ENDEO ("Ενδοιος, Endoeus)
Scultore greco: la sua firma si legge sulla base della stele funebre di Lampitò in Atene e sopra una colonnetta frammentaria che reggeva un dono votivo all'Acropoli; la paleografia la fa attribuire alla fine del sec. VI a. C. Pausania, che lo dice ateniese e scolaro di Dedalo, ricorda cinque opere di lui: un'Atena seduta, con la firma dell'artista, all'Acropoh (I, 26, 4), un'altra in avorio, già a Tegea (VIII, 46,1), una terza a Eritre nella Ionia, in legno, assai grande (VII, 5, 9), seduta in trono, con una conocchia in ciascuna mano e una corona cilindrica sul capo, le Horai e le Cariti in marmo bianco presso il tempio di quest'ultima. Plinio (Nat. Hist., 16, 24) e Atenagora (Legatio pro Christ., 14, p. 61) gli attribuiscono pure l'Artemide di Efeso, che il primo assicura essere stata di legno. Che qualcuna di queste indicazioni fosse incerta, lo mostra Pausania quando dice di aver identificato l'autore della statua di Eritre per il tipo del lavoro. L'unica figura ricordata con la firma fu riconosciuta da qualcuno in una statuetta acefala scavata appunto in luogo, ma è una semplice probabilità. E. l'avrebbe posta dopo la devastazione di Serse: il dato è importante per la cronologia, e fa vedere qual consistenza abbia la tradizione, confermata da Atenagora. circa i rapporti con Dedalo. Parecchie congetture, assai opinabili, furono proposte dai moderni per la patria e la scuola di Endeo.
Bibl.: Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, X, Lipsia 1914.