GAGGINI (Gagini), Elia
Non si conoscono l'anno di nascita né il nome dei genitori di questo scalpellino lombardo che, da un documento del 2 maggio 1465 (Alizeri, 1876, p. 135), risulta essere originario di Bissone, in Canton Ticino, oltre che nipote dello scultore Domenico Gaggini.
Il G. è citato per la prima volta come lavorante nella fabbrica delle logge del Lionello a Udine, intorno al 1441, insieme con altri lombardi quali Lorenzo di Martino da Como, Amicino da Como e un certo Luchino (Someda De Marco, 1959). In un atto dell'8 marzo 1457, il G. - "factor Magistri Dominici de Gaxino de Bissono" - risulta a Genova, impegnato nella riscossione di una somma di denaro dovuta a Domenico dal nobile Stefano Lomellino (Cervetto, 1903). Nel 1465 il G. abitava in una casa di proprietà dello zio, sita nella contrada del Molo.
Con Domenico il G. collaborò, tra l'altro, alla realizzazione del prospetto marmoreo della cappella di S. Giovanni Battista nella cattedrale genovese di S. Lorenzo, lavoro commissionato allo zio nel 1448 e plausibilmente completato prima della partenza di quest'ultimo (1456-57) per la Sicilia. Sono stati attribuiti al G. alcuni rilievi quali la Predicazione del Battista e Il Battesimo di Cristo, che, a paragone degli altri due (Nascita e Decollazione del Battista), mostrano una qualità artistica inferiore, risultando più arcaicizzanti - e quindi lontani - rispetto all'impronta personalissima dello stile di Domenico (Tessari, 1977, p. 92).
Nel 1511 Romerio da Campione (Alizeri, 1876, pp. 138 s.) ricorda il G. quale autore dell'altare, in seguito smembrato, di Nostra Signora delle Rose, nella chiesa genovese di S. Maria di Castello.
La Filippini (1908, p. 25) ritiene che parti dell'altare, realizzato tra il 1478 e il 1483, siano disperse all'interno dell'edificio. Il Tessari (1977, pp. 92-96) sostiene che un elemento superstite dell'altare vada individuato nella cuspide e nei profetini che sono stati collocati nella parte superiore del portale della sagrestia, opera di Giovanni Gaggini e del Riccomanno. Il Tessari formula questa proposta sulla base dello scarso amalgama esistente tra questi elementi e il portale sottostante e tenendo conto della rassomiglianza tra gli stessi e i rilievi attribuiti al G. in S. Lorenzo.
Nel 1480 Corrado Gagini da Bissone - definito "magister antelami" e quindi, nel contesto genovese, maestro costruttore - affidò suo figlio Giacomo al G. "per praticare e imparare l'arte sua" (Tagliaferro, 1987, pp. 256 s.). L'anno seguente il G. prese in affitto una bottega per il deposito di marmi sul ponte Cattaneo. Dopo il 1481 non si hanno più sue notizie e ignoto è l'anno di morte.
Priva di riscontri documentari e stilistici è l'identificazione del G., proposta dal Cervetto e dalla Filippini (1903, 1908), con l'architetto Elia di Bartolomeo da Ponte il cui nome compare nel duomo di Città di Castello, dove aveva edificato la rocca.
Fonti e Bibl.: F. Alizeri, Notizie dei professori del disegno in Liguria dalle origini al secolo XVI, IV, Genova 1876, pp. 135, 138 s.; L.A. Cervetto, I Gagini da Bissone…, Milano 1903, pp. 51-53; L. Filippini, E. G. da Bissone, in L'Arte, XI (1908), pp. 17-29; C. Someda de Marco, Architetti e lapicidi lombardi in Friuli nei secoli XV e XVI, in Arte e artisti dei laghi lombardi, Como 1959, pp. 315, 328; E. Poleggi, S. Maria di Castello e il romanico a Genova, Genova 1973, pp. 139-145, 235 n. 35; A.S. Tessari, Per Leonardo Riccomanno, in Critica d'arte, XLII (1977), pp. 81-99; L. Tagliaferro, in La scultura a Genova e in Liguria dalle origini al Cinquecento, Genova 1987, ad indicem; U. Thieme - F. Becker, Künstlerlexikon, XII, p. 57; The Dictionary of art, XI, pp. 896 s.