emigrazione
Fenomeno per cui gruppi di persone si spostano verso territori diversi da quelli in cui risiedono, per motivi politici, ambientali, di lavoro o altro. Insieme con la corrispondente immigrazione (➔), rientra nel fenomeno più ampio delle migrazioni internazionali e interne (➔ migrazione). In passato la spinta più forte a emigrare veniva dalla rottura dell’equilibrio tra dimensione demografica e capacità della terra di fornire il necessario sostentamento. Dall’inizo del 21° sec., invece, le cause sono molto più complesse, coinvolgono un numero assai più elevato di persone e producono, di conseguenza, effetti demografici, politici ed economici molto rilevanti. In particolare, con significato tecnico entrato nell’uso comune, il riferimento è all’espatrio, o spostamento regionale a scopo di lavoro, determinato da un dislivello tra le condizioni economiche esistenti nei vari Stati (e. esterna), o nelle varie zone di uno stesso Paese (e. interna). L’e. può essere limitata o di massa, temporanea o permanente. Il movimento di e. dall’Italia, considerato come fenomeno di massa, ebbe inizio intorno al 1870, a causa soprattutto del richiamo esercitato, su una manodopera con scarse opportunità di occupazione, dal mercato del lavoro statunitense, argentino e brasiliano nel ventennio 1880-1900. Le regioni italiane più interessate dall’e. sono state la Campania, la Calabria, la Sicilia, il Veneto e il Friuli.