employment strategy
Strategia europea per l’occupazione, avviata, nel 1997, dal Consiglio straordinario sull’occupazione di Lussemburgo, per mettere in atto quanto disposto dal Trattato di Amsterdam (➔ Trattato di Amsterdam che modifica il Trattato sull’Unione Europea, i trattati che istituiscono le Comunità europee e alcuni atti connessi) che, per la prima volta, ha inserito formalmente gli interventi per il lavoro tra le priorità dell’azione comunitaria. Tale strategia si è evoluta negli anni per rispondere al mutevole contesto politico ed economico. Gli Stati membri restano competenti per quanto riguarda le proprie politiche a favore dell’occupazione, ma l’Unione Europea contribuisce a coordinare le politiche nazionali. Per l’attuazione delle politiche concordate, gli Stati ricevono il sostegno del fondo sociale europeo (➔ fondi strutturali europei). Utilizzando il metodo del coordinamento aperto (➔ coordinamento), la strategia impegna la UE e i Paesi membri a definire e a realizzare un insieme di politiche che, inizialmente, sono state articolate secondo 4 obiettivi fondamentali (cosiddetti pilastri): occupabilità, imprenditorialità, adattabilità e pari opportunità. Nel 2003, in seguito al bilancio dei suoi primi 5 anni, la strategia è stata riformata, individuando 3 nuovi grandi obiettivi: raggiungimento della piena occupazione, miglioramento della qualità e della produttività del lavoro e rinforzo della coesione e dell’inclusione sociale. Un’ulteriore revisione della e. s. è stata compiuta nel 2005, rafforzando il legame con la strategia di Lisbona (➔ Lisbona, strategia di). La strategia si adopera per ripristinare una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. In linea con la strategia europa 2020, essa intende creare un maggior numero di posti di lavoro qualificati in tutta l’Unione Europea. A tal fine, promuove misure volte a raggiungere 3 obiettivi quantitativi entro il 2020: tasso di occupazione (➔ occupazione, tasso di) per la fascia di età compresa tra i 20 e i 64 anni al 75%, tasso di abbandono scolastico inferiore al 10% e aumento al 40% dei 30-34enni che hanno completato un ciclo d’istruzione universitaria, con conseguente riduzione di almeno 20 milioni di persone a rischio o in situazione di povertà ed emarginazione.