ELAIOPATIA (dal gr. ἔλαιον "olio" e πάϑος "affezione")
Con questo termine furono chiamate da C. Biondi alcune caratteristiche lesioni del tessuto connettivo, da lui attribuite all'introduzione in esso di olî vegetali (in particolare quello dei semi dell'Euphorbia lathyris). In seguito però s'è potuto stabilire che le forme morbose in parola sono dovute all'olio di vaselina, onde il nome di vaselinomi, col quale vengono generalmente indicate. Non è però da escludere totalmente che anche olî vegetali (mandorle) non possano, in qualche caso, esserne la causa. L'introduzione nel connettivo, quasi esclusivamente sottocutaneo, dell'olio di vaselina è dovuta a iniezioni eseguite a scopo terapeutico, quando esso rappresenti il veicolo di qualche medicamento (canfora), o al proposito criminoso di provocare una malattia (autolesionismo). Non essendo assorbito, l'olio di vaselina rimane indefinitamente nel tessuto, dove dà origine a una reazione flogistica cronica che finisce col produrre tumori, talora molto voluminosi, ad accrescimento lento e progressivo, dolorosi, soggetti a crisi d'infiammazione acuta. Queste masse sono formate da un connettivo fibroso (donde i nomi di oleofibrosi e di oleoconnettivomi), contenente numerosissime lacune o cavità, di varia grandezza, piene d'olio. Il tessuto è ricco d'elementi fibroblastici, istiocitarî e giganti, i quali contengono anch'essi goccioline d'olio. Alla migrazione di tali cellule è attribuita la formazione di metastasi linfatiche osservata in qualche caso. Che l'olio di vaselina, come la paraffina, possa dar luogo alla formazione di veri e proprî neoplasmi (a tipo sarcomatoso) non è ammesso dalla maggioranza degli studiosi. Per la diagnosi microscopica dei vaselinomi, ha importanza il fatto che l'olio di vaselina essendo composto d'idrocarburi saturi, a contatto con l'acido osmico non presenta l'annerimento caratteristico degl'idrocarburi non saturi dei grassi organici, mentre viene colorato in rosso dal sudan III. La cura dei vaselinomi, quando essi provochino serî disturbi, consiste nell'asportazione, la quale dev'essere completa per non lasciare adito a recidive.