ABDERHALDEN, Emil
Nacque a Oberuzwyl (St. Gallen) il 9 marzo 1877. Nel 1908 fu nominato professore di fisiologia a Berlino, e dal 1911 tiene la cattedra in Halle. Lavorò sul ricambio, sulla chimica delle proteine e sulla igiene sociale. Scrisse: Schutzfermente des tierisches Organismus (1912), Synthese der Zellbausteine in Pflanze und Tier (1912). Fondò nel 1914 la Zeitschrift für Fermentforschung, e diresse la pubblicazione dei grandi manuali: Handbuch der biochemischen Arbeitsmethoden (1909-1918), Handbuch der biologischen Arbeitsmethoden (dal 1921), ecc.
Reazione di Abderhalden. - È una reazione che tende a dimostrare la presenza, nel sangue di donne gravide, o di portatori di tumori, o d'individui con malattie infettive, o con alterazioni di organi, di fermenti specifici, formatisi per la penetrazione in circolo di albumine derivanti dagli organi specificamente interessati; l'esistenza di tali fermenti verrebbe messa in evidenza mediante la dimostrazione dei prodotti di scissione enzimatica delle albumine predette. Il concetto informatore della reazione è il seguente: ogni sostanza d'origine albuminoidea, la quale arrivi nel sangue da un organismo differente, o dall'organismo stesso, per altra via che per l'intestinale, e che di conseguenza, agisca nel sangue circolante come corpo estraneo non adatto all'assimilazione o all'eliminazione renale, provoca nel sangue la formazione di fermenti, che Abderhalden chiamò difensivi (Abwehrfermente), capaci di decomporre queste sostanze albuminoidee abnormi, mettendo in libertà i prodotti della loro decomposizione (peptone, aminoacidi, ecc.). Tali fermenti sono dimostrabili col metodo della dialisi, col metodo ottico e interferometrico.
Reazione dialitica: l'albumina, che è un colloide, non passa attraverso a membrane animali (dializzatori), che vengono invece attraversate dai prodotti di scissione dell'albumina. Perciò, se in un dializzatore si pongono siero di sangue d'individuo indifferente ed albumina d'un organo qualsiasi, nulla succede; se per contro si pongono siero di sangue ed albumina d'organo, verso cui detto siero contenga fermenti, ne segue digestione di quell'albumina, con formazione di peptoni e di aminoacidi, che attraversano la membrana dializzante, e che si possono poi mettere in evidenza nel liquido esterno al dializzatore mediante opportune reazioni chimiche (col trichetoidrindenidrato, che ha il nome commerciale di Ninydrin: la reazione è positiva, se il liquido assume color violetto, è negativa, se resta incoloro, o se diventa leggermente gialliccio).
Reazione col metodo ottico: dopo aver lasciato agire i fermenti di un siero su peptoni preparati coll'albumina in esame, si rileva al polarimetro la modificazione di rotazione che la luce subisce attraversando il miscuglio di siero e peptone. Il metodo è più preciso, ma presenta l'inconveniente della difficoltà di preparazione dei singoli peptoni.
Reazione col metodo interferometrico (v. interferometro): dalla disintegrazione dell'albumina organica in un miscuglio di sieri e d'organi si ottengono dei peptoni solubili nel siero, e quindi un aumento della concentrazione loro nel siero esaminato in confronto alla loro concentrazione nel siero normale. La differenza di concentrazione vien misurata coll'interferometro per liquidi di Loewe, strumento costruito da Zeiss. Si misura il decorso dei raggi interferenziali che le diverse refrazioni producono nella miscela in esame e in una miscela di controllo. Con il metodo suddetto sono esclusi gli errori soggettivi d'osservazione, poiché i risultati sono anche fotografabili; e si può metter in evidenza anche un aumento di mgr. 0,02 di peptone.
Bibl.: Abderhalden, Die Abderhaldensche Reaktion, 5ª ed., Berlino 1922; Poggi, I fermenti difensivi e la reazione di Aberdhalden in Annali dell'Istituto Maragliano, 1923, pp. 55-133.