ELENA Augusta
Figlia di Costantino Magno, nata probabilmente intorno al 325, cioè non molto prima della morte di Fausta sua madre. Era minore della sorella Costantina che il padre diede in isposa ad Annibaliano conferendole inoltre il titolo regale. Dopo la morte di Costantino, E. passò sotto la tutela del fratello, l'imperatore Costanzo, che nel novembre del 355, fatto proclamare Cesare Giuliano, gli concesse in moglie la sorella. Subito Giuliano e sua moglie dovettero partire per le Gallie. Presto cominciano le gelosie e le invidie dell'imperatrice Eusebia che sembra proteggesse Giuliano per motivi non disinteressati e che ora s'indignava nel sapere notizie della gravidanza di Elena, mentre essa era condannata alla sterilità. Il primo figlio di Elena nato nelle Gallie (nel 356) fu soppresso dalla levatrice. Più tardi, andata a Roma (nella primavera del 357) con il fratello Costanzo ed Eusebia, le fu propinato dall'imperatrice un veleno che interruppe la seconda gravidanza provocando l'aborto.
Insidiata in tal modo nel fisico e nel morale E. non poteva vivere a lungo. L'ultima sua gioia fu la proclamazione di suo marito ad Augusto (360). Sulla fine di quest'anno, o agl'inizî del 361, E. morì e si favoleggiò più tardi di un intervento criminoso di Eusebia. Ma l'imperatrice doveva essere già morta. Vi fu persino fra i contemporanei chi osò parlare di una complicità dello stesso Giuliano. Ammiano Marcellino tace in proposito, e riferisce soltanto che il corpo di E. fu mandato a seppellire nel suburbano della via Nomentana: ubi uxor quoque Galli, quondam soror eius, sepulta est Constantia (Hist., XXI, 1, 5). Oggi l'unico ricordo dell'infelice Augusta, portante il glorioso nome dell'ava, è il ricco sarcofago porfireo ove fu sepolta con la sorella. Questo si trovava nel mausoleo vicino alla basilica di S. Agnese sulla Nomentana (mausoleo di S. Costanza) ed ora sta nella sala a croce greca dei Musei vaticani. Il mosaico che una volta tappezzava le pareti del lucernario sopra quel sarcofago aveva la figurazione della Gerusalemme celeste, con in mezzo l'Agnello mistico. Ugonio, sulla fine del sec. XVI, vi distinse ancora due figurette femminili che senza dubbio riproducevano le due sorelle.
Bibl.: G. Negri, L'imperatore Giuliano l'Apostata, Milano 1901, p. 48 segg.; F. Savio, Costantina figlia di Costantino Magno e la basilica di S. Agnese in Roma, in Atti della R. Accademia delle scienze di Torino, XLII (1906-1907); Seeck, Helena, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., VII, coll. 2822-2823; C. Cecchelli, S. Agnese fuori le Mura e S. Costanza (Le chiese di Roma illustrate, n. 10), Roma 1924, pp. 21 segg., 54 segg.