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KEF, El

di A. Paribeni - Enciclopedia dell' Arte Medievale (1996)
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KEF, El

A. Paribeni

(lat. Sicca Veneria; arabo classico al-Kāf)

Centro della Tunisia, a km. 170 a S-O della capitale, disposto sulle propaggini sudoccidentali del Dir el-Kef, non distante dagli uadi Mellégue e Tessa.Noto in Antico sotto varie denominazioni - tra le quali Sicca Veneria è quella più frequentemente attestata -, rinomato centro di culto connesso a Venere, K. fu una ricca colonia romana della Numidia proconsolare ancora fiorente in età tardoantica, come dimostrano i dati epigrafici relativi a varie committenze urbanistiche di carattere profano o ancora dichiaratamente pagano. Con la diffusione della religione cristiana K. mantenne un ruolo di rilievo: città natale del polemista cristiano Arnobio il Vecchio (m. nel 327 ca.), divenne sede episcopale a partire almeno dalla metà del sec. 3° e suoi vescovi sono attestati in modo saltuario fino alla metà del sec. 7°, poco dopo l'invasione islamica, che segnò anche la fine dello sviluppo urbanistico della città. Gli scavi e i rilevamenti compiuti dalle forze di occupazione francesi di stanza nella regione durante la seconda metà dell'Ottocento costituiscono una fondamentale documentazione per la conoscenza dei principali monumenti di el Kef.Il più significativo monumento di K., anche per il suo eccezionale stato di conservazione, è senz'altro la chiesa di Dār el-Kous: l'edificio, di pianta basilicale a tre navate, divise da due file di sette colonne binate e interamente decorate da mosaici a motivi geometrici, possiede ancora intatta buona parte dell'elevato delle mura perimetrali e la copertura voltata del nartece entro cui, alla fine dell'Ottocento, fu creata una chiesa moderna. Liberata recentemente dalle superfetazioni moderne e nuovamente sottoposta a rilievo, la chiesa di Dār el-Kous ha attirato l'attenzione degli studiosi per la particolare decorazione dell'abside, con nicchie inquadrate da colonnine e mensole inglobate nel paramento murario del catino, da cui partono costolature convergenti verso la chiave di volta. Questo dispositivo, insieme alla copertura a crociera delle navate laterali e ad alcune particolarità nella lavorazione dei blocchi, costituisce il tratto distintivo di maestranze specializzate attive nella seconda metà del sec. 6°, coordinate forse da un unico architetto, il cui operato, riconoscibile nella chiesa II della cittadella di Ammaedara (od. Haïdra) e in un battistero a Tabarka, influì anche nella costruzione di altre chiese (Duval, 1971, pp. 160-166; 1986) in Tunisia (Ksar el-Ahmar) e Algeria (Matifou).Di notevole interesse architettonico è anche la Grande moschea (Jam'a al-Kabīr) realizzata nel sec. 8° entro un edificio bizantino, con pianta a croce inscritta, braccio settentrionale a terminazione absidale e quattro ambienti angolari, ritenuto, con qualche dubbio (Duval, Duval, 1972), un esemplare dei c.d. monuments à auges, assai diffusi nella zona, le cui origini e funzione sono ancora discusse (Duval, Duval, 1972; Duval, 1985). L'edificio, forse opera del medesimo architetto della Dār el-Kous, è preceduto da una corte porticata con colonne binate e sorse a sua volta sopra una domus o un complesso termale di cui si conservano i mosaici (Duval, 1993).A parte una cappella ricavata nel frigidarium delle grandi terme (Bejaoui, 1989) e i resti di mura in cui si può forse scorgere una traccia della cinta giustinianea ricordata da Procopio di Cesarea (De Aed., VI, 7, 10; Pringle, 1981), l'ultimo monumento di un certo interesse di K. è la chiesa extraurbana di Ksar el-Goul, costruita con i materiali della necropoli pagana, di cui già alla fine dell'Ottocento si conservavano solo resti dell'abside e le fondazioni di due muri principali.

Bibl.: A. Berbrugger, Itinéraires archéologiques en Tunisie, Revue africaine 1, 1856, pp. 266-280: 271-278; E. Esperandieu, Notes sur quelques basiliques chrétiennes de Tunisie, Bulletin archéologique du Comité de travaux historiques et scientifiques 3, 1884, pp. 158-160; H. Saladin, Rapport adressé à M. le Ministre de l'Instruction Publique sur la mission accomplie en Tunisie en octobre-novembre 1885, Nouvelles archives des missions scientifiques et littéraires 2, 1892, pp. 377-561: 556-559; C. Denis, Note sur une basilique chrétienne du Kef, Bulletin archéologique du Comité de travaux historiques et scientifiques 12, 1893, pp. 144-145; A. Giudicelli, Fouilles pratiquées dans la basilique de Dar el-Kous, Tunis 1897; P. Gaukler, Basiliques chrétiennes de Tunisie (1892-1904), Paris 1913, tavv. V-VII; H. Leclercq, s.v. Kef (El), in DACL, VIII, 1928, coll. 689-701; G.C. Picard, Civitas Mactaritana, Karthago 8, 1957, pp. 3-156: 140; N. Duval, Les églises d'Haïdra III. L'église de la citadelle et l'architecture byzantine en Afrique, CRAI, 1971, pp. 136-166; N. Duval, Y. Duval, Fausses basiliques (et faux martyrs): quelques "bâtiments à auges" d'Afrique, MEFRA 84, 1972, pp. 675-719: 694; D. Pringle, The Defence of Byzantine Africa from Justinian to the Arab Conquest (BAR. International Series, 99), Oxford 1981, I, pp. 226-227; N. Duval, Une hypothèse (presque) nouvelle sur les "Monuments à auges" d'Afrique du Nord, BMon 143, 1985, pp. 168-171; id., Une curieuse basilique du centre de la Tunisie à Ksar el Ahmar près de Djilma, in Studien zur spätantiken und byzantinischen Kunst Friedrich Wilhelm Deichmann gewidmet, a cura di O. Feld, U. Peschlow (Römisch-Germanisches Zentralmuseum. Monographien, 10), Bonn 1986, I, pp. 155-161; F. Bejaoui, Découvertes d'archéologie chrétienne en Tunisie, "Actes du XIe Congrès international d' archéologie chrétienne, Lyon e altrove 1986" (CEFR, 123), Città del Vaticano 1989, II, pp. 1927-1960: 1954-1955; N. Duval, F. Baratte, J.C. Golvin, Les églises d'Haïdra VI: la basilique des martyrs de la persécution de Dioclétien. Bilan de la campagne 1983, CRAI 1989, pp. 128-173; N. Duval, Vingt ans des recherches archéologiques sur l'Antiquité tardive en Afrique du Nord, 1975-1993, Revue des études anciennes 95, 1993, pp. 583-640: 629-630; F. Baratte, N. Duval, J.C. Golvin, Recherches archéologiques à Haïdra III (in corso di stampa).A. Paribeni

Vedi anche
Arnòbio di Sicca Arnòbio di Sicca (o il Vecchio). - Apologista cristiano (m. 327 circa), vissuto a Sicca Veneria (od. el-Kef) nell'Africa proconsolare. Retore pagano e maestro di Lattanzio, si sarebbe convertito in tarda età, secondo s. Girolamo, offrendo al vescovo, quale prova del completo suo mutamento, i sette libri ... Bulla Regia (arabo Ḥammām Darrajĭ) Antico centro della Tunisia settentrionale. La città di origine indigena, fu, nel quadro della nuova provincia romana di Africa Nova, oppidum liberum (città non tributaria), poi municipio e infine, sotto Adriano, colonia (Colonia Aelia Hadriana Augusta Bulla Regia). Fortificata ... santo Zòsimo papa Zòsimo papa, santo. - Greco (m. 418), successore di Innocenzo I (417). Favorì dapprima Pelagio e Celestio, nonostante l'opposizione dei vescovi africani, salvo poi mutare atteggiamento. Provocò rimostranze da parte dei vescovi della Gallia col concedere favori inusati alla sede di Arles retta dal suo ... Gaio Màrio Màrio, Gaio (lat. C. Marius). - Generale e uomo politico romano (Arpino 157 a. C. - Roma 86 a. C.); di famiglia contadina, riuscì con l'appoggio dei Cecilî Metelli a farsi strada; tribuno militare, questore, tribuno della plebe (119), pretore (116), ebbe occasione di distinguersi soprattutto nella guerra ...
Categorie
  • ARCHITETTURA E URBANISTICA in Arti visive
Tag
  • PROCOPIO DI CESAREA
  • CITTÀ DEL VATICANO
  • COPERTURA VOLTATA
  • FRIGIDARIUM
  • BATTISTERO
Altri risultati per KEF, El
  • SICCA Veneria
    Enciclopedia Italiana (1936)
    (Sicca Veneria) Pietro Romanelli Città dell'Africa proconsolare, nel sito dell'odierna el Kef in Tunisia. Centro indigeno, posto sul pendio ripido di un colle, in mezzo ad ampie pianure e all'incrocio di varie strade, era alla metà del sec. III a. C. in possesso dei Cartaginesi, che vi concentrarono ...
Vocabolario
kefir
kefir kèfir (o kefìr; anche chèfir o chefìr) s. m. [voce russa di origine caucasica; cfr. fr. kéfir o képhyr, ingl. kefir o kephir]. – Bevanda spumosa, cremosa e leggermente alcolica ottenuta per fermentazione lattico-butirrica del latte...
él²
el2 él2 pron. pers. m. sing. – Forma accorciata di ello «egli», frequente nella lingua ant. e in uso in alcuni dialetti: Ed el sen gì, come venne, veloce (Dante); se avvenisse che el morisse (Boccaccio).
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