Eliodoro
Tesoriere di Seleuco IV Filopatore re della Siria (187-175 a.C.), fu inviato dal suo sovrano a impadronirsi del tesoro del Tempio di Gerusalemme nel 176 a. C.
D. lo menziona in maniera altamente allusiva tra gli esempi di avarizia punita, in Pg XX 113 lodiamo i calci ch'ebbe Elïodoro.
D. infatti con mirabile sintesi non solo traduce letteralmente il celebre episodio tratto dal Il Mach. 3, 25-30 (" Apparuit enim illis quidam equus terribilem habens sessorem, optimis operimentis adornatus. Isque cum impetu Heliodoro priores calces elisit... Alii etiam apparuerunt duo iuvenes virtute decori, optimi gloria, speciosique amictu, qui circumsteterunt eum, et ex utraque parte flagellant, sine intermissione multis plagis verberantes. Subito autem Heliodorus concidit in terram, eumque multa caligine rapuerunt... Et ille [Heliodorus] quidem per divinam virtutem jacebat mutus, atque omni spe et salute privatus. Hi autem Dominum benedicebant... et templum, quod paulo ante timore ac tumultu erat plenum, apparente omnipotente Domino, gaudio et laetitia impletum est "), isolandone il momento più significativo, ma con l'impiego di quel verbo ‛ lodare ' sembra aprire l'exemplum della punizione dell'atto sacrilego a istanze che superano il dato immediato.
Non è da escludere infatti che D. intendesse insieme sottolineare l'esultanza, dopo il miracoloso e provvidenziale intervento divino, del popolo ebraico, sconvolto dal sacrilego tentativo di strappare quel tesoro destinato in prima istanza quale " victualia viduarum et pupillorum " (3, 10), e anche al tempo stesso la successiva rivolta dei Maccabei (v.) che, provocata ufficialmente dalle persecuzioni del successore di Seleuco, Antioco IV Epifane, già in questo primo atto di usurpazione punita avrebbe trovato determinante incentivo.