EMPOLI (A. T., 24-25-26)
Città della Toscana (prov. di Firenze) nella valle inferiore dell'Arno, sulla riva sinistra del fiume, a 7 km. a monte della confluenza dell'Elsa, a 27 m. s. m. Il centro urbano contava 8120 ab. nel 1921 e il comune (kmq. 63,46), 21.730. I dati provvisorî del censimento 1931 fanno ascendere la popolazione del comune a 25.366 ab. Oltre il capoluogo vi sono nel comune altri 12 centri, di cui un solo (Pontorme) con 1026 ab., e 5 con popolazione tra i 500 e i 1000 ab. Per la fertilità del suo agro già dal sec. XVI vantato come un granaio di Firenze, per le facili comunicazioni all'incrocio di grandi arterie stradali (a Empoli s'innesta alla ferrovia Firenze-Pisa quella per Siena e Chiusi), e per le industrie che vi fiorirono da tempo (tessili, delle vetrerie, delle paste alimentari, dei fiammiferi), Empoli è uno dei centri secondarî più fiorenti della Toscana e uno dei suoi principali mercati. La città è di antica origine; si è notevolmente sviluppata dalla metà del sec. XVIII, in cui contava solo 2640 abitanti racchiusi nelle sue antiche mura, saliti a 5548 nel 1833 (l'intero comune 13.095), e presenta carattere moderno con vie e piazze larghe fiancheggiate da belle chiese e pubblici edifici. Vi sono scuole secondarie classiche e tecniche, e istituzioni varie educative, ospitaliere, assistenziali, ecc.
Monumenti. - La collegiata (pieve di S. Andrea), la cui fondazione rimonta al 1093, conserva di quel tempo la bella facciata in marmo bianco e verde di Prato, restituita in parte alla sua forma originaria tra il 1911 e 1912 dall'architetto G. Castellucci col ripristino del frontespizio e della finestra. L'interno fu radicalmente trasformato nel 1738 da Ferdinando Ruggeri che lo ridusse ad una sola navata. Nella cappella battesimale vanno ricordati: il fonte del 1447 e l'affresco con la Pietà di Masolino. Fa parte della collegiata anche una galleria artistica ove si conservano un S. Sebastiano in marmo di Antonio Rossellino insieme con pitture di Lorenzo Monaco, Bicci di Lorenzo, Francesco Botticini, Cigoli, Empoli e di molti altri. La chiesa di S. Stefano possiede oggi una lunetta a fresco di Masolino: la Madonna con due angeli e nella Compagnia della Nunziata due statue marmoree dell'Annunziazione di Bernardo Rossellino. La chiesa della Madonna del pozzo si presenta con un elegante loggiato e un tempietto ottagonale, eseguiti nel 1621 da Andrea Bonistalli. Altre 0pere d'arte si trovano nelle chiese di S. Maria a Ripa e S. Michele a Pontorme. Notevole anche la vicina chiesa romanica di Monterappoli, di un lombardo maestro Bonseri (1165).
Storia. - Nei dintorni della località in cui è oggi Empoli si contavano sin dall'alto Medioevo ben trenta tra chiese e cappelle, quattro delle quali contigue a un castello chiamato, in documenti del sec. VIII o in altri poco posteriori, Empolum o Empolis o Imporis, nel luogo detto anche oggi Empoli vecchio, un miglio a ponente dell'attuale città. Il territorio, almeno nel sec. XI, dipendeva feudalmente dai conti Guidi. Nel 1119, la contessa Emilia, moglie di Guido Guerra, nell'investire della prepositura della pieve di S. Andrea il prete Rolando, stabiliva che intorno a quella pieve, cui venivano sottoposti i beni di quindici chiese vicine, dovessero stabilirsi quanti abitavano nei castelli e nei luoghi d'intorno. Sorse così la città d'Empoli. I suoi abitanti dovettero godere una certa autonomia e forse ebbero regolari magistrati; e dovettero conservarli anche quando, nel febbraio 1182, giurarono fedeltà al comune di Firenze. Rimasero però in una certa dipendenza feudale dai conti Guidi, confermata dallo stesso strumento del 1182, finché i Fiorentini, tra il 1255 e il 1273, non riscattarono ogni diritto di quella famiglia sul territorio empolese, stabilendo così il loro dominio incondizionato su quella terra. Come in luogo centralissimo di Toscana, vi si tennero convegni tra i rappresentanti di Firenze e di altri comuni per stabilire leghe offensive e difensive, nel 1254, nel 1295 e nel 1312 contro Arrigo VII; senza dire del famoso congresso ghi. bellino del 1260, dopo Montaperti, ove Farinata degli Uberti impedì la distruzione della guelfa Firenze. Nei secoli XIV e XV Empoli subì più volte le scorrerie prima di Castruccio, poi dei Pisani, dei mercenarî a servizio dei Visconti, e infine, nel 1501, del Valentino. E Firenze, conscia dell'importanza strategica del luogo, ricostruiva immediatamente le mura distrutte nel 1333 da una piena d'Arno e infine nel 1487 dava forma definitiva alle fortificazioni e alla cinta murata. Nel 1530 il Ferrucci fece Empoli centro della disperata difesa del contado contro le milizie imperiali venute a riporre in Firenze i Medici; col suo eroismo permise per più mesi il rifornimento della capitale, finché, assentatosi per liberare Volterra, Andrea Giugni e Piero Orlandini non fecero cadere la terra nelle mani degl'imperiali. La città fu posta a sacco; da quel momento la sorte di Firenze fu decisa. Empoli fu uno dei centri della reazione antifrancese del 1799, e, nel 1814, il preposto della Collegiata, Del Bianco, soffrì deportazione e prigionia in Corsica per aver rifiutato obbedienza a un arcivescovo di Firenze eletto da Napoleone contro la volontà del pontefice Pio VII.
Bibl.: L. Lazzeri, Storia d'Empoli, Empoli 1873; O. H. Giglioli, Empoli artistica, Firenze 1906; G. Bucchi, Guida d'Empoli illustrata, Firenze 1906; C. Roth, L'ultima Repubblica fiorentina, Firenze 1930; A. Valori, La difesa della Repubblica fiorentina, Firenze 1930, cap. VI; Repetti, Dizionario della Toscana, sotto le voci Empoli e Empoli vecchio; P. Toesca, Storia dell'arte italiana, I, Torino 1927, pagine 546 segg., 566, 1144.