emanatismo
Dottrina filosofica e religiosa (detta anche, meno comunemente, emanazionismo), secondo la quale il molteplice trae origine da un principio, l’Uno, o da altra realtà prima che esprime da sé il molteplice con assoluta libertà, identica a necessità assoluta. Questo passaggio avviene attraverso un processo detto di emanazione (si utilizzava, con questo termine, un’immagine visiva: la diffusione della luce da un punto luminoso), che non comporta diminuzione del principio stesso ma che fonda anzi un rapporto ontologico essenziale tra questo e il molteplice. Il tema è soprattutto svolto dal neoplatonismo e dalle correnti di pensiero che ne sono influenzate.
Nell’Islam medievale gli autori che scrissero in arabo (Alfarabi e Avicenna non sono che i principali), furono influenzati a un tempo da Aristotele e dagli scritti neoplatonici (riconducibili in particolare a Plotino e Proclo) che a questo vennero associati o ascritti, durante il processo di trasmissione e traduzione in arabo degli scritti filosofici di origine greca. L’emanazione concepisce il mondo come il risultato di un processo atemporale in cui una serie degradante di esseri, intelligenze o intelligenze e anime (➔ ῾aql; colcodea), deriva in modo continuativo a partire da un Primo principio (spesso espressamente assimilato a Dio). Il termine ultimo dell’emanazione è costituito dalla materia prima indeterminata oltre alla quale c’è (o più esattamente non c’è) il nulla. Dalla materia si origina poi, per informazione della stessa, e dunque ancora in virtù di un processo emanativo, il mondo sublunare, composto di enti la cui forma si congiunge appunto alla materia. La degradazione, ossia la sempre maggiore lontananza dal Principio, assicura il passaggio dalla sfera intellettuale o formale della processione (intellettuale è l’atto divino che la genera) a quella materiale del mondo sublunare. All’energia del flusso emanativo, è poi affiancata (sia in Alfarabi sia in Avicenna) quella dell’influsso dei corpi celesti, che hanno così parte attiva nella conformazione e conservazione del mondo. Le teorie emanatiste, che intendono interpretare l’atto insaturativo di Dio, e fornire quindi una spiegazione dell’origine del mondo, integrano inoltre la questione fisica e astronomica, dando luogo a delle vere cosmologie in cui sono conciliate le teorie tolomaiche e aristoteliche; a seconda del sistema eletto, le intelligenze o le intelligenze e le anime muovono i corpi celesti. Lo stesso processo emanativo che fonda l’ontologia e la fisica, è utilizzato inoltre per spiegare la conoscenza, interpretata come il risultato dell’illuminazione dell’intelletto potenziale (per Averroè anch’esso separato) da parte dell’ultima intelligenza della serie, l’intelletto agente separato. Nel dare ragione dell’atto emanativo, l’immagine della luce, già aristotelica (De anima, III, 5, 430 a 15-20), si affianca infatti a quella dell’acqua veicolata dai termini che in modo privilegiato esprimono l’emanazione (gr. ἀπόϱϱοια; ar. fayḍ; lat. fluere, emanare).