di Giona, Giobbe, Rebecca ed Eliezer, Giacobbe, Susanna, Geremia di fronte al tempio di Gerusalemme, Sette Vergini in processione verso un tempio, Abramo ed Isacco, Sara) anche se figure cristiane non mancano (Maria, il martirio di S. Tecla, S. Tecla e S. Paolo) e sono presenti rappresentazioni e personificazioni simboliche (Gerusalemme celeste, il pastore con cinque agnelli, due uomini con cammelli, la Pace, la Preghiera, la Giustizia). Il significato funerario del programma iconografico nell'insieme è chiaro e queste decorazioni, databili intorno al IV-V sec., si possono considerare corrispondenti orientali-cristiani della pittura delle catacombe romane.
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