Elisa Di Francisca
L’Europa in punta di fioretto
Grazie a lei, l’Europa si è affacciata ai Giochi per la prima volta nella storia. Elisa ha stabilito un primato che nessuno potrà più portarle via. Un gesto destinato a restare.
Elisa Di Francisca ha stabilito un primato che nessuno potrà mai battere: è stata la prima atleta a mostrare la bandiera europea ai Giochi Olimpici. Da sempre il vessillo azzurro con le stelle è bandito da Olimpia. Mai, in nessuna sfilata, dopo nessuna gara, si era visto un simbolo europeo; come se l’Europa non esistesse.
E il coraggio della Di Francisca non è stato particolarmente apprezzato dalle autorità sportive. Eppure il suo è un gesto che resterà. Del tutto coerente con la forza morale e il carattere del personaggio.
Il suo talento è esploso tardi. Ancora alle Olimpiadi di Pechino 2008, quando aveva già 26 anni, le proposero di aggregarsi alla squadra azzurra come sparring-partner di Valentina Vezzali e delle altre. Rispose: «No, grazie. Se devo venire alle Olimpiadi, vengo per vincerle». Sembrò una sbruffonata. Ma a Londra 2012 vinse davvero la medaglia d’oro. Battendo in finale Arianna Errigo, che in semifinale aveva eliminato la ‘cannibale’ Vezzali.
La finale fu tiratissima: 12 a 11, dopo il minuto supplementare. Una gara decisa dalla testa più che dal fisico. Un sottile gioco di controllo psicologico, dove alla fine ha prevalso l’atleta mentalmente più forte.
All’epoca Elisa e Arianna erano amiche e compagne di stanza. Era proprio lo spettro della pluricampionessa olimpica – forse la più grande atleta italiana di tutti i tempi, insieme con Sara Simeoni – a tenerle unite. Uscita di scena la Vezzali, eletta in Parlamento nel 2013 e non qualificata per Rio 2016, qualcosa si è rotto anche nell’intesa tra Di Francisca ed Errigo. A Rio non hanno dormito più insieme. Entrambe sono salite in pedana molto tese. Ma Elisa è riuscita a indirizzare la tensione nervosa verso il risultato, tornando in finale e quindi sul podio olimpico; Arianna è uscita quasi subito, imprecando contro se stessa e il destino.
La solidità di Di Francisca, la sua forza morale, si sono viste anche in altri campi. E non solo quello più superficiale, la TV, dove ha vinto Ballando con le stelle, un successo che alla Vezzali era sfuggito.
Elisa ha alle spalle un amore travagliato, con un uomo geloso, che era arrivato anche alle mani. E ha saputo spiegare che una donna deve trovare il coraggio di dire no, di ribellarsi, di riprendersi la propria vita, di non concedere a nessuno il potere sulla propria anima.
Si spiega anche così la sua esplosione sportiva, il passaggio da atleta promettente a campionessa. Assecondata da un altro incontro fortunato: quello con Giovanna Trillini, oro nel fioretto a Barcellona 1992.
Sia Di Francisca, sia Trillini, sia Vezzali sono di Jesi, la cittadina marchigiana capitale della scherma. Sono cresciute sulla stessa pedana, con gli stessi maestri. Elisa e Giovanna hanno legato moltissimo, anche sul piano umano. Bisognava vederle, a Rio, come si cercavano con lo sguardo durante gli assalti, come la veterana riusciva a confortare l’allieva sia con le indicazioni tecniche sia con il supporto emotivo.
Poi, dopo la consegna della medaglia d’argento, il colpo di scena. Elisa Di Francisca tira fuori dalla tasca una piccola bandiera europea e la mostra ai fotografi. Un gesto sfuggito alle telecamere, che però la RAI valorizzerà il giorno dopo. Salvini ovviamente la critica. Le istituzioni di Bruxelles per una volta battono un colpo e si congratulano. Mattarella e Renzi apprezzano. La Boldrini la invita a Ventotene dove si celebra l’ideale europeo. Lei si chiama fuori dalla polemica politica spiegando le motivazioni del suo gesto: «Ogni volta che vado in una capitale europea, mi sento a casa. Gli attacchi contro Parigi e contro Bruxelles sono attacchi alla nostra civiltà.
Dedico la mia medaglia d’argento alle vittime. L’Europa esiste, quel che ci unisce è più di quel che ci divide». Dichiarazioni riprese dai siti di tutti i giornali stranieri, da Le Monde a El País.
Ha fatto più per l’Europa Elisa Di Francisca in pochi secondi che decine di inutili vertici tra politici e burocrati.
La UE ringrazia
- Per Nathalie Vandystadt, portavoce dell’esecutivo di Bruxelles responsabile per lo sport, quello dell’atleta azzurra è «un bel gesto», che sottolinea il «ruolo positivo» dello sport per migliorare la comprensione tra culture e valori e per incoraggiare il dialogo e il rispetto reciproco.
- Federica Mogherini, alto rappresentate per la politica estera della UE, ha espresso su Twitter il suo commento: «La bandiera dell’Europa, gli ideali della meglio gioventù. Brava due volte».
- Per Mina Andreeva, portavoce della Commissione europea, quello di Elisa Di Francisca è stato «un gesto personale molto bello» che ha sottolineato il «ruolo positivo dello sport, che permette di costruire network e permette il dialogo» tra le diverse culture.