Generale italiano (Cassano d'Adda 1866 - Verona 1944). Durante la prima guerra mondiale promosso (1916) maggiore generale per merito di guerra, si distinse nella presa di Gorizia e più tardi nelle azioni di difesa e di offesa (ott. 1918) sul Grappa. Collocato in posizione ausiliaria nel 1920, ebbe gran parte nell'organizzazione del movimento fascista, nell'ottobre 1922 fu uno dei quadrumviri della "marcia su Roma" e successivamente capo della polizia e primo comandante della MVSN. Nel 1925 governatore della Tripolitania e nel 1929 ministro delle colonie, dal gennaio 1935 in Eritrea, tenne il comando delle operazioni nella prima fase della guerra contro l'Etiopia. Votò l'ordine del giorno Grandi (24 luglio 1943), così che, alla ripresa fascista, fu condannato a morte dal tribunale di Verona e fucilato.