SIRANI, Elisabetta
Pittrice, nata l'8 gennaio 1638 a Bologna, morta ivi il 28 agosto 1665. Fra i suoi primi lavori s'indica solo nel 1655 l'acquaforte del S. Eustachio, che il Bartsch giudica "la sua più bella produzione", lodando poi il gusto e il brioso tratteggiare di altre incisioni, ad es. dell'Addolorata.
Al 1656 appartengono i ritratti della madre e di Ginevra Cantofoli; al 1657 quello della moglie del dottor Gallerani, e al 1658 il Battesimo di Cristo (Bologna, S. Girolamo della Certosa), nel quale una delle due donne che assistono Gesù ha i lineamenti dell'autrice. Nel 1662 fu eseguito il S. Antonio col piccolo Redentore (Bologna, Pinacoteca). La ricercatezza degli effetti, il tenue cromatismo e l'espressione manierata di questa tela si mitigano e trasformano in un fare più sciolto e largo nella Madonna del Rosario della stessa galleria, terminata forse dal padre della S. A Bologna si conservano alcuni dipinti sacri; nella Madonna di Galliera: la Concezione, S. Francesco di Sales e due Beati della famiglia Ghisilieri; nella sagrestia della metropolitana: i Ss. Antonio e Romeo; in S. Carlo: l'effigie della Madonna, e in S. Paolo in Monte all'Osservanza: il Beato Marco Fantuzzi.
Incerte sono molte attribuzioni di quadri che si trovano nelle raccolte private cittadine, e altre, ad es. quella dei Ss. Pietro e Paolo della Madonna di S. Luca, sono assolutamente arbitrarie. L'elenco autografo, stampato dal Malvasia, comprende più di 170 lavori commessi dalle chiese e dalle congregazioni di varie città, da principi, da nobili, da ricchi e anche da popolani desiderosi di possedere almeno un lavoro dell'attivissima pittrice, che formò una scuola alla quale furono assidue la Cantofoli, Teresa Muratori, Maria Panzacchi e Vincenza Franchi. Fra le continuatrici, non si dimenticano Maria Bibiena e Lucrezia Scarfaglia. La S. predilesse i soggetti sacri, ma trattò a suo piacere temi storici, allegorici e mitologici; nei ritratti seppe talvolta adulare i proprî contemporanei. Delle due sorelle Anna e Barbara, da lei addestrate nell'arte, soltanto la seconda merita d'esser nominata soprattutto per aver finito alcuni quadri incompiuti di Elisabetta. Allieva ideale del Reni, la S. sentì anche gl'influssi dei Carracci, dell'Albani e del Guercino.
Bibl.: M. Oretti, Notizie de' professori del disegno, ecc., nella Biblioteca comunale di Bologna, manoscritto n. B. 129, P. VII, ecc. 69-108; C. C. Malvasia, Felsina pittrice, Bologna 1841; A. Manaresi, E. S., ivi 1898.