enciclica
Lettera papale indirizzata a tutti i cristiani
Dal 1740 a oggi i pontefici hanno utilizzato le encicliche per trasmettere ai vescovi e ai cristiani di tutto il mondo l'insegnamento ufficiale della Chiesa cattolica sulle più importanti questioni dottrinali e sociali. Sono redatte generalmente in latino e designate con le prime due o tre parole del testo. Oggi esse fanno conoscere non solo ai cristiani, ma a tutti gli uomini l'opinione della Chiesa sui temi di attualità, e stimolano una discussione che favorisce la ricerca di valori comuni
Sin dalle origini i capi delle comunità cristiane sentivano il bisogno di comunicare agli altri la loro interpretazione del messaggio di Cristo e i loro giudizi sulle questioni discusse. La parola enciclica (dal greco èn kyklos "in cerchio, circolare") indicava, nei primi secoli, le lettere inviate dai vescovi ai loro colleghi e ai fedeli per difendere l'interpretazione corretta della dottrina cristiana e risolvere le contese che potevano sorgere tra i vari gruppi. Dal 1740 in poi il termine enciclica è stato riservato alle lettere inviate dai papi agli altri vescovi, e considerate particolarmente autorevoli, mentre quelle indirizzate dai singoli vescovi ai cristiani della loro diocesi vengono chiamate lettere pastorali.
Le prime encicliche papali condannavano duramente la civiltà moderna, difendendo i valori della società cristiana tradizionale contro le nuove ideologie, giudicate pericolose per la fede. Oggi esse non pretendono più di offrire un insegnamento immodificabile, valido per tutti i tempi e i luoghi, e non rifiutano più totalmente il mondo moderno, ma presentano alcuni principi fondamentali che vanno applicati in forme sempre nuove nelle diverse situazioni. Le encicliche rappresentano oggi per tutti i credenti un punto di riferimento importante e uno stimolo a riflettere in modo meno superficiale sui grandi problemi del nostro tempo.
A partire dalla Rerum novarum ("Le nuove questioni") di Leone XIII (1891), le encicliche papali hanno affrontato in modo nuovo i problemi della condizione operaia e le altre questioni sociali. Giovanni XXIII e i suoi successori hanno indirizzato il loro messaggio non solo ai cristiani, ma a tutti gli uomini di buona volontà, e si sono presentati come autorità morali capaci di comunicare con tutta l'umanità.
Nel 1963 Giovanni XXIII scrisse la Pacem in terris ("La pace nel mondo") per ricordare ai politici e a tutti gli uomini che non è lecito utilizzare la bomba atomica e distruggere intere città per colpire il nemico, ma che bisogna costruire un nuovo ordine internazionale fondato sulla pace e sul rispetto di tutti i popoli.
Paolo VI, con la Populorum progressio ("Il progresso dei popoli") del 1967, richiamò l'attenzione sul dramma della povertà nel Terzo Mondo, esortando tutti a impegnarsi in modo pacifico per una più giusta distribuzione delle ricchezze del pianeta Terra. Giovanni Paolo II ha proseguito su questa linea, rifiutando l'uso delle armi per risolvere i problemi internazionali.
Alcune encicliche affrontano aspetti specifici della dottrina cristiana e si soffermano su particolari problemi morali per ribadire la concezione cattolica del matrimonio e della famiglia e il diritto alla vita, e per condannare comportamenti contrari ai principi della Chiesa. Le encicliche più note sono certamente quelle che riguardano il lavoro e la questione operaia (come la Laborem exercens, "La persona del lavoratore", 1981, e la Sollicitudo rei socialis, "L'impegno per risolvere i problemi sociali", 1987).
Di fronte allo sviluppo della società industriale e di sistemi sociali contrapposti (il capitalismo liberale e il comunismo), i papi hanno ribadito il valore fondamentale della persona umana: il lavoro è lo strumento che consente ai lavoratori di mantenere sé stessi e la loro famiglia, e di continuare l'attività creatrice di Dio nel mondo, realizzando la loro personalità in modo originale. La proprietà è un'espressione della persona, ma deve essere usata per il bene comune di tutta la società; e la giustizia sociale va realizzata anche nelle relazioni economiche internazionali tra nazioni ricche e nazioni povere.