GUANO, Emilio
Nacque a Genova il 16 ag. 1900 da Giovanni Battista, impiegato portuale, e da Santina Ugo, casalinga, in una famiglia con salde radici religiose.
Il G. entrò in seminario a nove anni; nel 1917 conseguì la maturità presso il liceo Cristoforo Colombo nella sua città. Dal 1917 al 1921 continuò gli studi di teologia in seminario dopo aver ottenuto, nell'ottobre 1917, il diploma di capitano di lungo corso ed essersi iscritto al corso di laurea in ingegneria navale dell'Università di Genova, senza mai frequentare. Nel 1918 fu chiamato alle armi nella Marina, da cui fu congedato nel febbraio 1919.
Nel 1920 si trasferì a Roma, per specializzarsi in Sacra Scrittura presso l'Istituto biblico, dove conseguì la licenza in scienze bibliche nel 1922. Il 23 dicembre dello stesso anno, a Roma nella cattedrale di S. Giovanni in Laterano, fu ordinato sacerdote. Nel 1924, non appena conseguita la licenza in teologia, rientrò a Genova nominato viceparroco nel quartiere popolare di S. Fruttuoso. Nel 1925 l'arcivescovo di Genova C.D. Minoretti gli dette l'incarico di storia della Chiesa nel corso teologico del seminario; l'anno seguente fu nominato assistente ecclesiastico del circolo universitario della Federazione universitaria cattolica italiana (FUCI) e di un gruppo dell'Associazione scoutistica cattolica italiana. Dal 1930 insegnò teologia presso lo studentato dei carmelitani di Genova, mentre nel biennio 1935-37 ebbe l'incarico di insegnante di religione in una scuola pubblica cittadina, il liceo classico Andrea Doria.
Nel 1935 fu nominato dalla S. Sede viceassistente nazionale della FUCI e iniziò a collaborare con Pax Romana e con il MIEC (Mouvement international des étudiants catholiques).
Dal 1936 fu viceassistente del movimento laureati di Azione cattolica, contribuendo alla formazione della cultura religiosa di alcune generazioni di professionisti; nel contempo, tra il 1936 e il 1941, il G. si dedicava all'insegnamento di SacraScrittura e storia ecclesiastica e di patrologia ed ebraico nel corso teologico del seminario di Genova.
In questo periodo intensificò anche gli incontri (congressi, ritiri, corsi di teologia) mirati alla formazione dei laici, basati sul confronto con il testo biblico e sulla ricchezza delle relazioni interpersonali.
Nel dopoguerra proseguì nel suo impegno nella formazione spirituale e culturale dei laici cattolici nella Chiesa e nella società, favorendo una loro autonomia e un maggior pluralismo delle scelte politiche.
Dal 1943 al 1946, e successivamente dal 1949 al 1954, fu assistente centrale del Movimento laureati di Azione cattolica. Nel 1946 fu nominato consulente del Comitato cattolico docenti universitari e nel 1949 eletto segretario degli assistenti ecclesiastici di Pax Romana. Nel 1950 collaborò attivamente alla preparazione del I Congresso mondiale per l'apostolato dei laici e, nel 1951, fu membro della Commission de consultation ecclésiastique dello stesso organismo a livello mondiale. Nel 1953 iniziò la collaborazione al Copecial (Comitato permanente per i congressi internazionali dell'apostolato dei laici), nel 1954 fu nominato assistente ecclesiastico del MIEC e nel 1955 del Movimento laureati di Azione cattolica, carica che conservò fino al 1970. Sempre nel 1955 approfondì la collaborazione con il Movimento ecumenico internazionale, prendendo parte ai colloqui di Bossey. Tra il 1959 e il 1962, insieme con don F. Costa, creò la rivista Spiritualità dell'uomo politico, come luogo di dialogo e collaborazione tra intellettuali cattolici e mondo politico
Il 31 maggio 1962 papa Giovanni XXIII lo ordinò vescovo, assegnandolo alla Chiesa di Livorno.
La scelta sembrava destinata ad allontanare il G. dalla sua lunga esperienza romana nell'associazionismo cattolico inserendolo in una realtà prevalentemente industriale e di tradizione marxista; di fatto rappresentò per lui un forte stimolo a tradurre nella pastorale i dettati del concilio Vaticano II. Alle esigenze della Chiesa locale, il G. rispose con gli strumenti del biblista e dell'intellettuale: dialogo, ascolto e confronto incisivo e profondo con il mondo laico e civile, trasferendo a Livorno il metodo educativo e pastorale già sperimentato proprio nell'ambito dell'associazionismo cattolico. Roventi, viceversa, furono le accuse a lui rivolte dal mondo conservatore intra ed extra ecclesiale.
Al concilio Vaticano II (1962-65) il G. partecipò svolgendo un ruolo di primo piano soprattutto nella realizzazione dei documenti conciliari, in particolare la costituzione pastorale Gaudium et spes, relativa ai problemi delle moderne società industriali, e la Lumen gentium; inoltre diede un contributo rilevante sui temi dell'ecumenismo, della riforma liturgica e circa il ruolo dei laici nella Chiesa. In effetti egli fu uno dei più significativi referenti dell'episcopato italiano orientato nella direzione dell'aggiornamento auspicato da Giovanni XXIII e da Paolo VI.
Al compimento dei 70 anni rinunciò al governo della diocesi.
Il G. morì a Genova il 26 sett. 1970.
Il G. fu una delle personalità più originali e penetranti della Chiesa italiana del Novecento, portatore di una proposta creativa nell'auspicio di raggiungere un punto di equilibrio tra teologia e cultura moderna. Il suo pensiero religioso si ispirava alla filosofia neotomista, alla nuova teologia cattolica e protestante, francese e tedesca, e alla spiritualità del monachesimo benedettino; il suo pensiero politico-culturale subì un'evoluzione nel tempo: partendo dalla visione di una nuova cristianità in grado di segnare il cammino dell'uomo nel mondo moderno, nel secondo dopoguerra si avvicinò all'idea di una società ispirata al Vangelo in dialogo con il mondo. Tuttavia egli non fu un teorico della politica e la sua formazione e gli studi lo avvicinarono piuttosto al modello dell'intellettuale dedito alla riflessione culturale sulla politica.
L'evoluzione del suo percorso culturale e spirituale affonda le radici negli anni della formazione a Genova, nella chiesa del card. Minoretti, al fianco di una generazione di futuri autorevoli esponenti del cattolicesimo italiano: G. Siri, G. Lercaro, F. Costa. Tra gli anni Trenta e Quaranta, insieme con l'amico Costa, e in collaborazione con mons. G.B. Montini, allora assistente centrale della FUCI, il G. contribuì alla formazione della futura classe dirigente cattolica destinata a guidare l'Italia nel dopoguerra; il suo pensiero rivestì fondamentale importanza nell'elaborazione culturale e politica del movimento cattolico-democratico e nel passaggio di molti cattolici alla vita politica. Il contributo specifico del G. si espresse in particolare su temi quali il ruolo dei laici nella Chiesa, la formazione di una cultura religiosa nell'ambito dell'associazionismo cattolico, la riflessione sull'importanza della liturgia e l'interpretazione ecclesiologia e cristocentrica del rapporto Chiesa-mondo.
Fu il concilio, comunque, l'evento nel cui ambito il G. espresse al meglio le proprie competenze; in quella sede fu, poi, prezioso referente tra l'episcopato italiano e molti vescovi, periti e padri conciliari stranieri, grazie agli stretti rapporti d'amicizia e di collaborazione consolidati in tanti anni di attività internazionale nel movimento di Pax Romana.
Tra i suoi scritti vanno ricordati: La Chiesa, Roma 1936 (appunti di lezioni); La teologia nella vita sacerdotale, Brescia 1939; La rivelazione di Dio, I-IV, Roma 1940-45 (I, Introduzione alla rivelazione cristiana; II, Le origini e la preparazione a Cristo; III, Cristo, Verbo incarnato; IV, La continuazione di Cristo e la consumazione delle cose); Invito alla riflessione, Fossano 1961; Natale tra disperazione e speranza, Vicenza 1979 (con un profilo di G. Tavallini); Ti interessa Dio? Lettere del vescovo ai Livornesi. 1962-1970, Roma 1980; Lettere di amichevole intesa (1942-1955). Verso la pienezza dell'amore, ibid. 1980; Cultura e responsabilità. Lettere a docenti (1946-1963), ibid. 1981; La santità di Dio, ibid. 1996.
Fonti e Bibl.: A Roma presso l'Istituto Paolo VI per lo studio del movimento cattolico in Italia e dell'Azione cattolica italiana è conservato il Fondo E. Guano composto di 190 faldoni, 137 dei quali inventariati e schedati in un primo lavoro di classificazione: l'indice delle buste è suddiviso secondo un criterio cronologico; nelle buste 138-190, è presente materiale vario non ordinato, senza indicazioni e senza data.
Vedi ancora: S. Accame, Don E. G. e i docenti universitari, in Aevum, XLVIII (1974), 3-4, pp. 309-328; G.P. Meucci, Per tutti era solo don G., in Il Telegrafo, 1° maggio 1977; I. Murgia, Un uomo della parola, in Il Gazzettino di Venezia, 8 giugno 1977; V. Branca, Quando i vescovi non fanno spettacolo, in Corriere della sera, 18 luglio 1977; I. Giordani, DonG., un cristiano per i tempi nuovi, in Città nuova, 10 sett. 1977; G. Tavallini, Don E. G., in Teologia liturgia e storia, Brescia 1977, pp. 451-464; A. Bertani, Offrì agli altri i doni che ebbe dallo spirito, in Avvenire, 21 sett. 1980; G. Merli, L'amichevole intesa di don G., in Il Popolo, 19 ott. 1980; G. Lazzaro, La famiglia spirituale di don E. G., ibid., 18 dic. 1980; R. Goldie, DonG., padre conciliare. Un testimone e una guida, in Presenza pastorale, L (1980), 1, pp. 89-93; P.E. Taviani, La parola di don G., in Civitas, XXXI (1981), 2, pp. 17-23; A. Monticone, Cultura e responsabilità, in Avvenire, 15 nov. 1981; G.B. Varnier, Recensioni e segnalazioni dei libri sulla figura di don G. della Studium, in Riv. di storia della Chiesa in Italia, XXXIX (1985), 1, pp. 229-234; L. Vivaldo, E. G., operaio silenzioso al concilio, in Un sinodo per un'autentica recezione del concilio, in Presenza pastorale, LV (1985), 11-12, pp. 168-173; A. Piazza, Nel ventennale della morte di mons. E. G., in Riv. diocesana genovese, 1991, n. 1, pp. 99-108; A. Ablondi - A. Balestero - M. Marcocchi, Don G. vescovo e teologo, Roma 1992; G. Tavallini, Originalità cristiana di mons. E. G., in Il Settimanale cattolico, 22 marzo 1994; G. Grasso, E. G.: un vescovo, un uomo, in La Repubblica, suppl., 7 marzo 1996; A. Airò, DonG., il prete che sognava la Chiesa inventata dal concilio, in Avvenire, 10 marzo 1996; A. Monticone, Genova cattolica e laica tra due guerre, in Il Secolo XIX, 12 marzo 1996; Id., Don G. 25 anni dopo, in Coscienza, XXXXVIII (1996), 1, pp. 10-12; D. Veneruso, La vera conservazione nella Chiesa si presenta come novità rivolte all'avvenire, in L'Osservatore romano, 13 apr. 1996; L. Rolandi, Da cristiano dentro la storia, in Jesus, XVIII (1996), 4, pp. 65-67; M.L. Paronetto Valier, DonG. La testimonianza dell'assistente, carità e sapienza, in Studium, XCII (1996), pp. 43-66; L. Rolandi, E. G., fede e cultura di un sacerdote del XX secolo, in Orientamenti sociali, VIII (1996), 2, pp. 112-116; Id., Quel che G. ci ha lasciato, in Coscienza, XXXXVIII (1996), 3, pp. 26 s.; Id., E. G. e gli intellettuali cattolici in Europa: gli anni di Pax Romana (1934-1960), in Studium, XCIII (1997), 1, pp. 81-89; Id., E. G. uomo della parola e del dialogo, in Humanitas, LII (1997), 1, pp. 127-131; E. G. Coscienza, libertà, responsabilità, a cura di M.L. Paronetto Valier, Roma 1998; L. Rolandi, E. G.: religione e cultura nella Chiesa italiana del Novecento, Soveria Mannelli 2001; G. Merlatti, Un protagonista di spicco nella Chiesa del Novecento, in L'Osservatore romano, 12 apr. 2001; A. Airò, Quando don G. negli anni Trenta scommetteva sui laici, in Avvenire, 31 maggio 2001; G. Donati, Un uomo del concilio, in Toscana oggi, 10 giugno 2001; E. Preziosi, Don G. si è avviato, noi siamo rimasti indietro, in Vita pastorale, 2001, n. 7, pp. 60 s.; D. Veneruso, Una figura di spicco nella Chiesa italiana del Novecento, in L'Osservatore romano, 4-5 febbr. 2002; F. Villa, G. maestro del laicato cattolico, in Jesus, 2002, n. 5, p. 94; A. Monticone, E. G., in Diz. stor. del movimento cattolico in Italia, II, I protagonisti, Casale Monferrato 1982, pp. 280-284; Id., E. G., in Dictionnaire d'hist. et de géogr. ecclésiastiques, XXII, Paris 1988, coll. 1507-1510.