IMBIMBO, Emanuele
Discendente da una famiglia di avvocati di origine avellinese, nacque a Napoli nel 1756 da Gennaro. Anche il fratello maggiore, Baldassarre, era un noto avvocato del foro napoletano. Oltre agli studi di giurisprudenza l'I. coltivò lo studio della musica (canto, partimento e contrappunto) seguendo le lezioni di G. Sigismondo, bibliofilo e musicista "dilettante". Poche le testimonianze sulla presenza dell'I. a Napoli; in una voce biografica dedicatagli da C.A. De Rosa, marchese di Villarosa nelle Memorie dei compositori di musica del Regno di Napoli, desunta dalla manoscritta Apoteosi della musica di G. Sigismondo, è descritta la sua partecipazione ad accademie musicali e ad allestimenti di commedie "all'improvviso" in circoli privati frequentati, tra l'altro, da S. Mattei e dallo stesso Sigismondo. Già denunciato insieme con il fratello Luigi per aver preso parte alla congiura del 1794 (Pedio, p. 178), risulta poi incluso nell'elenco "dei condannati all'esilio a vita" (Battaglini, p. 219) dopo le vicende della rivoluzione del 1799.
Dalla dedica di una composizione inviata a G. Sigismondo (Sepulto domino a 4 voci) si apprende che l'I. era a Parigi nel 1807. La sua presenza nella capitale francese è registrata da Fétis a partire dal 1808. Un suo opuscolo sull'armonizzazione della scala, Gamme, ou Échelle musicale avec les accords ordinaires et les variantes dans la marche de ses degrés, stampata dall'editore J. Roy con il numero editoriale 150 e dedicata all'allieva Marie Barbet, è databile fra il 1808 e il 1811.
A Parigi l'I. promosse la divulgazione delle teorie armoniche della scuola napoletana, dando alle stampe due edizioni commentate e ampliate dei partimenti di F. Fenaroli, entrambe pubblicate nel 1814 dall'editore napoletano R. Carli presso la tipografia della Sirena (Partimenti, ossia Basso numerato di Fedele Fenaroli per uso degli alunni del regal conservatorio di Napoli a Niccola Zingarelli maestro di S. Pietro in Roma, direttore del medesimo conservatorio dall'editore dedicata, Paris, ed. n. 500, e il Seguito de' Partimenti, ossia Esercizio d'armonia vocale e instrumentale sopra i bassi fugati, Paris, ed. n. 536), e un opuscolo sul metodo di mutuo insegnamento applicato alla musica, Observations sur l'enseignement mutuel appliqué à la musique, et sur quelques abus introduits dans cet art, preceduto da una Notice sur les conservatoires de Naples, 1821), interessante fonte di informazione sui metodi di insegnamento nei conservatori napoletani nel Settecento.
A Parigi l'I. insegnò privatamente canto e armonia ed ebbe contatti con F. Saverio Salfi, N. Basti, G. Selvaggi e con numerosi intellettuali. In una lettera del 15 luglio 1824 (manoscritto presso la Società napoletana di storia patria) l'I. ricorda a Salfi di avergli prestato un suo "manuscritto sulla musica". Nelle Observations (p. 48) fa riferimento a una "Grammaire musicale dialoguée et raisonnée, concernant les éléments, le chant, et l'harmonie" di imminente pubblicazione, che non risulta essere mai stata data alle stampe.
Alcune composizioni sacre manoscritte (Stabat Mater a due cori, 1793; Popule meus, 1794; Salve Regina a quattro voci; La gara dei leviti sul testo del salmo 106 tradotto da S. Mattei; Christus a sei voci) sono conservate presso la Biblioteca del Conservatorio di musica S. Pietro a Majella di Napoli e la Biblioteca del Conservatorio di musica G. Verdi di Milano; otto Canzoncine da camera per voce e pianoforte (Perché due cori insieme sempre; Quando i tuoi fulgidi occhi a me giri; Io spargo sospiri sul monte; Col dì che nasce spunta quel fiore; Mio ben ricordati se avvien ch'io mora; Chi si vede sì belle vezzose; Con dolce forza le tue pupille; Tu sei gelosa è ver, ma ti conosco) sono incluse nella collezione privata Rostirolla (Roma). A Parigi venne stampato da R. Carli (ed. n. 58) La lontananza, "canto alla luna" con accompagnamento di pianoforte su liriche di F. Gianni (dedicato a L. Cherubini, ispettore del conservatorio imperiale di Parigi), e da Laffille (ed. n. 1036) il canto sacro a tre voci con accompagnamento di organo o pianoforte Popule meus.
L'I. morì a Parigi nel 1839.
Fonti e Bibl.: Berlino, Staatsbibliothek, Hss.: G. Sigismondo, Apoteosi della musica del Regno di Napoli in tre ultimi transundati secoli… (1820); L. Giustiniani, Memorie istoriche degli scrittori legali del Regno di Napoli, II, Napoli 1788, pp. 155 s.; C.A. De Rosa, Memorie dei compositori di musica del Regno di Napoli, Napoli 1840, p. 87; Atti, leggi, proclami ed altre carte della Repubblica napoletana, 1798-1799, a cura di M. Battaglini, Napoli 1983, p. 219; Salfi tra Napoli e Parigi. Carteggio 1792-1832, a cura di R. Froio, Napoli 1997, pp. 236 s., 435; F. Florimo, La scuola musicale di Napoli e i suoi conservatorii, II, Napoli 1882, p. 75 n.; B. Croce, Gli esuli napoletani in Francia, in Id., Varietà di storia letteraria e civile, s. 1, Bari 1935, p. 225 n.; T. Pedio, Massoni e giacobini nel Regno di Napoli. Emmanuele De Deo e la congiura del 1794, Matera 1976, p. 178; F. Luise, La biblioteca di un avvocato napoletano nel XVIII secolo: B. Imbimbo, in Arch. stor. per le provincie napoletane, CXI (1993), p. 367; P. Fabbri, S. Mattei: un profilo bio-bibliografico, in Napoli e il teatro musicale in Europa tra Sette e Ottocento. Studi in onore di F. Lippmann, a cura di B.M. Antolini - W. Witzenmann, Firenze 1993, p. 136; R. Cafiero, Una biblioteca per la biblioteca: la collezione musicale di G. Sigismondo, ibid., p. 325; Id., Un divulgatore di teorie armoniche della scuola napoletana a Parigi: E. I. (1756-1839), in F. Salfi librettista, a cura di F.P. Russo, Vibo Valentia 2001, pp. 191-225; Id., Una sintesi di scuole napoletane: il Trattato di armonia di G. Selvaggi (1823), in Studi musicali, XXX (2001), 2, pp. 411-452; F.-J. Fétis, Biographie universelle des musiciens, IV, p. 397; C. Schmidl, Diz. biogr. dei musicisti, Supplemento, p. 416; R. Eitner, Quellen-Lexikon der Musiker, V, p. 243; Diz. encicl. univ. della musica e dei musicisti, Le biografie, III, p. 677.