ELIA
Probabilmente di origine barese (Pertusi, p. 38), non ci sono prove che confortino la tesi, spesso ripetuta (ibid.), secondo la quale sarebbe stato monaco a Cava. Nel marzo 1071l'anziano Leucio, abate del monastero di S. Benedetto di Bari, nominò come suo successore, con il consenso dei monaci, E. "presbiterum monachum et abbatem sancte Marie", elogiato come "cunabilis doctrina ecclesiastici hordinis … eruditus et de divinis et mundanis sciens".
Quando nel maggio 1087 arrivarono a Bari le reliquie di s. Nicola di Mira, trafugate da commercianti e marinai baresi, E. intervenne come mediatore in una violenta lite esplosa fra i traslatori delle reliquie, l'arcivescovo Urso e i rispettivi sostenitori. Il motivo della lite era costituito dalla divergenza di pareri circa il luogo in cui dovevano essere custodite le venerate reliquie. Secondo Urso, queste dovevano essere riposte nell'episcopium, secondo i Baresi, che alla fine riuscirono ad imporsi, in un santuario da costruire sull'area del palazzo del catapano. Come rettore della erigenda basilica in onore di S. Nicola fu nominato E., che due anni più tardi, dopo la morte e la sepoltura di Urso, avvenuta il 14 febbr. 1089, fu pure eletto arcivescovo di Bari dal popolo e dal clero, con il consenso di Ruggero, duca di Puglia. Alla metà di settembre del 1089 E. partecipò, ancora come "eletto", al sinodo di Melfi: solo il 30 sett. 1089, in Bari, fu consacrato arcivescovo da Urbano II.
Si è sostenuto che E. sarebbe stato in precedenza un seguace di Wiberto [Guiberto] da Ravenna, l'antipapa Clemente III (Holtzmann): questa tesi è confortata solo da un passo di Lupo Protospatario ove si riferisce che E. era stato consacrato in Bari da Urbano Il "vivente adhuc praedicto papa Clemente".
Il 1º ott. 1089 Urbano II dedicò la nuova basilica barese di S. Nicola, e la pose sotto la protezione della Sede apostolica; il 5 ottobre successivo rilasciò a E. un privilegio. Forse per mettere in rilievo la preminenza della sede barese rispetto a quella canosina, E. cambiò il titolo tradizionale di arcivescovo di Canosa e di Bari in quello di "archiepiscopus sancte sedis Barine que et Canusina dicitur". Nel 1091 rinvenne nella cripta della cattedrale di Bari le reliquie di s. Sabino. Si è voluto vedere in questo episodio un'abile manovra "per togliere alla città rivale il fondamento per ulteriori pretese" (von Falkenhausen, p. 225). La grande autorità esercitata a Bari da E. nella sua doppia funzione di arcivescovo e di rettore di S. Nicola (queste due cariche furono separate dopo la morte di E.) trova conferma nel giuramento prestatogli nel gennaio 1095 dai cittadini di Bari di obbedire a qualsiasi provvedimento da lui adottato "pro communi salvatione" (Anon. Bar.). Si è sostenuto infatti che questo giuramento non si riferisse soltanto alla "salvatio" delle anime, ma che dovesse avere anche "un contenuto politico ben preciso" (von Falkenhausen).
Nell'ottobre del 1098 proprio la città di cui era presule E. venne scelta da Urbano II come sede di un concilio convocato per risolvere lo scottante problema dello scisma che divideva la Chiesa di Roma da quella di Bisanzio. Al concilio, durato una settimana e svoltosi nella basilica di S. Nicola, avrebbero partecipato 185 vescovi latini e greci (C. J. Hefele-H. Leclerq, Histoire des conciles, V, Paris 1912, pp. 459 s.). Nel maggio del 1103 E. confermò al monastero di Ognissanti di Cuti (Valenzano, prov. Bari) l'esenzione dalla giurisdizione vescovile.
E. morì il 23 maggio 1105 a Bari (Anon. Bar.) e fu sepolto nella basilica di S. Nicola, dove è conservato il suo epitaffio. Si è ritenuto che all'epoca di E., e precisamente tra il 1094 e il 1103, sarebbe stata terminata la costruzione della basilica superiore (Cioffari, pp. 100 ss.), dove si è conservata la cattedra di E., un magnifico esempio del romanico pugliese, attribuita tradizionalmente al 1098 ma forse risalente ad un'epoca posteriore (secondo Belli d'Elia, La cattedra, p. 9, agli anni 1166- 1170).
Fonti e Bibl.: Anonymi Barensis Chronicon, in L. A. Muratori, Rer. Ital. Script., V, Mediolani 1724, pp. 154 s.; Le pergamene del duomo di Bari (952-1264), a cura di G. B. Nitto De Rossi-F. Nitti Di Vito, in Cod. dipl. barese, I, Bari 1897, pp. 61-69 nn. 33-35; Le pergamene di S. Nicola di Bari. Periodo greco (939-1071), a cura di F. Nitti Di Vito, ibid., IV, Bari 1900, pp. 89-91n. 45; Le pergamene di S. Nicola di Bari. Periodo normanno (1075-1194), a cura di F. Nitti Di Vito, ibid., V, Bari 1902, pp. 22 n. 11, 23 n. 112, 25 n. 13, 28 n. 14, 31 n. 16, 36 n. 18, 38 n. 19, 39 n. 20, 52 n. 30, 54 n. 31, 55 n. 32, 62 n. 36, 64 s. n. 37; 71n. 41 (novembre 1104), Frammenti, nn. 1 p. 286, 8 p. 291; Annales Lupi Prothospatharii, a cura di G. H. Pertz, in Mon. Germ. Hist., Scriptores, V, Hannoverae 1844, p. 62; Historia inventionis II S. Sabini episcopi Canusini auctore Ioanne archidiacono Barensi, in Acta sanctorum Febr., II, Paris 1864, pp. 330 s.; F. Ughelli-N. Coleti, Italia sacra, VII, Venetiis 1721, coll. 608-614; M. Garruba, Serie critica de' sacri pastori baresi, Bari 1844, pp. 134-151; F. Carabellese, L'Apulia ed il suo Comune nell'alto Medio Evo, Bari 1905, pp. 258, 300 s., 307, 309, 312 s., 318-337; W. Holtzmann, Studien zur Orientpolitik des Reformpapsttums und zur Entstehung des ersten Kreuzzuges, in Historische Vierteljharesschrift, XXII (1924-25), pp. 183 s.; F. Nitti Di Vito, E., abate, rettore di S. Nicola, arcivescovodi Bari, in Japigia, I (1929), pp. 273-280; Id., La ripresa gregoriana di Bari (1087-1105) e i suoi riflessi nel mondo contemporaneo politico e religioso, Trani 1942, passim; W. Holtzmann, Italia pontificia, IX, Berlin 1962, pp. 319 s.; A. Pratesi, Alcune diocesi di Puglia nell'età di Roberto il Guiscardo. Trani, Bari e Canosa tra Greci e Normanni, in Roberto il Guiscardo e il suo tempo. Relazioni e comunicazioni nelle prime Giornate normanno-sveve (Bari, maggio 1973), Roma 1975, pp. 229, 231 s., 235, 238, 241; P. Belli D'Elia, La cattedra dell'abate E., in Boll. d'arte, LIX (1974), pp. 1-17; Ead., Alle sorgenti del romanico. Puglia XI secolo, Bari 1987, pp. 78, 99, 101, 103 s., 193, 195, 199 n., 232, 300 s., 305; N. Kamp, Vescovi e diocesi dell'Italia meridionale nel passaggio dalla dominazione bizantina allo Stato normanno, in Il passaggio dal dominio bizantino allo Stato normanno nell'Italia meridionale. Atti del II Convegno sulla civiltà rupestre (Taranto-Mottola, 31 ott.4 nov. 1973), a cura di C. D. Fonseca, Taranto 1977, pp. 180, 182 s. (rist. in Forme di potere e struttura sociale in Italia nel Medioevo, a cura di G. Rossetti, Bologna 1977, pp. 391 s., 394); N. Kamp, Soziale Herkunft und geistlicher Bildungsweg der unteritalienischen Bischöfe in normannisch-staufischer Zeit, in Le istituzioni ecclesiastiche della "societas christiana" dei secoli XI-XII. Diocesi, pievi e parrocchie. Atti della sesta Settimana internazionale di studio (Milano, 1-7 sett. 1974), Milano 1977, p. 96; A. Pertusi, Ai confini tra religione e politica. La contesa per le reliquie di S. Nicola tra Bari, Venezia e Genova, in Quaderni medievali, V (1978), pp. 16, 18 s., 2830, 32, 38-48; H. E. J. Cowdrey, The age of abbot Desiderius, Oxford 1983, pp. 263-266; G. Cioffari, Storia della basilica di S. Nicola di Bari, I, L'epoca normanno-sveva, Bari 1984, pp. 27 s., 56 s., 59- 108; V. von Falkenhausen, Bari bizantina: profilo di un capoluogo di provincia (secc. IX-XI), in Spazio, società, potere nell'Italia dei Comuni, a cura di G. Rossetti, Napoli 1986, pp. 201, 219, 223-226; Monasticon Italiae, III, Puglia e Basilicata, a cura di G. Lunardi-H. Houben.G. Spinelli, Cesena 1986, pp. 31-33, 116; H. Bloch, Monte Cassino in the Middle Ages, Roma 1986, pp. 740-743; A. Becker, Papst Urban II. (1088-1099), II, Der Papst, die griechische Christenheit und der Kreuzzug, Stuttgart 1988, pp. 160-162; H. Houben, I benedettini in città: il caso di Bari (secc. X-XIII), in Nicolaus. Studi storici, II (1991), pp. 79ss.