KHOURY, Elias (Ilyās Ḫūrī)
Scrittore libanese, nato a Beirut il 12 luglio 1948. Proveniente da una famiglia borghese greco-ortodossa, si è formato come storico prima a Beirut e poi a Parigi. Ha affiancato la sua attività di romanziere a quella di drammaturgo, critico letterario, attivista politico, ed è considerato tra i più influenti intellettuali arabi contemporanei. Nel 2008 ha ricevuto il Sultan Oweiss award per la narrativa e il prix IMA, riconoscimento dell’Institut du monde arabe di Parigi.
All’indomani della naksah, la sconfitta subita dagli eserciti arabi in seguito alla guerra dei Sei giorni del 1967, come molti intellettuali arabi del tempo, si impegnò per la causa palestinese. Nello stesso anno si recò in Giordania presso un campo profughi palestinese e si avvicinò a Fataḥ, l’ala militare dell’Organizzazione per la liberazione della Palestina (OLP). Partecipò così personalmente agli scontri durante il primo anno del conflitto civile libanese (1975-90), rimanendo gravemente ferito: nel 1976 decise di rifiutare la lotta armata. Dal 1973 al 1979 lavorò al Centro ricerche dell’OLP a Beirut, tra il 1975 e il 1979 diresse, insieme al poeta palestinese Maḥmūd Darwīš, la rivista «Šu’ūn Filasṭīniyyah» (Affari palestinesi) e, tra il 1981 e il 1982, il periodico «al-Karmel» (Il Carmelo). L’impegno sulla stampa culturale e letteraria continuò, tra il 1983 e il 1990, come direttore della sezione culturale del quotidiano libanese «al-Safīr» (L’ambasciatore), e poi, tra il 2003 e il 2009, del supplemento letterario del quotidiano «al-Nahār» (Il giorno). Dopo la fine della guerra civile libanese venne nominato direttore artistico del Teatro nazionale di Beirut che diresse fino al 1999.
Sostenendo una riforma del Paese fondata su democrazia, laicità e libertà individuali, è diventato una delle personalità più note del movimento che si opponeva alla politica di ricostruzione postbellica di Rafīq al-Ḥarīrī. Nel 2004, insieme a personalità del mondo politico e a intellettuali del calibro di Samir Kassir (Samīr Qaṣīr, 19602005), ha fondato il Movimento della Sinistra democratica (Ḥarakat al-Yasār al-Dīmuqrāṭī) che nel 2005 ha partecipato alla rivoluzione dei Cedri. Rilevante la sua attività accademica: ha insegnato presso l’American University di Beirut, l’Università libanese, la Columbia University di New York e la New York University.
Con i suoi romanzi ha rinnovato linguisticamente e stilisticamente il panorama letterario arabo. Al centro della sua produzione letteraria vi sono la guerra civile libanese, la questione palestinese, oltre a un’aspra critica dei regimi dispotici mediorientali e del peso della religione nelle società arabe. La sua produzione comprende lavori teatrali, saggi critici, raccolte di racconti, ma sono i suoi romanzi ad aver segnato la recente storia della narrativa araba. In essi recupera il ruolo del narratore costruendo storie che diventano lo specchio di una realtà politica e sociale ormai andata in frantumi. Il suo romanzo d’esordio è ῾An ῾alāqāt al-dā᾽irah (1975, Sulle relazioni del cerchio), seguito da una serie di lavori incentrati sulle ferite fisiche ed esistenziali inferte dalla guerra civile, sull’identità libanese, sull’esilio e sulla memoria: al-Ǧabal al-ṣaġīr (1977, Il piccolo monte), Abwāb al-madīnah (1981, Le porte della città), al-Wuǧūh al-bayḍā᾽ (1981; trad. it. Facce bianche, 2007), Riḥlat Ġāndī al-ṣaġīr (1989; trad. it. Il viaggio del piccolo Gandhi, 2001), Mamlakat al-ġurabā᾽ (1993, Il Regno degli stranieri), Rā᾽iḥat al-ṣābūn (2000, Il profumo del sapone), Yālū (2002; trad. it. Yalo, 2009), Sīnālkūl (2012; trad. it. Specchi rotti, 2014). Fanno eccezione Maǧma῾ al-asrār (1994, Il compendio dei segreti) e Ka᾽annahā nā’imah (2007, Come se dormisse), ambientati negli anni che precedettero la guerra civile. Tra i suoi lavori più noti vi è Bāb al-Šams (1998; trad. it. La porta del sole, 2014), in cui narra la tragica epopea del popolo palestinese dalla nakbah del 1948 usando un canone stilistico simile a quello delle Mille e una notte. Premiato con il Palestine prize, dal romanzo è stato tratto l’omonimo film (2004) diretto dal regista egiziano Yusrī Naṣrallāh.