MATTEI, Emilio Mauro
– Figlio di Giovanni Battista e di Anna Asinari di Gresy, nacque a Saluzzo il 3 ott. 1825, in una famiglia di tradizioni militari.
I suoi tre fratelli furono anch’essi ufficiali. Due servirono nell’artiglieria: Giuseppe, che cadde da capitano nella battaglia di Novara del 1849, e Gabriele, che si ritirò dal servizio nel 1870 con il grado di colonnello, dopo aver partecipato a tutte le campagne per l’indipendenza. Il terzo fratello, Felice, fu invece ufficiale del genio navale, divenendone ispettore generale nel 1879.
Il M. entrò come allievo nella R. Accademia militare di Torino il 3 giugno 1837, divenendo sottotenente il 20 sett. 1845 e uscendone come tenente di artiglieria il 2 ag. 1846. Durante la campagna del 1848 si distinse a Peschiera con la 4ª batteria di battaglia, ottenendo una menzione onorevole. L’anno successivo fu insignito di una medaglia d’argento per il suo comportamento alla Sforzesca e a Novara.
Assegnato nel gennaio 1852 al reggimento operai di artiglieria, ricevette una seconda medaglia d’argento in occasione dello scoppio della polveriera di Borgo Dora a Torino, il 26 aprile dello stesso anno, quando le disposizioni da lui prese impedirono che l’incidente, che aveva provocato già 26 morti e quasi 100 feriti, avesse ulteriori dannose conseguenze per la città.
Promosso capitano il 4 maggio 1853 e assegnato allo stato maggiore della propria arma nel 1856, rientrò al reggimento da campagna nel maggio 1859 per partecipare, al comando della 18ª batteria, alla seconda guerra di indipendenza. Al termine del conflitto tornò per breve tempo allo stato maggiore dell’arma, come direttore del laboratorio chimico, prestando anche la sua opera come insegnante dei principi reali.
Promosso maggiore nel 1860, partecipò alle campagne del 1860 e 1861, ottenendo poi la promozione a tenente colonnello, oltre alla croce di cavaliere dell’Ordine militare di Savoia, accordatagli nell’ottobre 1861 per l’opera svolta come direttore del parco d’assedio sotto Ancona. Nominato segretario del comitato d’artiglieria, permaneva nell’incarico anche dopo esser stato promosso colonnello il 12 marzo 1863.
In occasione della terza guerra d’indipendenza (1866) il M. fu nominato comandante della riserva generale di artiglieria dell’esercito, passando poi a comandare l’artiglieria del IV corpo e meritando la nomina a ufficiale dell’Ordine militare di Savoia per l’opera svolta nel corso della campagna: in particolare per la ricognizione del 5 luglio alla testa di ponte di Borgoforte. Nel settembre 1866 gli fu affidato il comando del 5° reggimento artiglieria, che conservò per tre anni, passando poi a Venezia come direttore territoriale dell’artiglieria. Nella città lagunare, dove il 1° genn. 1870 sposò Giuseppa Morando, ottenne il 18 dicembre dello stesso anno la promozione a maggiore generale e, nel 1871, la nomina a comandante del presidio.
Il M., che negli anni precedenti si era dedicato a studi strettamente tecnici sul materiale di artiglieria, progettando, fra l’altro, nuove bocche da fuoco, si applicò allora al complesso problema della difesa di Venezia, estendendo poi, quasi per necessità, i suoi studi ai canali navigabili e alle acque interne dei bacini del Po e dell’Adige.
Comandò successivamente la divisione militare territoriale di Catanzaro, venendo promosso tenente generale il 16 luglio 1879; il 20 novembre dello stesso anno passò poi a quella di Perugia e, dal 1° dic. 1881, a quella di Genova. In questa nuova sede, così come a Venezia, studiò i piani di difesa della piazzaforte sia per il fronte a terra sia per quello a mare, partecipando nel contempo alle sedute della Camera dei deputati, alla quale nel maggio del 1880 era stato eletto per il collegio di Venezia, incarico in cui venne confermato nel 1882 e nel 1886 per le due legislature successive.
Nominato nel 1883 presidente del comitato di artiglieria e genio, che sotto di lui riorganizzò le due armi e potenziò la difesa delle coste, fu incaricato della direzione superiore degli studi e dei lavori di tutte le nuove fortificazioni. Disciolto il comitato nel 1888, il M. divenne, dal 24 giugno di quell’anno, il primo ispettore generale dell’artiglieria.
Tale incarico, però, fu retto per breve tempo, in quanto il M. – che alla Camera per tre legislature si era limitato a sporadici interventi relativi a questioni militari, alla navigazione interna e alla difesa degli interessi del collegio, appoggiando sempre i ministeri Depretis e Crispi – nel novembre del 1888 votò contro un progetto di maggiori spese presentato dai ministri della Guerra e della Marina e venne posto in disponibilità. Il 27 dicembre F. Crispi respinse le proteste dell’opposizione contro questo provvedimento che rappresentava una menomazione alla libertà di voto di un deputato e il M., con estrema dignità, chiese di esser collocato nella riserva, richiesta accolta il 1° marzo 1889.
A difesa delle sue posizioni il M. pubblicò uno studio, intitolato Le economie sul bilancio della guerra (Torino 1890), che si aggiunse a La navigazione interna in Italia (Venezia 1886) e ad alcune pubblicazioni tecniche risalenti agli anni Sessanta, fra cui Strada percorsa nelle vallate di Stura e Dora dalla colonna d’esperienze pel materiale d’artiglieria alleggerito (Torino 1868).
Ritiratosi a vita privata, il M. morì a Torino il 26 febbr. 1900.
Fonti e Bibl.: Roma, Arch. dell’Ufficio storico dello stato maggiore dell’Esercito, Biografie, ad nomen; C. Montù, Storia dell’artiglieria italiana, II (dal 1815 al 1870), 5, Roma 1938, ad ind.; III (dal 1870 al 1914), 7-8, ibid. 1941-42, ad indices; G. Carocci, Agostino Depretis e la politica interna italiana dal 1876 al 1887, Torino 1956, p. 491; Enc. biografica e bibliogr. «Italiana», A. Malatesta, Ministri, deputati, senatori dal 1848 al 1922, II, p. 174; Enc. militare, sub voce.