VEDDER, Elihu
Pittore, nato a New York il 26 febbraio 1836, morto a Roma il 29 gennaio 1923. Studiò con Tompkins Matteson a New York, con Picot a Parigi e con Bonaiuti a Firenze; ma la vera ispirazione gli venne dai pittori italiani del Rinascimento. Ricercò soggetti poetici, mitologici e allegorici, trattando come simboli tanto la figura umana quanto il paesaggio. Fu disegnatore facile ed eccellente compositore di masse, ma non si curò delle apparenze realistiche.
Il Vedder dipinse tanto a fresco quanto a olio e si provò anche nel musaico, nella scultura e nell'oreficeria. Le sue migliori pitture sono: La tana del serpente di mare; La Sibilla cumana; Riconoscimento; L'interrogatore della Sfinge; L'eclisse di sole prodotto dalla luna; Lo spirito perduto (Metropolitan Museum a New York); Il guardiano della soglia, (Istituto Carnegie di Pittsburgh). Nel 1864 egli eseguì alcune delle illustrazioni per l'edizione dell'Enoch Arden del Tennyson curata da Ticknor e Fields (Boston 1865). Anche maggiore successo ottenne nel campo illustrativo con i Ruba'iyat di Omar Kháyyám (Houghton, Mifflin and Co., 1884). Fu uno dei quattro artisti chiamati a dipingere le lunette nella Galleria d'arte Walker in Bowdoin College a Brunswick (Maine) e uno dei molti che lavorarono a decorare la nuova Biblioteca del Congresso a Washington. Ivi egli dipinse l'Allegoria dell'Anarchia e altri pannelli, nei quali è evidente lo studio dei modelli italiani. Il suo musaico di Minerva nel medesimo edificio ostenta un certo arcaismo. Il V. eseguì altre decorazioni murali per dimore private. Fu membro della National Academy e della Society of American Artists.
Bibl.: R. Cortissoz, American Artists, New York 1923; C. H. Caffin, The Story of American Painting, ivi 1927; S. Isham, The History of American Painting, 2ª ed., ivi 1927; F. J. Mather, The American Spirit in Art: Painting, New Hawen 1927.