ELETTRODIAGNOSTICA
. Esame delle reazioni che i nervi e i muscoli presentano quando siano stimolati per mezzo di correntì faradiche e galvaniche.
Si procede all'esame elettrodiagnostico per mezzo: 1. di una batteria di pile o d'accumulatori che fornisce corrente galvanica graduabile mediante un collettore d'elementi e un reostato munito d'un invertitore e d'un milliamperometro; 2. di una slitta d'induzione (slitta di Dubois-Reymond) che fornisce corrente faradica. Usandosi il metodo monopolare, i due poli della corrente sono collegati per mezzo di fili con due elettrodi; uno indifferente costituito da una larga piastra metallica fasciata di feltro e imbevuta d'acqua salina calda; l'altro, eccitatore o attivo, costituito da un bottone metallico fasciato di feltro bene imbevuto come sopra e munito d'un manico isolante interruttore. Fissato a perfetta adesione cutanea l'elettrodo indifferente sulla regione sternale o dorsale alta o sacrale, si stimolano con l'elettrodo attivo i nervi nel loro decorso più superficiale e i muscoli nei cosiddetti punti motori o d'eccitamento, cioè in quei punti in cui lo stimolo elettrico produce la reazione massima.
Applicando su un muscolo o su un nervo sano la corrente faradica quando questa raggiunge una certa intensità, s'ottiene una contrazione muscolare tetanica che dura tutto il tempo in cui si lascia passare la corrente. Applicando la corrente galvanica si ottiene una contrazione pronta che non dura per tutto il tempo del passaggio della corrente ma si produce soltanto quando si chiude il circuito e quando s'apre. Essendo quindi due i poli con cui si può eccitare, si possono provocare quattro contrazioni: due al polo positivo (anodo) e due al polo negativo (catodo). Per provocare queste quattro contrazioni occorrono però intensità di corrente diverse; e precisamente minima per le contrazioni di chiusura al catodo, maggiore per le contrazioni di chiusura all'anodo, maggiore ancora per la contrazione d'apertura all'anodo e ancora maggiore per la contrazione di apertura al catodo. Questo comportamento s'esprime con la formula seguente: Co C K〈Co C An〈Co A An〈Co A K. E tale è il normale comportamento delle reazioni elettriche. Quando però intervengono cause patologiche, si possono avere alterazioni della qualità delle contrazioni (miastenia e miotonia) o della quantità (ipereccitabilità quando occorre un'intensità di corrente minore della norma per ottenere la contrazione; ipereccitabilità quando occorre un'intensità di corrente maggiore) o, infine, alterazioni quantitative e qualitative costituenti la cosiddetta reazione degenerativa (R. D.). Questa è caratterizzata da: abolizione dell'eccitabilità faradica e galvanica dei nervi; abolizione dell'eccitabilità faradica e diminuzione dell'eccitabilità galvanica dei muscoli; inversione della formula normale di contrazione dei muscoli alla corrente galvanica. Nervi e muscoli possono essere infine assolutamente ineccitabili; tuttavia quando sul muscolo non si ottiene la contrazione sul punto d'eccitazione è talvolta ancora possibile ottenerla eccitando il tendine: questa si chiama reazione a distanza di Ghilarducci (v. anche cronassia).