KAB, el
Città nell'Alto Egitto, ebbe importanza politico-religiosa soprattutto in epoca pre- e protodinastica. Vi si adorava la dea Nekhbet, identificata in epoca greca con Eileithyia (dal che il nome greco di Eileithyiaspolis della città). Le rovine sono cinte da un muraglione di mattoni crudi, che risale probabilmente al Medio Regno (alto m 9, largo m 11; lati m 540 × 570). La tecnica di costruzione è quella normalmente in uso per i muri di mattoni in Egitto, a letti ondulati che si appoggiano gli uni agli altri. Presso la città si leva un tempietto di Amenophis III, che originariamente constava di un semplice quadrilatero con una nicchia sul fondo e il cui tetto era sostenuto da quattro pilastri poligonali (colonne "protodoriche" a 16 facce) sulla cui faccia centrale è applicata una protome hathorica. È un esempio, con i tempietti di Elefantina (v.), di uno stile architettonico assai semplice e nitido, caro agli architetti del tempo. In epoca tolemaica il tempietto fu fornito di un pronao a colonne riunite in basso da cortine in muratura, oggi assai danneggiate. La necropoli rupestre ha tombe dell'inizio della XVIII dinastia, con decorazioni pittoriche. Una di queste tombe è stata adattata a spèos in epoca tolemaica (Tolomeo IX e X).
Bibl.: I. I. Tylor, Wall Drawings and Monuments of el Kab, 4 voll., Londra 1895-1900; S. Clarke, El Kab and its Temples, in Journ. of Eg. Arch., VIII, 1922, pp. 16-40; J. Capart, Les fouilles d'el Kab, in Chron. d'Ég., XII, 1937-8, pp. 132-146.