elettrofisiologia
Branca della fisiologia che studia tanto i fenomeni che sono provocati nell’organismo animale dall’applicazione di un potenziale elettrico, quanto le manifestazioni elettriche che si svolgono nell’organismo vivente, indipendentemente da ogni azione elettrica esterna, ovvero la particolare capacità di cellule eccitabili elettrogeniche di subire cambiamenti del loro stato elettrico in risposta a stimoli appropriati.
Tutte le attività degli organismi sono accompagnate dalla produzione di debolissime correnti elettriche. Il complesso dei fenomeni elettrici che si verificano all’interno dei tessuti viventi è conseguente alla particolare proprietà della membrana cellulare di cambiare la sua permeabilità a varie sostanze, in partic. a ioni (sodio, potassio, calcio ecc.). Da ciò derivano variazioni di differen-ze elettriche fra i versanti intra- ed extracellulari (➔ potenziale d’azione), di fondamentale importanza per lo svolgimento delle funzioni vitali. Particolarmente importante è l’elettrogenesi che rende possibile il funzionamento del sistema nervoso e delle strutture sensoriali; segnali elettrici sono anche quelli che generano l’attività contrattile del tessuto muscolare.
Numerosi mezzi tecnici consentono la dimostrazione di variazioni dello stato elettrico negli organismi viventi e in tutti gli organi (elettrodiagnostica). Poiché gli stimoli elettrici sono facilmente dosabili in intensità e durata, sono ben localizzabili nell’applicazione e privi di conseguenze dannose sui tessuti, essi hanno trovato larga applicazione nello studio dell’eccitabilità dei tessuti (elettrocardiogramma, elettroencefalogramma, elettromiografia, ecc.). Gli stimoli elettrici vengono forniti da apparecchi stimolatori, in genere a corrente continua. Perché un tessuto venga eccitato è necessario raggiungere un valore soglia, variabile a seconda del tessuto, che dipende dalla quantità e dall’intensità di corrente e dalla durata del suo passaggio. Correnti elettriche sono applicate anche a scopo terapeutico (fisioterapia).
Branca della cardiologia che si occupa della diagnosi e del trattamento invasivo delle aritmie cardiache. La procedura cardine è lo studio elettrofisiologico endocavitario, che consiste nella registrazione dei segnali elettrici cardiaci mediante elettrocateteri introdotti per via percutanea e posti a diretto contatto con la superficie interna del cuore. Nel corso dello studio elettrofisiologico viene valutata la funzione del sistema di conduzione specifico cardiaco e la risposta del cuore a differenti modalità di stimolazione elettrica, ottenendo informazioni circa i meccanismi responsabili di aritmie complesse, e consentendo in tal modo di stratificarne la prognosi e individuarne la terapia. Il trattamento elettrofisiologico delle aritmie cardiache consiste nella ablazione trans-catetere, ossia la coagulazione del punto che genera l’aritmia per mezzo di una debole corrente (radiofrequenza), trasmessa attraverso il catetere.