BERTANA, Emilio
Nato a Monselice il 25 giugno 1860, si laureò a Padova nel 1883 in lettere e filosofia. Insegnò lettere italiane nei licei classici di Sondrio (1885-1886), di Como (1886-1890), di La Spezia (1890-1896), e successivamente diresse il ginnasio di Tortona (1896-1897) e il ginnasio internazionale di Torino (1897-1903). Pubblicava nel frattempo numerosi saggi che gli valsero nel 1902 la libera docenza in letteratura italiana presso l'università di Torino. Provveditore agli studi a Bari (1904), Ascoli (1905), Cuneo (1907), dal 1910 al 1913 fu ispettore ministeriale per le scuole medie, e infine, dal 1913 al 1925, preside del liceo classico Alfieri di Torino. Colpito nel 1921 da grave malattia, si spense a Como il 9 ag. 1934.
Nella sua opera di critico, il B. aderì alla scuola del metodo storico e, se respinse i principi deterministici e pseudoscientifici dell'ala estrema dei positivisti, si oppose alle idealizzazioni romantiche e al moralismo risorgimentale portati nel campo della critica, e polemizzò con il Croce, la cui estetica gli parve astratta e semplicistica nel suo motivo centrale dell'"intuizione". Nelle sue ricerche non seguì un'estetica filosoficamente precisata, ma si valse essenzialmente di acutezza psicologica e di una larga informazione storica ed erudita, sforzandosi di studiare l'autore nella sua biografia, nel suo carattere, nei suoi orientamenti culturali in rapporto alla civiltà del tempo. Attentissimo all'esame del documento, ebbe in questo il suo pregio e il suo limite: distrusse interpretazioni idealizzatrici, ma indulse anche a toni polemici e requisitori, e mancò spesso di cogliere il significato più profondo dell'opera di un autore. Con i suoi contributi, tuttavia, sgombrò il terreno alla critica successiva, che utilizzò il suo accurato vaglio dei dati di fatto, la sua storicizzazione di uomini e di tendenze letterarie, le sue precisazioni culturali e psicologiche; ma che generalmente superò le sue ricerche attraverso una più precisa considerazione del messaggio ideale e poetico degli scrittori.
Il B. conseguì i suoi migliori risultati nei saggi settecenteschi: possono essere ancora utili i suoi scritti, stilisticamente scorrevoli e vivaci, sul Rezzonico, sull'Arcadia "lugubre", sugli autori didascalici, e soprattutto quelli sul Parini e sull'Alfieri.
Del primo egli pose in rilievo il fondamentale interesse sociale, la forte coscienza morale, la varia umanità e i legami con la cultura letteraria del tempo, attestati dai suoi versi giocosi. Del secondo ricondusse la figura a più precise dimensioni storiche, distruggendo il mito risorgimentale del poetavate della libertà; studiò quindi a fondo l'uomo Alfieri, ponendone in rilievo Pegocentrismo e le debolezze, chiarì il carattere disorganico delle sue idee politiche, che rispondono al manifestarsi di sentimenti e passioni, richiamò l'attenzione dalla Vita e dalle tragedie di libertà al Saul, alla Mirra, alle liriche, in cui vide meglio rivelarsi la tempestosa natura e realizzarsi la vocazione poetica dell'Astigiano.
Positivista per esigenza di chiarezza logica e di concretezza, il B., nell'ultimo scorcio della sua vita, durante la guerra mondiale e particolarmente negli anni della malattia che lo condusse a morte, si andò sempre più orientando verso una viva esperienza religiosa.
Le sue opere più importanti sono: L'Arcadia della scienza: C. Castone della Torre di Rezzonico, Parma 1890; Il Parini tra i poeti giocosi del Settecento, in Giorn. stor. d. lett. ital.,suppl. I (1898), pp. 1 ss.; Arcadia lugubre e preromantica, Rocca S. Casciano 1899; Il teatro tragico ital. del sec. XVIII prima dell'Alfieri, in Giorn. stor. d. lett. ital., suppl. IV (1901), pp. 1 ss.; Sulla pubblicazione delle prime dieci tragedie dell'Alfieri, in Raccolta di studi critici dedicati ad A. d'Ancona, Firenze 1901, pp. 59-67; V. Alfieri,Torino 1902; Di una nuova estetica, in Atti d. Accad. d. Scienze di Torino, XXXVIII(1902-1903), pp. 483-505; La Tragedia, Milano 1906; In Arcadia. Saggi e profili, Napoli 1909; Saggi pariniani, L'Aquila 1926.
Fonti e Bibl.: Per la carriera didattica del B. v. gli Annuari del Minist. d. Pubbl. Istruz.,1886-1914; cfr. inoltre L. Tonelli, La critica letter. contemp., Bari 1914, pp. 188, 190; Id., Il teatro ital. dalle origini ai giorni nostri, Milano 1924, pp. 347 s.; L. Piccioni, Necrologio, in Giorn. stor. d. letter. ital., CIV(1934), pp. 183 s.; M. O. Barbano, Un testamento spirituale (da note intime di E. B.), in Convivium, XI(1939), pp. 663 - 672; U. Renda-P. Operti, Diz. stor. d. letterat. ital., Torino 1951, p. 136; I classici italiani nella storia della critica, a cura di W. Binni, I, Firenze 1960, pp. 390, 403; II, ibid. 1962, pp. 173, 174, 186, 187, 188, 223-225, 227, 244, 245, 256, 269, 281, 371, 391, 404, 478, 516; M. Fubini, Alfieri nell'Ottocento, in Il Veltro, VI (1962), pp. 46 s.