Cegani, Elisa
Attrice cinematografica, nata a Torino il 10 giugno 1911 e morta a Roma il 23 febbraio 1996. Interprete intelligente, controllata, singolarmente moderna nel panorama delle attrici a lei contemporanee, partecipò con la sua recitazione interiorizzata e antidivistica ai più importanti film del regista Alessandro Blasetti, suo compagno anche nella vita. Di buona famiglia veneziana, colta, in grado di parlare correntemente più lingue, soggiornò a lungo all'estero; notata nel 1935 da Carl Theodor Dreyer, fu scritturata per un film che questi doveva realizzare in Africa. Quando Dreyer rinunciò al progetto, anche la C. si tirò indietro. Fu però subito scoperta da Blasetti, che la fece esordire in una piccola parte nella commedia Aldebaran (1935). Dopo il successo popolare del pirandelliano Ma non è una cosa seria (1936) di Mario Camerini, al fianco di Vittorio De Sica, e del romantico Cavalleria (1936) di Goffredo Alessandrini, in cui è l'infelice innamorata dell'eroico Amedeo Nazzari, Blasetti le offrì il ruolo dell'indossatrice protagonista della sua commedia sofisticata Contessa di Parma (1937). Da allora, la C. divenne l'interprete prediletta del regista e si espresse al meglio in ruoli di eroina tragica e romantica nei film storici, pseudostorici o fiabeschi (Ettore Fieramosca, 1938; La corona di ferro, 1941; La cena delle beffe, 1942), ma risultò convincente anche in quelli contemporanei di pianista dell'alta società (Retroscena, 1939) o di ragazza inquieta (Nessuno torna indietro, 1945, dal romanzo di A. De Cespedes, corale ritratto al femminile di una generazione). Negli stessi anni la C. prese parte anche al garbato Napoli d'altri tempi (1937) di Amleto Palermi, a Gioco pericoloso (1942) di Nunzio Malasomma e ad Harlem (1943) di Carmine Gallone. Nell'immediato dopoguerra fece una breve ma significativa esperienza teatrale, portando fra l'altro sulle scene Il tempo e la famiglia Conway (1945) di J.B. Priestley e Ma non è una cosa seria (1945) di L. Pirandello, che aveva già interpretato con successo al cinema. Ancora per Blasetti fu un'eroica suora in Un giorno nella vita (1946), patrizia romana in Fabiola (1949) e moglie fedifraga in La morsa, episodio di Altri tempi ‒ Zibaldone n. 1 (1952), tratto dalla novella di Pirandello. Le sue partecipazioni agli ultimi lavori di Blasetti non furono invece significative e del resto, salvo la parte di Eleonora Duse nel film dedicato alla grande attrice, Eleonora Duse (1948) di Filippo Walter Ratti, dall'esito sfortunato, negli anni Cinquanta fu impegnata solo in film di non grande levatura e spesso in parti marginali. Interessanti invece le sue apparizioni nei più tardivi Le clan des siciliens (1969; Il clan dei siciliani) di Henri Verneuil, Al di là del bene e del male (1977) di Liliana Cavani e Domani si balla! (1982) di Maurizio Nichetti. Saltuariamente attiva nel teatro di prosa, credette nelle potenzialità del nuovo mezzo televisivo, prendendo parte a diverse commedie e sceneggiati.