DI LAZZARO, Eldo
Nacque a Trapani il 21 febbr. 1902, da Gaetano e Adelaide Doglio, e trascorse la sua infanzia a Trivento nel Molise. Apprese a suonare il pianoforte dal padre, un ufficiale dell'esercito, appassionato di musica e buon pianista. Ancora giovanissimo, si recò a Napoli per introdursi nel mondo della musica leggera; lì incontrò Ernesto Tagliaferri, il quale lo presentò all'impresario di un piccolo teatro, dove il D. poté incominciare la sua attività come pianista e compositore. Nacquero in quel periodo le prime canzoni scritte in dialetto napoletano: Canta Santa Lucia (1921), Acqua Mmoca! (1921), Vase perdute (1922), Napulitana (1931) e Canzuncella doce, doce, che, però, rimasero quasi sconosciute. Dopo questa parentesi napoletana, il D. ritornò in Abruzzo e completò gli studi di pianoforte, iniziando, nello stesso tempo, a comporre musiche per spettacoli di rivista, colonne sonore e un gran numero di canzoni di carattere popolare.
Nel 1932 si recò a Milano, dove conobbe l'editore C. A. Bixio, che pubblicò Campane su testo di B. Cherubini, canzone che lo fece conoscere al grande pubblico. Nello stesso anno compose Tamàtia (o Natale) di cui scrisse anche i versi. A partire da questo momento il compositore apri a Milano uno studio che divenne un vivace punto d'incontro dei più noti autori di canzoni e musica leggera, come Bixio, V. Mascheroni, G. D'Anzi, D. Olivieri; le canzoni composte in questi anni, tutte pubblicate a Milano, ebbero tale risonanza che riscossero anche un successo internazionale e furono interpretate da celebri cantanti.
Nel 1934 il D. sposò Fulvia Donati, che faceva parte della compagnia "Poker d'assi" dei fratelli De Rege. Nel 1935 compose Chitarra romana, su testo da lui stesso scritto, insieme con C. Bruno. Edita dalla Melodi di Milano, questa canzone ha fatto il giro del mondo; è stata anche inserita in alcuni film, quali Nella città l'inferno e Ragazzo di borgata. Fra il 1935 e il 1940 seguirono motivi legati ai ritmi ed ai temi in voga in quegli anni; erano canzoni di evasione che piacquero al pubblico per la vena brillante e per la vivacità dell'invenzione, melodica.
Il tema preferito dal compositore era la campagna, ma di natura diversa furono due canzoni edite dalla Melodi a Milano: Carovane del Tigrai, scritta nel dicembre 1935 su testo di P. Mendes, un ritmo allegro moderato, inserito in seguito ne Le Italiane e l'amore, e l'esotico tango Sul lago Tana, scritto nel 1936 su musica e testo dello stesso D., un omaggio del compositore alla conquista italiana dell'Abissinia; sempre del 1936 è Il valzer della fisarmonica (Veronica), su versi di C. Bruno. Il 1937 e il 1938 furono rispettivamente gli anni in cui il D. scrisse due delle sue più note canzoni: La Romanina, su testo di R. e G. Micheli, un valzer brillante, lanciato in occasione di uno spettacolo al teatro Principe di Roma, e Reginella campagnola (dicembre 1938). Il motivo, noto pure come Reginella, fu scritto su testo dello stesso D. in collaborazione con C. Bruno (Milano 1938) e divenne noto anche fuori d'Italia: nel 1940 negli Stati Uniti fu inciso col titolo The woodpecker song (testo inglese di H. Adamson) dall'orchestra di Glenn Miller. Senipre del 1938 sono La signorina della Quinta strada, un fox-trot su versi di N. Rastelli, e Sbarazzina, su versi di C. Bruno ed E. Frati.
Seguirono Pastorella abruzzese (1939), una samba dal film La zia smemorata su testo di C. Bruno, Siciliana bruna (1939), ancora su testo di Bruno, Ti bacerò stasera (1939), di cui il D. scrisse anche le parole. Dell'aprile 1939 è un altro successo internazionale: La piccinina, nota anche col titolo Toi que mon coeur appelle o Ferryboat serenade, uno dei primi ritmi sincopati italiani, scritto su testo di M. Panzeri. In quegli anni il D. iniziò una stretta collaborazione con il paroliere Astro Mari, che fece registrare un altro buon numero di canzoni di successo, fra cui: Mentre suonavi Chopin (1940), Passione (1940), inserita nel film È sbarcato un marinaio, di P. Ballerini (1941), Piccola santa (1941), il Valzer della fortuna (1940). Sempre d'ispirazione campagnola, nacque nel 1941 Rosabella del Molise, su testo composto dal D. insieme con Giampa, pseudonimo di Gian Nicola Palmieri, interpretata da E. Bonino e S. Fioresi, edita dallo stesso D. che in quell'epoca aveva fondato una sua casa di ediziom musicali a Milano nella Galleria del Corso.
Si ricordano ancora canzoni che vennero inserite in alcuni film come: il Valzer del buon umore (1941), su testo di Dôle, dal film Scampolo, di N. Malasomma, La canzone dell'usignolo (1941), su versi di C. Bruno, inserita poi nel film Il diavolo va in collegio, di S. Boyer (1943) entrambe cantate dall'attrice-cantante Lilia Silvi, Miliardi che follia! (1942) dal film omonimo di G. Brignone, Piccola Mimi e Cavallino, corri e va... (1942), nota con il titolo originale di Cavallino spagnolo (1940), su testo di C. Bruno, sempre dal film Miliardi, che follia! di G. Brignone, interpretate tutte dal tenore G. Lugo. Seguirono nel 1944 Il pianino di Napoli, un valzer su testo di T. Manlio; 'Na vota ca' sci!... 'Na vota ca' no!... (1946), il cui testo fu scritto dallo stesso compositore, mentre la musica nacque in collaborazione con A. De Caesaris; Il valzer di signorinella (1947) e semplicemente Signorinella (testo del D. e A. Mari), La moglièra, su testo del D. e C. Vinci; Jurnata triste, del marzo 1951, in dialetto napoletano su testo del D. e di C. Vinci, lanciata da R. Murolo; Melodie al chiaro di luna (1952), su testo di Dôle. Nel gennaio 1953 il D. partecipò alla terza edizione del festival di Sanremo, presentando una sua canzone scritta in collaborazione con D. Valentini, dal titolo Il passerotto (Lu passarielle), che entrò fra le canzoni finaliste e divenne un successo internazionale. Negli anni 1956 e 1959 sempre al festival sanremese presentò rispettivamente Io ti porto nel mio cuore, su testo di G. Testoni, e Ti chiamerò Marina, su testo di Vinci-Dôle e suo e nel 1962 una canzone scritta in collaborazione con B. Cherubini, dal titolo Pesca tu che pesco anch'io, venne presentata al festival di San Remo, senza grande successo.
Compositore versatile e particolarmente prolifico, il D. è considerato uno dei rappresentanti più genuini della canzone "all'italiana" fiorita tra il 1935 e il 1950; dotato di facile vena melodica, seppe assecondare i gusti del pubblico, mostrando di sapersi adeguare agli stili più diversi. Nella sua quasi trentennale carriera scrisse oltre duecento canzoni, riportando un successo straordinario anche sul piano della programmazione radiofonica e discografica; molte sue canzoni sono tuttora eseguite e utilizzate anche come sigle di programmi televisivi e radiofonici.
Morì a Milano il 29 nov. 1968.
Per le date delle canzoni, si vedano i bollettini (testi e musica) depositati volta per volta presso la S.I.A.E. dal compositore. I testi e la musica delle canzoni, oltre alle varie edizioni, si trovano nell'album Ricordate i miei motivi? Successi popolari 1925-1960, Milano 1960.
Fonti e Bibl.: Necr. in Il Tempo, 1° dic. 1968; Corriere della sera, 1° dic. 1968; Boll. della Soc. ital. d. autori ed editori (SIAE), nov-dic. 1968, p. 289. Materiale documentario con catalogo discografico, in Canzoniere della radio, Roma-Foligno, luglio 1951, n. 175, p. 25; maggio 1952, n. 185, p. 25; E. De Mura, La grande evasione -Storia del festival di Sanremo, Milano 1980, p. 116; La canzone italiana, I, Milano 1982, p. 185; G. Borgna, Storia della canzone italiana, Bari 1985, pp. 82, 86 s., 89, 92, 292; E. De Mura, Encicl. della canzone napoletana, I, Napoli 1969, pp. 14, 45, 52, 104, 116, 264; Enc. d. Musica Rizzoli-Ricordi, II, p. 292.