DIENA, Emilio
Nacque a Modena il 26 giugno 1860 da Davide e Gegia Ambron, in un'agiata famiglia di banchieri, e conseguì a Roma la laurea in giurisprudenza. Fin da ragazzo, e con la collaborazione del fratello Carlo, a supporto della sua collezione di francobolli, si dedicò allo studio della filatelia. Nel 1894 pubblicò a Modena il suo primo lavoro, Ifrancobolli del Ducato di Modena e delle provincie modenesi e le marche del Ducato stesso pei giornali esteri, importante volume con tavole in eliotipia e in zincotipia, che fornisce una descrizione sistematica delle emissioni del Ducato.
Allo studio delle varianti di stampa e della impostazione delle tavole tipografiche, formate raggruppando i vari blocchetti degli stereotipi previa aggiunta, con caratteri mobili, della leggenda del valore, si affianca nell'opera - indirizzo che veniva impresso per la prima volta agli studi filatelici - la descrizione degli annulli e degli usi postali, branca questa che si è poi sviluppata dando luogo alla cosiddetta storia postale.
Dal 1897 il D. lavorò, per incarico del ministro E. Sineo, all'organizzazione del Museo postale del ministero delle Poste e dei Telegrafi. Dopo il debutto in campo editoriale, fu in contatto con i più importanti filatelisti dell'epoca e partecipò come figura di primo piano al congresso filatelico di Parigi del 9 sett. 1900, dal quale discende l'attuale impostazione della materia filatelica. Trasferitosi a Roma, preparò altre pubblicazioni, Les timbres-poste des Romagnes. Suivid'une étude sur leur réimpressions (Bruxelles 1898) e A history of the postage-stamps of Sicily (London 1904), con la ricostruzione completa delle tavole utilizzate per realizzare sette francobolli di diverso valore facciale, in fogli di cento esemplari in calcografia, da galvani in rame.
Riconosciuto sul piano internazionale quale iniziatore e massimo rappresentante di un approccio metodologicamente scientifico e critico-filologico alla filatelia, il D. avviò una specifica attività professionale come perito filatelico (coadiuvato in seguito dai figli Alberto e Mario, che ne avrebbero proseguito l'attività dopo la sua morte): le iniziali "E.D." e le firme "E. Diena" o "Emilio Diena" (in progressione a seconda della rarità del pezzo) sono ancora garanzia di autenticità riconosciuta nel mondo intero. Fu inoltre promotore della lotta contro i falsari, apprezzato collaboratore di varie riviste filateliche (tra le principali IlCorriere filatelico e il London philatelist) e membro di varie giurie e associazioni filateliche internazionali.
Fu socio fondatore - e per dieci anni presidente - della Società filatelica italiana, costituita il 29 giugno 1914, della quale ebbe il compito di formulare il regolamento e organizzare la vita sociale, affiancato dai noti collezionisti G. Saraceni, G. Costa e dal presidente onorario A. Doria Pamphili.
Dopo uno studio sui francobolli di Parma (Note sui francobolli del Governo provvisorio di Parma, Roma 1913), lavorò al Catalogo storico-descrittivo dei francobolli d'Italia (Torino 1923), presiedendo la commissione redazionale: è il noto "Catalogo della vittoria", dal quale sono basilarmente derivati i moderni cataloghi specializzati. Nel 1932 ricevette la medaglia Crawford della Royal Philatelic Society di Londra per la magistrale pubblicazione su I francobolli del Regno di Napoli e i due provvisori da mezzo tornese del 1860, Milano 1932.
Commendatore dell'Ordine equestre del Regno d'Italia, venne iscritto nel 1921 nel Roll of distinguished philatelists, massimo riconoscimento nel campo della filatelia.
Morì a Roma il 9 ott. 1941.
Fonti e Bibl.: necrol.: L. Sassone, In morte di E. D., in Corriere filatelico, XXIII (1941), pp. 99 s.; Bollettino filatelico, novembre 1941, p. 22; v. inoltre Enciclopedia dei francobolli, I-II, Firenze 1968, ad Indicem.