PIZZI, Emilio
PIZZI, Emilio (Luigi Emilio Maria). – Nacque a Verona il 1° febbraio 1861, primogenito di Giuseppe, guardia-freno alla ferrovia, e Teresa Pirotta.
Ancora bambino, tornò con i genitori a Urgnano (Bergamo), paese di origine della famiglia. Dal 1° febbraio 1869 al luglio 1881 fu allievo della Pia Scuola di musica di Bergamo, dove studiò pianoforte con Vincenzo Petrali, contrappunto con Alessandro Nini e composizione con Matteo Salvi. Dall’autunno 1881 si perfezionò con Antonio Bazzini e Amilcare Ponchielli al conservatorio di Milano. Nei saggi degli allievi presentò La Risurrezione, coro concertato con orchestra e quattro arpe (12 luglio 1884) e un Preludio per orchestra (16 luglio 1885). Ottenuto il diploma di composizione, si aggiudicò il premio Bonetti (1885) con il melodramma tragico Lina su un libretto di Rodolfo Paravicini originariamente intitolato La rupe degli amanti e rimaneggiato dallo stesso Pizzi. Alla morte del suo maestro compose Sulla tomba di Amilcare Ponchielli, elegia per pianoforte su motivi delle opere dell’autore della Gioconda che, trascritta per grande orchestra, fu eseguita al conservatorio di Milano (28 febbraio 1886) e al teatro Concordia di Cremona (2 ottobre 1886).
Recatosi a Londra, fece ascoltare al Crystal Palace uno Scherzo per orchestra (3 settembre 1887) e si dedicò alla composizione dell’«opera romantica» William Ratcliff su libretto di Angelo Zanardini dalla tragedia di Heinrich Heine, che vinse il concorso Baruzzi e, acquistata da Ricordi, fu rappresentata con successo al Comunale di Bologna (31 ottobre 1889). Meno lusinghiero fu l’esito del melodramma Editha su libretto di Sigmund Arkel ispirato alla novella Ein Gebet di Carmen Sylva (Milano, teatro Dal Verme, 4 giugno 1890). Nel frattempo aveva ottenuto il primo e il secondo premio al concorso dell’Accademia musicale di Firenze per un quartetto d’archi (1889) e una segnalazione al secondo concorso Sonzogno con l’atto unico Viviana (1890). Anche a causa di divergenze con Ricordi, accettò la proposta di una lucrosa tournée artistica al fianco di Adelina Patti, che gli commissionò il dramma lirico Gabriella su libretto di Charles Alfred Byrne e Fulvio Fulgonio, portato al successo dalla celebre cantante a Boston (Music Hall, 25 novembre 1893), New York (Carnegie Hall, 16 marzo 1894) e Londra (Albert Hall, 2 giugno 1894). Nella capitale britannica si guadagnò una grande popolarità con le sue romanze, molte delle quali edite da Robert Cocks & Co., che pubblicò anche The Bric-à-Brac Will (Londra, Lyric Theatre, 28 ottobre 1895), una comedy-opera su libretto di Shafto Justin Adair FitzGerald e Hugh Moss. Nel 1896 si classificò sesto al concorso Steiner con l’opera Ultimo canto.
Il 26 giugno 1897 fu nominato direttore della Pia Scuola di musica di Bergamo e maestro di cappella nella basilica di S. Maria Maggiore. Per il centenario donizettiano compose un Inno a Donizetti su versi di Arturo Colautti (Bergamo, teatro Donizetti, 22 agosto 1897) e nel 1898 una Messa solenne e un Inno a s. Alessandro. Si ripresentò sulle scene con La Rosalba (Torino, teatro Carignano, 31 maggio 1899) su libretto di Luigi Illica (poi ripubblicato con il titolo Rosalba), tragica storia d’amore tra una bella cantatrice romana e un poeta e musico veneziano. Negli stessi anni compose l’opera Don José di Galanzara (1899), firmata con lo pseudonimo Émile Dentelles, e la pantomima Vanitas et amor su libretto di Alfredo Edel, accolta freddamente a Milano (teatro Dal Verme, 26 gennaio 1900).
Nel 1900 si dimise dagli incarichi a Bergamo e tornò a Londra, dove il 17 dicembre sposò la gentildonna inglese Lucy Courtenay Locke. Stabilitosi nuovamente nella capitale britannica, ripropose Rosalba (Covent Garden, 26 settembre 1902), poi messa in scena in tedesco in Germania (Kassel, Hoftheater, 21 ottobre 1904; Berlino, Komische Oper, 8 maggio 1908), dove ripresentò anche William Ratcliff (Elberfeld, Stadttheater, 18 marzo 1905) e fece rappresentare Vendetta su libretto tedesco di Alfred Kaiser (Colonia, Stadttheater, 1° dicembre 1906), dramma passionale ambientato in Corsica. Allo stesso periodo risalgono anche The magic eye of Egypt e Betta the gipsy, una operatic scena su libretto di Edward Waltyere (Londra, Collins’ Music Hall, 10 giugno 1907).
Nel 1915 entrò in affari con l’ingegnere Manrico Compare, del quale sovvenzionò diverse invenzioni. Dopo un lungo periodo di silenzio, si ripresentò al pubblico con Ivània, rifacimento di Vendetta su libretto di Antonio Lega (Bergamo, teatro Donizetti, 14 settembre 1926). Nel dicembre 1932 si ritirò definitivamente a villa Rosalba (alla Vetta di San Pellegrino), così chiamata dal titolo della sua opera prediletta. Tra le ultime composizioni ci sono la Canzone della polenta con parole bergamasche di Giacinto Gambirasio e Impressioni bergamasche per orchestra. Solo, in gravi difficoltà economiche, il 29 novembre 1939 fu ammesso nella casa di riposo per musicisti Giuseppe Verdi di Milano.
Morì a casa Verdi il 19 novembre 1940.
Stimato da Puccini e Mascagni, Emilio Pizzi seguì, con esito meno brillante ma tutt’altro che trascurabile, le orme dei suoi compagni di studi, dalla scelta giovanile di un soggetto romantico (William Ratcliff) all’approdo a temi veristi (Vendetta, poi Ivània), alla collaborazione con Illica per un’opera che seppe suscitare l’attenzione del pubblico e della critica (Rosalba). Apprezzato soprattutto all’estero, si dedicò anche alla musica sacra, sinfonica e da camera. Duratura fortuna, in particolare, ebbe la romanza Lasciali dir!…, parole di Lorenzo Stecchetti.
Fonti e Bibl.: A. De Angelis, L’Italia musicale d’oggi. Dizionario dei musicisti, Roma 1928, pp. 386 s. (App., p. 145); G. Donati Petteni, L’Istituto musicale Gaetano Donizetti, la Cappella musicale di Santa Maria Maggiore, il Museo Donizettiano, Bergamo 1928, pp. 118 s. (Elenco cronologico degli alunni, a cura di G. Zavadini, n. 251); C. Schmidl, Dizionario universale dei musicisti, II, Milano 1929, p. 290; Suppl., Milano 1938, p. 620; E. P., a cura di R. Maiolo, Bergamo 1940; A. Geddo, Bergamo e la musica, Bergamo 1958, pp. 197, 204 s., 206, 283, 298, 309 s.; K. Gänzl, The British Musical Theatre, I, London 1986, pp. 556-558, 568, 572, 947, 979; Dizionario enciclopedico universale della musica e dei musicisti. Le biografie, VI, Torino 1988, p. 42; P. Forcella, Musica e musicisti a Bergamo dalle origini ai contemporanei, Villa di Serio 1992, pp. 140, 144 s., 149, 212, 224, 269, 332; The new Grove Dictionary of opera, III, London 1992, p. 1027; Milano musicale 1861-1897, a cura di B.M. Antolini, Lucca 2000, pp. 56, 133, 183, 258, 358n, 367; The new Grove Dictionary of music and musicians, XIX, London 2001, p. 822; P. Forcella, Opere e operette a Bergamo. Ottocento-Novecento, Villa di Serio 2002, pp. 38-45, 91 s., 126-128, 158 s., 163; Die Musik in Geschichte und Gegenwart. Personenteil, XIII, Kassel 2005, col. 658; A. Sessa, Il melodramma italiano 1901-1925. Dizionario bio-bibliografico dei compositori, Firenze 2014, pp. 714-716.