EMPIREO
. Secondo Aristotele, il mondo si compone di otto sfere mobili e concentriche, delle quali l'esteriore o ultima, quella delle stelle fisse, è la più veloce e imprime il movimento da occidente ad oriente alle altre sfere interiori, mentre essa riceve la spinta dal "primo motore immobile", Dio. Tolomeo aggiunse il nono cielo, o Primo Mobile, che si muove in senso contrario da oriente ad occidente (cfr. Dante, Conv., tr. 2, c. 3). Questa dottrina nel Medioevo da alcuni dottori fu modificata nel senso che al disopra del cielo stellato e del Primo Mobile si debba ammettere un altro cielo, che, vero motore immobile, per sé stesso non gira ma fa girare l'universo che in sé racchiude; onde è una sfera essenzialmente diversa da tutte le altre, ed è il luogo, per così dire, spirituale, in cui Dio risiede con gli angeli e i santi. E tutto ciò perché si credeva (erroneamente) che nella storia genesiaca della creazione si distinguano due cieli, quello creato avanti le sette giornate (Genesi, I,1) e il firmamento creato nella seconda (ibid., 6 seg.); e perché si pensava che la sede propria di Dio non potesse essere che un cielo in quiete perfetta. Si disse poi cielo empirpo (da ἐν e πῦρ), cioè igneo, non nel senso che Platone disse igneo il cielo stellato (Aristotele lo disse etereo), cioè di fuoco come il nostro, ma di luce (S. Tommaso, Sum. Theol., I, q. LXVI); e luce, non uguale alla nostra, ma purissima, dove è la luce intellettuale delle sostanze spirituali, che esso alberga, la quale in loro è spirituale come l'amore (cfr. Dame, Par., XXX, 39 seg.; Epist., XIII, 24).