MANTELLI, Emilio
Nacque a Genova il 17 febbr. 1884 da Giuseppe, fornaio. Da bambino il M. si stabilì a La Spezia con la famiglia, ma già tra il 1901 e il 1904, rinunciando all'attività ben avviata del padre, si trasferì a Firenze.
Qui si iscrisse alla scuola libera del nudo di Giovanni Fattori all'Accademia di belle arti, dove ebbe modo di frequentare Adolfo De Carolis. Strinse legami di profonda e duratura amicizia con i compagni di corso Moses Levy, Libero Andreotti, Enrico Sacchetti, Giulio Cesare Vinzio e soprattutto con Lorenzo Viani. In quegli anni la sua attenzione era rivolta ancora esclusivamente alla pittura; ma delle opere resta qualche traccia solo nei cataloghi di esposizione della Promotrice fiorentina del 1903 e del 1904 e nelle pochissime testimonianze di qualche biografo, dalle quali si ricava un interesse per le marine, probabilmente realizzate durante i suoi ritorni stagionali a La Spezia (Luzzi).
Negli anni seguenti il M. soggiornò brevemente a Venezia (Paccagnini, 1997), prima di intraprendere un viaggio a Parigi, forse nel 1906 in compagnia di Viani e Andreotti. Non si ha alcun documento del periodo francese (che dovette durare fino al 1908), se non un breve cenno di cronaca del 1923, che riporta: "lavorò con ansia e con febbre; studiò e rese la Senna nella molteplicità dei suoi aspetti, vendette i suoi quadri per poco a un negoziante che li rivendeva per molto. E patì fame e freddo" (Luzzi).
Al 1909 appartiene un disegno datato di marcata connotazione simbolista, Bosco (Novara, Galleria d'arte moderna Paolo e Adele Giannoni, inv. 379), unica testimonianza nel lungo periodo di vuoto documentario fino all'agosto del 1911. A quella data il M. esordì nel secondo numero dell'Eroica (rivista fondata a La Spezia da Ettore Cozzani) con l'illustrazione della rubrica "La buona novella": due aquile in lotta contro il cielo annuvolato, omaggio testuale a De Carolis (Paccagnini, 1997), dal quale il M. prese progressivamente le distanze connotando le sue xilografie di un segno "più duro e spigoloso che non può imputarsi ad imperizia tecnica, bensì alla ricerca di essenzialità e sinteticità, cercando di raggiungere il massimo d'intensità col minimo dei mezzi, spesso sfruttando in funzione espressiva le venature del legno" (ibid.). Il distacco vero e proprio dal maestro avvenne alla fine del 1913 quando De Carolis uscì dal comitato direttivo della rivista portando via i suoi allievi più stretti: il M. prese quindi parte alla "secessione" proclamata da Cozzani assumendo un ruolo guida nell'illustrazione xilografica della rivista già nell'ultimo numero dell'anno a lui interamente dedicato.
Il rilevante apporto del M. nell'Eroica verrà sottolineato da altri tre fascicoli riservati a lui dopo la sua morte, nel 1920 con due personali (nn. 66-67, 68-69) e nel 1936 (n. 217-218) con uno in cui sarebbero state ristampate oltre venti sue xilografie. Fino alla morte il M. collaborò assiduamente alla rivista fornendo numerose xilografie di piccolo e medio formato, con funzione d'appoggio ai testi letterari o in tavole a piena pagina fuori testo. Per L'Eroica il M. illustrò alcuni volumi della collana "I gioielli de L'Eroica" come La crociata degli innocenti: mistero in quattro atti di Gabriele D'Annunzio (1915) o la Sagra di santa Gorizia (1917) e La sveglia. Il testamento (1918) di Vittorio Locchi.
Nel 1912 ottenne un primo riconoscimento con la medaglia d'oro alla I Mostra internazionale di xilografia di Levanto per due xilografie, delle quali una, col motto "Una apre il volo e cento impennan l'ali", sarebbe diventata il manifesto e la copertina del catalogo.
Contemporaneamente all'impegno per L'Eroica, dal 1913 il M. fornì i suoi legni all'editore Angelo Fortunato Formiggini illustrando alcuni testi della collana i "Classici del ridere": Decamerone: Pampinea: giornata prima di G. Boccaccio, a cura di Cozzani (Genova 1913, n. 1); Scritti varii di Anton Francesco Doni, a cura di Fernando Palazzi (ibid. 1913, n. 5); Timone; Icaromenippo; Dialogo delle cortigiane di Luciano, versione di Emilio Bodrero (ibid. 1913, n. 11); Le rime e la Catrina di Francesco Berni, a cura di Fernando Palazzi (ibid. 1915, n. 23); Macaronicae di Teofilo Folengo, a cura di Giuseppe Lipparini (Roma 1925, n. 57).
Nel 1914 il M. partecipò alla XI Biennale di Venezia con sei opere esposte nella sala dedicata alla xilografia contemporanea in Italia (I nostromi, I calafati, Gli scaricatori, I pescatori, Gli elevatori, Il traino: nn. 24-29 del catalogo), ordinata dalla "Corporazione italiana degli xilografi" di Cozzani. Nel 1915 presentò otto opere di soggetto popolare alla III Esposizione internazionale dell'arte della Secessione a Roma (alla quale aveva partecipato anche nella prima edizione del 1913), nella sala dedicata alla xilografia, tra cui Bimba, Bevitore, I tacchini, Mercanti, Viatico, Cadimare. Contemporaneamente, a Milano intervenne alla Mostra dell'incisione italiana organizzata dalla Società per le belle arti ed esposizione permanente inviando, tra le altre opere, una xilografia a tre legni, Testa di donna, che ritraeva sua moglie Ines sposata a La Spezia.
Tra il 1915 e il 1918 l'attività di grafico e illustratore del M. si spostò su altre imprese editoriali parallele all'Eroica, tra le quali sono da menzionare le xilografie per Un viandante, versi di Cesare Magi (Lucca 1915) e per Dieci giorni in Italia, racconto di Maurice Barrès (Firenze 1917). Curò anche il manifesto e l'illustrazione del catalogo per la Mostra nazionale d'arte di Sarzana a favore del "Posto di ristoro della Croce rossa" nell'ambito delle iniziative dell'Eroica del 1916 (marzo-aprile).
Condividendo il programma interventista di altri collaboratori dell'Eroica, il M. si arruolò volontario il 17 nov. 1915 e partì in guerra i primi di gennaio del 1916 come tenente di fanteria.
Al fronte incise diversi legni a soggetto militare (I reticolati, Cambio, Una scalata, Muletti, Gli eroi, Soldati in marcia), utilizzando materiale di fortuna e, secondo la testimonianza di Cozzani sull'Eroica (1920), riuscì a dipingere anche dodici tavolette delle quali, tuttavia, si è persa traccia (La Grande Guerra…).
Il M. morì a Verona in un ospedale da campo l'11 nov. 1918 a causa di una malattia polmonare contratta durante il servizio militare.
Si dedicò profusamente anche alla grafica minore incidendo molti ex libris, emblemi, biglietti augurali e da visita, annunci di nozze, annunci di imprese. Lo scultore Eugenio Baroni gli ha dedicato un busto in bronzo (Beringheli).
Diverse opere grafiche sono conservate in raccolte pubbliche (a Roma, presso l'Istituto nazionale per la grafica e nella Galleria nazionale d'arte moderna; a Milano, nella Raccolta Bertarelli; a Cagliari, nella collezione Valle del Museo comunale; a Reggio Emilia, nella Raccolta Angelo Davoli della Biblioteca Palizzi) e private. Nella Galleria d'arte moderna di Genova-Nervi si può ammirare uno tra i rari esempi della sua pittura, una tavoletta dipinta a olio su entrambi i lati dal titolo Le Apuane.
Fonti e Bibl.: E. Cozzani, in L'Eroica, III (1913), 22-23, pp. 259 s.; M. Labò, in Emporium, L (1919), 297, pp. 115-117; E. Cozzani, in L'Eroica, X (1920), 66-67, pp. 4 s.; 68-69, pp. 5 s.; B.M. Luzzi, I nostri artisti. E. M. xilografo, in Luce. Rassegna de La Giovine Italia, II (1922-23), p. 21; E. M., Giuseppe Siccardi, Amighetto Amichetti (catal., galleria Micheli), presentazione di S. Benelli, Milano 1927; C. Ratta, L'arte del libro e della rivista nei paesi d'Europa e d'America, Bologna 1927, I, figg. alle pp. 58, 104 s., 121, 155, 385, 388; II, tav. 417, n. 7; Noi (E. Cozzani), Novecento avanti lettera. E. M., in L'Eroica, XXVI (1936), 217-218, pp. 20-38; "L'Eroica" e la xilografia (catal.), a cura di R. Bossaglia - B.M. Zetti Ugolotti, Milano 1981, pp. 55 s., 94-96, 99, 108, 110, 112-114; Gabriele D'Annunzio e la promozione delle arti (catal., Gardone Riviera), a cura di R. Bossaglia - M. Quesada, Milano-Roma 1988, p. 63; La pittura di paesaggio in Liguria tra Otto e Novecento. Collezionismo pubblico e privato nelle raccolte della Galleria d'arte moderna di Genova (catal.), a cura di M.F. Giubilei, Genova 1990, p. 158; D. Arich de Finetti, in La Galleria d'arte moderna Paolo e Adele Giannoni: catalogo generale, II, Novara 1993, pp. 71 s.; R. Jentsch, I libri d'artista italiani del Novecento, Torino 1993, pp. 126, 210 s., 221, 292, 360, nn. 346-347; P. Paccagnini - F. Battolini, E. M. (1884-1918): xilografie, La Spezia 1994; P. Paccagnini, Memoria per E. M., in Rara volumina. Riv. di studi sull'editoria di pregio e il libro illustrato, 1994, n. 1, pp. 55-60; P. Zatti, in Presenze liguri alle Biennali di Venezia. 1895-1995 (catal.), a cura di M.F. Giubilei - F. Ragazzi - F. Sborgi, Genova 1995, p. 317; P. Paccagnini, E. M. xilografo, Lucca 1997; Il senso dell'eroico. Cozzani, Pascoli, D'Annunzio (catal.), a cura di M. Ratti, La Spezia 2001, figg. alle pp. 27, 29, 32, 34, 49, 69 s., 76, 78, 102, 106-108, 123 s., 138, 151, 154 s., 160 s., 164 s., 170; M.F. Giubilei, Galleria d'arte moderna di Genova: repertorio generale delle opere, II, Firenze 2004, p. 551; La Grande Guerra degli artisti. Propaganda e iconografia bellica in Italia negli anni della prima guerra mondiale (catal.), a cura di N. Marchioni, Firenze 2005, pp. 41 s., figg. 48-54; C. Lemma, in Dal naturalismo al simbolismo: D'Annunzio e l'arte del suo tempo (catal., Monte Porzio Catone), a cura di R. Mammucari, Marigliano 2005; A.M. Comanducci, Diz. illustrato dei pittori…, III, Milano 1972, p. 1845; G. Beringheli, Diz. degli artisti liguri, Genova 2001, p. 186.