SOLÈR, Emanuele. – N
acque a Palermo il 29 agosto 1867, da Francesco e da Laura Balsamo.
Ultimo di quattro figli, discendeva per parte paterna dalla famiglia Soller, stirpe di origine spagnola stabilitasi in Sicilia nel corso del XVI secolo, e per parte materna da una nobile famiglia siciliana.
Dopo gli studi liceali, si iscrisse all’Università degli studi di Palermo, dove fu allievo dell’astronomo, matematico e geodeta fiorentino Adolfo Venturi. Nello stesso ateneo conseguì, nel 1890, il diploma di laurea in ingegneria civile e, nel 1895, quello in matematica. Prima ancora della laurea in ingegneria, nel 1889 svolse attività di assistente volontario di Venturi, nel gabinetto di geodesia, e subito dopo la prima laurea, nel 1891, divenne assistente effettivo del maestro, conseguendo anche la libera docenza, unitamente al primo incarico di insegnamento nella cattedra di geodesia teoretica nell’Università degli studi di Messina. L’anno seguente, 1902, fu nominato professore straordinario nella stessa cattedra e nel 1906 ottenne la promozione a professore ordinario. Il 17 ottobre 1907 fu poi nominato direttore del gabinetto di geodesia della medesima università, rimanendo ancora in cattedra a Messina solo per poco tempo, a causa del terremoto che il 28 dicembre 1908 sconvolse l’isola e distrusse la città.
Il 25 luglio 1910 ottenne il trasferimento come professore ordinario di geodesia teoretica nell’università degli studi di Padova, dove giunse poi a ricoprire la carica di preside della facoltà di scienze fisiche e matematiche, permanendo nell’incarico dal 1915 al 1926, per poi essere nominato prorettore del medesimo ateneo. Nel 1927 fu nominato rettore dell’Università patavina, in sostituzione di Emilio Bodrero, chiamato a Roma per impegni di governo, e rimase in carica negli anni accademici 1927-28 e 1928-29.
In quest’ultimo periodo, l’impegno di Solèr, in qualità di rettore, fu ricordato principalmente per la costituzione dell’Ente casa dello studente, l’organizzazione della Giornata universitaria pro Padova e della mostra nazionale dell’industria ottica, in occasione della IX Fiera di Padova, e il rinnovamento edilizio dell’ateneo. Tra i suoi allievi va ricordato Giovanni Boaga, che seguì con grande successo gli insegnamenti di Solèr in campo geodetico dal 1922, approdando in seguito alla cattedra di geodesia, alla direzione del Catasto e alla posizione di geodeta capo dell’Istituto geografico militare.
Solèr ricoprì durante la sua carriera altri importanti incarichi istituzionali, quali la presidenza della Commissione geodetica italiana, dal 18 febbraio 1932 fino alla morte, del comitato per la geodesia e la geofisica del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR) dal 1933 al 1937, della Commissione gravimetrica internazionale e della Commissione per la prospezione del sottosuolo, della Commissione superiore tecnica fotogrammetrica, della Commissione dell’Istituto veneto per le ricerche sulla via Claudia Augusta Altinate e ancora la presidenza onoraria del comitato per l’astronomia e la geodesia del CNR, la vicepresidenza della Associazione geodetica internazionale, la presidenza di sezione della Società italiana per il progresso delle scienze; fu inoltre a capo del consiglio di consulenza dell’Azienda generale italiana petroli, direttore della sezione di geodesia e topografia dell’Enciclopedia italiana e membro del Comitato astronomico nazionale.
Fu collocato a riposo nel 1937 e nello stesso anno fu nominato professore emerito dell’Università degli studi di Padova.
Solèr fu inoltre affiliato a diversi sodalizi scientifici italiani. Il 26 marzo 1916 fu nominato socio corrispondente residente del Reale Istituto veneto di scienze, lettere e arti, per poi divenirne membro effettivo dal 3 gennaio 1927 e membro effettivo pensionato il 4 ottobre 1933; il 17 settembre 1923 ricevette la nomina a socio corrispondente dell’Accademia dei Lincei, per poi divenirne socio nazionale dal 6 maggio 1935; nel 1927 entrò a far parte della R. Accademia delle scienze e nel 1931 divenne socio della Società geografica italiana.
Sempre in merito alle sue affiliazioni scientifiche, va ancora ricordato che Solèr fu membro della R. Accademia di scienze, lettere e arti di Palermo, della Società di scienze naturali ed economiche della stessa città siciliana, della R. Accademia Peloritana di Messina, della R. Accademia di scienze, lettere ed arti di Padova, dell’Accademia veneto-trentino-istriana, consigliere della Società italiana di fotogrammetria Ignazio Porro e membro del Comitato talassografico italiano. Solèr ricevette inoltre diverse onorificenze: cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia il 3 aprile 1913, ufficiale dell’Ordine della Corona d’Italia il 2 maggio 1920, commendatore dell’Ordine della Corona d’Italia il 25 luglio 1922, cavaliere dell’Ordine dei Ss. Maurizio e Lazzaro il 1° giugno 1930 e grande ufficiale dell’Ordine della Corona d’Italia il 27 ottobre 1936.
Il suo impegno politico lo portò ad aderire al Partito nazionale fascista nel 1921 e a entrare molto tempo dopo in Parlamento, in qualità di senatore del Regno d’Italia.
La nomina parlamentare, avvenuta il 6 aprile 1934, gli fu conferita in quanto membro della Regia Accademia delle scienze da sette anni. La proposta fu presentata il 29 novembre 1933 dal professor Carlo Anti, rettore protempore dell’Università degli studi di Padova, e dal prefetto della stessa città, Elfrido Ramaccini, mentre relatore in Parlamento fu il senatore Giovanni Gentile. Solèr prestò giuramento il 5 maggio dello stesso anno. I suoi impegni parlamentari lo videro impegnato nell’ambito della commissione per le Petizioni (26 luglio 1936-2 marzo 1939), della commissione dell’Educazione nazionale e della Cultura popolare (17 aprile 1939-23 gennaio 1940) e della commissione dei Lavori pubblici e delle Comunicazioni (17 aprile 1939-23 gennaio 1940).
I suoi studi in campo geodetico si protrassero per cinquant’anni e le sue esperienze iniziarono seguendo l’approccio classico dello studio delle superfici di riferimento e delle proiezioni cartografiche, producendo sei saggi, pubblicati tra il 1894 e il 1906, tra i quali uno dedicato a una nuova proiezione che rendeva trascurabili le deformazioni superficiali, lasciando molto piccole tutte le altre, e uno dedicato alle proiezioni merisogone.
Appena laureato, dal 1890 al 1891, realizzò il collegamento geodetico del semaforo di Capo Gallo, a nord di Palermo, con monte Alfano, monte Pellegrino, Valverde e monte Cuccio, nel quadro delle ricerche, condotte sotto la guida di Venturi, per la determinazione del coefficiente di rifrazione geodetica, da applicarsi nelle operazioni di livellazione trigonometrica, servendosi di un teodolite universale di tipo Starke, impiegato nelle grandi triangolazioni.
Nel 1893 pubblicò il suo primo studio sulla rifrazione di Bouguer e di Bessel, seguito da notevoli ricerche sperimentali condotte tutte in ambito siciliano, nel campo della rifrazione geodetica, astronomica e marina, che furono coronate nel 1910 da un pregevole contributo sulle teorie riguardanti la rifrazione geodetica.
Dopo il trasferimento a Padova, si dedicò con grande successo agli studi sperimentali di gravimetria, riprendendo le esperienze giovanili, condotte a Palermo con Venturi, ed eseguendo nuove campagne di misure pendolari. Solèr fu il primo in Italia a compiere misure di gravità con la bilancia di torsione ideata dal geodeta ungherese Loránd Eötvös, inventore dello strumento omonimo.
Sulla scorta dell’osservazione galileiana (1638) dell’indipendenza dell’accelerazione gravitazionale dalla massa, perfezionata poi da Isaac Newton nel 1687, il dispositivo consentì di migliorare notevolmente le verifiche sperimentali di tale principio, con una più elevata precisione nelle misure.
La prima campagna gravimetrica di Solèr fu svolta tra il 1910 e il 1913 e continuò poi in varie regioni italiane, dai colli Euganei alla laguna di Venezia, ai soffioni boraciferi di Larderello, sopra le grotte di Postumia, a Trebicciano e San Canziano, nell’area vesuviana, in Sicilia, nel Trentino e in Alto Adige, con il duplice scopo di ricavare preziosi dati geodetici e geofisici, inerenti alla distribuzione delle masse nel sottosuolo. Tali studi lo portarono a progettare e far costruire a Padova una speciale mensola bipendolare, richiesta in seguito da altri istituti di geodesia italiani. Grazie a tali lavori, Solèr ricevette diversi riconoscimenti scientifici in Italia e all’estero, che lo portarono alle citate nomine in seno all’Associazione geodetica internazionale e a essere nominato relatore per le misure della gravità terrestre dal 1922, ruolo nel quale assicurò la produzione di rapporti triennali che costituirono una fonte insostituibile per la storia degli studi inerenti alla forma della Terra e alla formazione della crosta terrestre.
Morì a Palermo, il 23 gennaio 1940.
Fu ricordato dai suoi biografi come scienziato di grande valore, attento a valorizzare in ambito internazionale il contributo dato dall’Italia al progresso della geodesia e delle discipline affini, uomo di rilevante profilo morale, retto, leale e di notevole equilibrio.
Opere. La sua produzione scientifica si articolò in note e memorie di geodesia teoretica, lavori di geodesia operativa, rapporti e relazioni, commemorazioni e discorsi pubblici, per complessive 101 pubblicazioni (Silva, 1940, pp. 14-19).
Fonti e Bibl.: Atti del Reale Istituto veneto di scienze, lettere ed arti, Soci corrispondenti delle Province venete, a.a. 1921-22, LXXXI, parte I, pp. XXII s.; G. Boaga, E. S. (1867-1940), Padova 1940; G. Cassinis, E. S. (1867-1940). Cenno necrologico, in Memorie della Società astronomica italiana, 1940, vol. 13, pp. 145 s.; G. Silva, E. S., 1867-1940: commemorazione tenuta il 26-2-1940 nell’antiaula magna dell’Universita, Padova 1940; Commemorazione di E. S., in Giornale della Società di scienze naturali ed economiche di Palermo, 1940, vol. 22, pp. 26-34.