ELISIR o elixir (dall'ar. el-iksīr "pietra filosofale" derivante a sua volta dal gr. ξήριον "polvere essiccante")
Nome col quale gli alchimisti chiamavano la sostanza che doveva trasformare i metalli vili in oro, e che poteva essere solida, in polvere o liquida. Questa stessa sostanza, sotto forma di tintura, o una simile avrebbe dovuto prolungare indefinitamente la vita, e quindi si chiamò anche elisir di lunga vita.
In farmacia è un'antica denominazione che si riferisce a un notevole numero di medicamenti liquidi, la maggior parte dei quali è caduta in disuso, costituiti da alcool che tiene in soluzione sostanze diverse, vegetali, animali, minerali. La farmacologia moderna annovera queste sostanze fra le tinture alcooliche composte, specialmente fra quelle contenenti zucchero. La nostra Farmacopea (1929) registra soltanto l'elisir acido di Haller (acidum sulfuricum alcoholisatum: una parte d'acido solforico e tre d'alcool a 90°) che s'usa in forma di pozione o di limonea in soluzione al 4-8‰; e l'elisir di china (cinchonae elixir: estratto fluido di china gr. 25, idem d'arancio amaro gr. 5; alcool a 95° gr. 250; acqua distillata gr. 380; zucchero gr. 350), usato come tonico ed eupeptico. Altri tipi d'elisir comunemente usati sono l'elisir di Garus (v. zafferano); l'elisir paregonico (v. oppio); l'elisir viscerale di Hoffmann (corteccia d'arancio, di cannella, estratto di genziana, assenzio, trifoglio, ecc.); l'elisir di coca; l'elisir di pepsina, ecc.