MAYO, Elton G
Sociologo, nato il 26 dicembre 1880 ad Adelaide, Australia, morto il 7 settembre 1949; prof. di Industrial Research presso la Graduate School of Business Administration dell'università Harvard. È considerato il fondatore e il pioniere degli studî di sociologia industriale.
Alle sue prime ricerche, in particolare a quella condotta nel 1924 presso la Western Electric Company a Hawthorne, nell'Illinois, si fanno risalire le origini di tali studî. Partiti dalle preoccupazioni tradizionali, riguardanti gli orarî di lavoro, la struttura del salario, la quantità della remunerazione, le condizioni ambientali e fisiche di lavoro, le pause, e così via, il M. e i suoi collaboratori scoprirono ben presto quello che poi si chiamò impropriamente il "fattore umano". Dovettero cioè riconoscere che la produttività non era legata direttamente, e semplicisticamente, alle condizioni fisiche di lavoro o al tipo di rapporto contrattuale o alla più o meno razionale struttura organizzativa formale; essi scoprirono che la produttività era per gran parte, e forse in primo luogo, in funzione della motivazione, o atteggiamento, verso il lavoro, che la motivazione era in funzione del morale e finalmente che il morale era in funzione del tipo di solidarietà e di legami prevalenti nel seno del "piccolo gruppo spontaneo di lavoro". Gli studî condotti dal gruppo di Harvard sotto la guida di M. fissarono in maniera definitiva questa scoperta, portandole l'ausilio di un poderoso materiale descrittivo. Essi non ci hanno tuttavia offerto alcuna analisi sistematica delle complesse interazioni che hanno luogo fra "gruppo di lavoro" e struttura organizzativa aziendale e fra quest'ultima e la più vasta comunità extra-aziendale. Secondo il M., il "piccolo gruppo spontaneo di lavoro" è la cellula primordiale, da cui è possibile partire per ritessere la trama sconvolta e ormai epidemicamente instabile della società odierna, chiaramente vittima di quello stato che É. Durkheim aveva definito come "anomia". Anche se il nocciolo della scoperta di M. appare sostanzialmente confermato, oggi i sociologi industriali tendono ad abbandonare le sue concezioni della fabbrica come "sistema sociale" e "unità culturale" in favore di una visione dell'azienda che ne mette in rilievo i processi dinamici e il caratteristico equilibrio instabile fra i varî gruppi di interesse.
Opere principali del M.: The human problems of an industrial civilization, New York 1933; The social problems of an industrial civilization, Cambridge, Mass., 1945.