ENDOCRINOLOGIA (dal gr. ἔνδον "dentro", κρίυω "separo, secerno" e λόγος "studio")
È la scienza che s'occupa dei cosiddetti organi a secrezione interna, cioè degli organi che secernono dentro i vasi sanguigni e linfatici, e non dentro a condotti escretori comunicanti con l'esterno del corpo, i loro prodotti d'elaborazione chimica, cui si dà il nome di ormoni o increti. Questi sono trasportati dal sangue nelle parti più lontane dal loro luogo d'origine, e agiscono in quantità piccolissima, determinando grandi effetti a guisa di fermenti, ma senza entrare a far parte, come fanno le sostanze nutritizie, della costituzione delle cellule, e senza essere utilizzati o bruciati come materiali dinamogeni. Gli ormoni servono invece come stimoli chimici, regolatori della nutrizione, dello sviluppo e dell'irritabilità cellulare, e pertanto, essendo in questa triplice complessa funzione collegati l'uno all'altro da leggi d'equilibrio e di armonia funzionale, tutti gli ormoni costituiscono un sistema unitario, il sistema endocrino (v.) o ormonico o incretorio che, in collaborazione col sistema nervoso della vita vegetativa e della vita di relazione, rappresenta l'apparato regolatore ed equilibratore fondamentale delle forme e delle funzioni della nostra costituzione fisica e psichica, e l'ubi consistam più sicuro della nostra individualità.
Cenni storici. - Così definita, l'endocrinologia è, nella sua fase veramente scientifica, di data piuttosto recente. Astraendo dalle prime osservazioni anatomiche e dalle ipotesi e intuizioni fisiologiche, di cui alcune veramente mirabili, degli anatomici dei secoli XVI, XVII, XVIII, dobbiamo giungere al creatore della fisiologia delle ghiandole, I. Müller; questi nel 1830, e dieci anni più tardi l'altro grande fisiologo suo contemporaneo K. F. Burdach, nei loro trattati di fisiologia separano per la prima volta nettamente le ghiandole a secrezione esterna dalle ghiandole senza dotto escretore, che chiamano, per i loro caratteristici rapporti funzionali coi vasi sanguigni, ghiandole o nodi vascolari. Il concetto di secrezione interna è così nettamente stabilito. E nel 1849 vengono i primi esperimenti decisivi dovuti ad A. Berthold di Gottinga, il quale castrando i polli maschi e innestando contemporaneamente il testicolo asportato agli stessi animali, dimostra che l'innesto, attecchendo e funzionando coi suoi prodotti di secrezione agenti a distanza in tutto il corpo per la via del sangue, impedisce che si sviluppino i noti fenomeni morfologici e funzionali dovuti alla castrazione del pollo maschio. Il termine secrezione interna è adoperato per la prima volta nel 1855 da Claude Bernard e poi nel 1869 da Ch. E. Brown-Séquard: ma non a questi due grandi fisiologi francesi sono dovuti sia il concetto vero sia i primi esperimenti decisivi d'endocrinologia. Bernard confuse con la secrezione endovascolare di veri ormoni il passaggio, da parte della cellula del fegato nel sangue, del glucosio, derivato dal glicogeno epatico; ora il glucosio non è un ormone, ma una sostanza nutritiva e dinamogena. Brown-Séquard d'altra parte, nel 1889, richiamò l'attenzione del mondo scientifico sui vantaggi della cosiddetta opoterapia, con le esperienze praticate sul suo corpo stesso ormai vecchio mediante le iniezioni d'estratto di testicolo di cavia, da cui egli avrebbe avuto una specie di ringiovanimento. Ma già nel 1855 il clinico inglese Th. Addison aveva scoperto il rapporto tra ghiandole surrenali e morbo bronzino, oggi detto morbo di Addison. Nel 1882 i due chirurghi svizzeri fratelli A. e J. Reverdin, e nel 1883 l'altro chirurgo svizzero Th. Kocher, scoprirono il rapporto tra l'asportazione della tiroide strumosa, nell'uomo, e la genesi del mixedema o cachessia strumipriva, fatto confermato nel 1884, nella scimmia tiroidectomizzata, da V. Horsley. Anche nel 1884 il fisiologo M. Schiff, a Firenze, aveva dimostrato che nell'animale privato di tiroide si possono evitare i gravi fenomeni innestando la tiroide stessa sotto la cute. E nel 1890 l'italiano G. Vassale applicò con successo per il primo le iniezioni sottocutanee di succo tiroideo alla cura degli animali privi di tiroide. Nel 1889 N. De Dominicis di Napoli, e quasi contemporaneamente, H. v. Mering e O. Minkowski scoprono il diabete prodotto dall'asportazione del pancreas negli animali. Nel 1896 G. Vassale e G. Generali riproducono la tetania con l'asportazione totale delle ghiandole paratiroidi, ghiandole che erano state scoperte nel 1880 da I. Sandström. Intanto parallelamente all'endocrinologia sperimentale progrediva l'endocrinologia clinica. Nel 1886 P. J. Möbius dimostrò il rapporto della sindrome di Flaiani-Basedow con l'iperfunzione della ghiandola tiroide. Nel 1889 P. Marie pose in rilievo il rapporto dell'acromegalia e del gigantismo patologico con le alterazioni della glandola pituitaria, ma l'italiano A. Tamburini nel 1894 fondò la teoria esatta dell'iperfunzione pituitarica nella genesi di queste due sindromi. Nel 1897 i clinici italiani G. Rummo e A. Ferrannini illustrarono, sotto il nome di geroderma genitodistrofico, la prima sindrome d'origine plurighiandolare endocrina. Nel 1901 A. Fröhlich descrive l'arresto di sviluppo generale e sessuale, con adiposità, per tumori dell'ipofisi, negli adolescenti: questo infantilismo adiposo da insufficienza ipofisaria è poi dimostrato sperimentalmente dalle ricerche di H. Cushing, A. Biedl, B. Aschner (1909). Nel 1899 è richiamata l'attenzione da H. Oestreich-Slawyk e da C. Ogle sui rapporti fra le alterazioni della glandola pineale e la pubertà precoce morbosa in fanciulli. Infine, in tempi ancora più recenti, sono stati da varî autori segnalati i rapporti tra l'iperfunzione della corteccia surrenale e la pubertà precoce o la genesi d'uno stato viriloide nella donna o d'un vero pseudoermafroditismo. Progressi notevoli sono stati compiuti negli ultimi trent'anni dalla chimica e fisiologia e terapia degl'increti, con l'isolamento di parecchi increti allo stato di principî attivi, chimicamente definiti o quasi: come l'adrenalina preparata da J. Takamine e B. Aldrich dalle ghiandole surrenali, la tiroxina preparata dalla tiroide da E. C. Kendall, la pituitrina preparata dal lobo posteriore dell'ioofisi da J. Abel e da H. W. Dudley, l'insulina, isolata dal pancreas da F. G. Banting, Ch. H. Best e H. W. Collip, l'ormone paratiroideo isolato da J. B. Collip, la follicolina od ormone dell'estro isolata dall'ovaio da C. H. Allen e J. B. Doisy, l'ormone sessuale del lobo anteriore dell'ipofisi isolato da B. Zondek e E. Ascheim, l'ormone dell'accrescimento del lobo anteriore dell'ipofisi o tetelin da Th. Brailsford.
Ma l'endocrinologia clinica s'è venuta costruendo nella fase modernissima, soprattutto per l'individualizzazione, a cui ha molto contribuito la scuola italiana, di sindromi endocrine attenuate e di frontiera e di sindromi per turbate correlazioni interghiandolari e simpatico-endocrine. Nel 1909 N. Pende riunisce sotto il concetto di distrofie simpatico-endocrine una famiglia di sindromi dovute a consensuale turbamento del sistema endocrino e del sistema nervoso vegetativo, e nel 1912 lo stesso autore stabilisce i rapporti tra sistema endocrino e costituzione individuale, illustrando i varî temperamenti endocrini nei loro rapporti con le principali anomalie della costituzione morfologica, chimica e neuropsichica, e con le sindromi endocrinopatiche attenuate. In questo stesso campo sono da segnalare anche gli studî clinici di Léopold Lévi. La fase storica odierna dell'endocrinologia è così caratterizzata dall'endocrinologia costituzionale, dalla cinica delle correlazioni interormoniche e delle correlazioni neuroendocrine.
Concetti fisiologici generali. - Come già s'è detto nella definizione d'endocrinologia, questa comprende lo studio dei veri organi a secrezione interna e dei veri ormoni. Come organi a secrezione interna noi consideriamo innanzi tutto la ghiandola tiroide, la ghiandola pituitaria o ipofisi, le ghiandole paratiroidi, le ghiandole surrenali, il pancreas, le ghiandole sessuali (testicolo e ovaio), il timo, la ghiandola pineale, gli organi cosiddetti accessorî del simpatico (ghiandola carotica, ghiandola coccigea), forse anche la cosiddetta "ghiandola insulare adiposa cervicale" del Pende. Di questi organi, alcuni, come il pancreas e le ghiandole sessuali, sono capaci oltre che d'una secrezione interna, anche d'una secrezione esterna. Sembra che altre ghiandole a secrezione esterna siano ugualmente capaci d'immettere dentro i vasi sanguigni sostanze della natura dei veri ormoni. Così si pensa per il fegato, che è una ghiandola a secrezione esterna, e anche per il rene, per le ghiandole salivari, per la mammella, per le ghiandole della mucosa gastrica e duodenale. Si suppone anche la derivazione di ormoni da organi che per la loro struttura fanno parte del sistema linfatico ed emopoietico, p. es. le tonsille, le ghiandole linfatiche in genere, la milza. Come si vede, il sistema endocrino è caratterizzato non tanto dal lato anatomico o istologico, quanto dal lato fisiologico, cioè per la eapacità posseduta da certi tessuti di versare nel sangue ormoni. Non è possibile perciò accettare la dottrina sostenuta soprattutto dai fisiologi francesi, che ogni cellula del corpo è capace di secernere ormoni. Questi, come sopra s'è detto, hanno caratteri speciali, che possono così riassumersi: 1. Agiscono come stimoli elettivi, paragonabili agli stimoli nervosi, su certi tessuti e su certe funzioni, e il loro stimolo serve a regolare gl'intimi processi nutritivi, e il grado d'eccitabilità cellulare; essi non entrano, come fanno le sostanze nutritizie, nella ricostruzione dei protoplasmi stimolati. 2. Agiscono in quantità piccolissima (azione oligodinamica), a guisa di fermenti, e non in quantità notevoli come fanno le dette sostanze nutritizie. 3. Non derivano dall'esterno, con gli alimenti, come fanno p. es. alcune sostanze simili agli ormoni, che chiamiamo vitamine, né sono generati nell'elaborazione digestiva degli alimenti stessi, sebbene per la loro produzione, negli organi endocrinì che formano questi ormoni, siano necessarie certe sostanze d'origine alimentare, come certi amminoacidi e le vitamine. 4. Gli ormoni non agiscono a guisa d'antigeni, cioè non determinano nel corpo reazioni difensive o anticorpi, e non richiedono, come gli antigeni, per la loro azione, un periodo d'incubazione. 5. Gli ormoni non si generano nel processo di ricambio cellulare, come scorie nutritive, p. es. come il CO2 o l'urea, né sono bruciati come materiali dinamogeni, generando energia, come p. es. fa il glucosio del sangue, ma dopo aver agito e dopo essersi trattenuti per qualche tempo nel sangue o fissati nei tessuti su cui elettivamente agiscono, sono o bruciati o eliminati integralmente con le urine e con le feci, analogamente ai fermenti delle ghiandole a secrezione esterna. 6. Gli ormoni non hanno specificità per la specie dell'animale che li produce, ma agiscono anche su animali di specie diversa, così come fanno i fermenti delle ghiandole a secrezione esterna. La specificità degli effetti prodotti nell'organismo dagli ormoni dipende non dall'ormone, ma dalla natura e specificità dei tessuti su cui esso agisce. Se l'ormone testicolare agisce sui tessuti dell'uomo, esso favorisce lo sviluppo dei caratteri sessuali secondarî maschili proprî dell'uomo, se agisce nel gallo lo stesso ormone determina lo sviluppo dei caratteri sessuali secondarî proprî del gallo. 7. Per la stessa ragione, la risposta funzionale dei tessuti agli ormoni dipende innanzi tutto dalla recettività e sensibilità dei tessuti stessi, che a sua volta è subordinata a tre meccanismi regolatori fondamentali: a) lo stato di costituzione primigenia del tessuto e l'autotono nutritivo originario, per cui il tessuto può rispondere o no, può rispondere fortemente o debolmente a qualunque stimolo esterno; b) lo stato dell'influenza nervosa regolatrice (simpatica e parasimpatica) sulla reattività del tessuto stesso; c) lo stato d'equilibrio elettrolitico, soprattutto d'equilibrio tra gli ioni di calcio e gli ioni di potassio, che influisce, in collaborazione col sistema simpatico-parasimpatico, sull'eccitabilità cellulare quantitativa e qualitativa. Così, p. es. l'adrenalina può agire in senso stimolatore del simpatico, se prevale sopra un dato organo l'influenza del simpatico e quella del calcio; se invece queste due influenze sono fortemente abbassate, e prevale l'influenza del parasimpatico e del potassio, l'adrenalina agisce in senso inverso, cioè stimolando l'organo in senso parasimpatico anziché simpatico; e se l'organo, per alterata struttura originaria o per alterazioni acquisite, non è capace di sentire lo stimolo ormonico, l'adrenalina non agirà né in senso simpatico né in senso parasimpatico. 8. Infine l'azione di ciascun ormone è subordinata, oltre che ai fattori suddetti, al consenso degli altri ormoni, poiché tutti gli ormoni agiscono consensualmente, equilibrandosi secondo leggi di correlazione non tutte ben note, per cui l'azione d'un ormone è favorita dagli ormoni ad azione analoga o omologa, limitata e ostacolata dagli ormoni ad azione eterologa o antagonista. Così l'azione dell'adrenalina è favorita dalla tiroxina, ostacolata e limitata dall'insulina. Anzi pare che alcuni ormoni non possano neanche formarsi senza l'aiuto di altri: p. es. l'ormone dei follicoli ovarici o follicolina sembra che si formi solo a condizione che esista nel sangue una certa quantità d'ormone sessuale del lobo anteriore dell'ipofisi. 9. Molte ghiandole endocrine sono capaci di produrre parecchi ormoni ad azione diversa; così nell'ipofisi sono stati isolati finora due ormoni nel lobo anteriore, l'ormone dell'accrescimento e l'ormone stimolatore sessuale, e parecchi ormoni nella parte posteriore, come l'ormone eccitatore dell'utero, l'ipertensivo, il diuretico, l'antidiuretico; nel pancreas è stata isolata l'insulina e un ormone vasodilatatore e ipotensore; nell'ovaio l'ormone follicolare, il luteinico, forse anche un ormone interstiziale, ecc.
N. Pende ha distinto in quattro categorie le funzioni speciali degli ormoni: a) azioni morforegolatrici; b) chemioregolatrici; c) neuroregolatrici; d) psicoregolatrici.
Le azioni morforegolatrici consistono nello stimolare la crescenxa dell'organismo, la differenziazione e l'accrescimento dei varî organi e tessuti. In questa complessa funzione troviamo farsi equilibrio, secondo la legge di Pende, nelle varie fasi della crescenza, due costellazioni ormoniche, cioè due gruppi di ormoni, in cui un ormone assume l'ufficio d'elemento fondamentale e dirigente e gli altri d'elementi adiuvanti e solidali: l'una è la costellazione ormonica che favorisce lo sviluppo dei tessuti e organi della vita vegetativa, l'altra è la costellazione che favorisce lo sviluppo del sistema della vita di relazione. Alla prima appartengono gli ormoni del pancreas, della corteccia surrenale, del timo, l'ormone dell'accrescimento del lobo anteriore dell'ipofisi, forse anche ormoni elaborati dalla milza, dal fegato, dalle ghiandole linfatiche. Alla seconda appartengono gli ormoni innanzi tutto della tiroide, poi delle paratiroidi, del midollo surrenale, delle ghiandole genitali, e alcuni ormoni ipofisarî. Quando, in una certa fase di crescenza, domina la costellazione del sistema vegetativo s'ha aumento prevalente di massa del corpo, di sviluppo del tronco e dei visceri, di sviluppo in larghezza del corpo. Quando, nella fase di crescenza, predomina la costellazione del sistema di relazione di cui è centro la tiroide, s'ha maggiore differenziazione delle forme, e relativamente minor aumento di massa corporea, s'ha maggior crescita degli arti rispetto al tronco, della lunghezza rispetto alla larghezza dell'organismo. Questa legge è il fondamento patogenetico più importante delle anomalie della crescenza generale dell'organismo, dovute spesso a squilibrî interormonici, ereditarî o congeniti o acquisiti. A parte il principio generale delle due costellazioni ormoniche morforegolatrici, sappiamo che i singoli ormoni svolgono azioni elettive sullo sviluppo dei varî tessuti: così gli ormoni della tiroide stimolano elettivamente lo sviluppo del sistema nervoso, della vita di relazione, degli apparati della vita emotiva e intellettiva; l'ipofisi anteriore e il timo, lo sviluppo delle ossa, soprattutto l'osteogenesi da parte delle cartilagini epifisarie, mentre gli ormoni genitali moderano questa osteogenesi; gli ormoni surrenali favoriscono lo sviluppo del cuore, delle arterie, del sistema muscolare scheletrico e lo sviluppo del sistema nervoso simpatico; gli ormoni genitali dominano, ma in unione con altri ormoni, lo sviluppo dei caratteri sessuali primarî, secondarî e terziarî, ecc.
La seconda categoria di funzioni ormoniche, quelle chemioregolatrici, comprende le azioni degli ormoni sulla nutrizione intima, sugli scambî di materia che si verificano nei tessuti. Anche da questo punto di vista possiamo raggruppare tutti gli ormoni in varie costellazioni chemioregolatrici: così abbiamo una costellazione eccitoanabolica, che stimola l'anabolismo o assimilazione cellulare e che risulta in prima linea dall'insulina con cui sono sinergici gli ormoni del timo, della corteccia surrenale, delle paratiroidi, alcuni ormoni delle ghiandole genitali, forse anche del fegato e della milza. E abbiamo un'altra grande costellazione ormonica eccitocatabolica, che favorisce i processi catabolici o disassimilativi, di cui è centro la tiroxina, e con questa agiscono sinergicamente l'adrenalina, alcuni ormoni dell'ipofisi e delle ghiandole sessuali. Per gli specifici ricambî delle varie sostanze nutritizie, troviamo un gruppo ormonico che favorisce l'utilizzazione normale dello zucchero, come l'insulina, l'ormone timico, l'ormone della corteccia surrenale, alcuni ormoni delle ghiandole genitali, forse anche delle tonsille e delle ghiandole linfatiche; un gruppo ormonico che aumenta lo zucchero nel sangue, come l'adrenalina, la tiroxina, un ormone dell'ipofisi anteriore, la follicolina; un altro gruppo ormonico favorisce la formazione e la deposizione del grasso nel corpo, come la corteccia surrenale, l'insulina, taluni ormoni ovarici, mentre un gruppo antagonista favorisce la disassimilazione e il consumo dei grassi, come taluni ormoni ipofisarî e genitali. E così vi sono gruppi ormonici che aumentano la fissazione d'acqua nei tessuti, come fa l'insulina, l'ormone timico e la pituitrina, altri che disidratano i tessuti, aumentando l'uscita dell'acqua, come fa la tiroxina.
Le azioni neuroregolatrici e psicoregolatrici consistono nello stimolare o moderare certi territorî del sistema nervoso, cosi di quello della vita vegetativa, come di quello della vita senso-motrice e psichica. Così sappiamo che l'adrenalina, la tiroxina e l'ormone paratiroideo stimolano elettivamente il simpatico; gli ormoni del pancreas, del timo, della corteccia surrenale stimolano il sistema parasimpatico. La tiroxina, l'adrenalina, gli ormoni sessuali stimolano elettivamente le funzioni motrici e sensitive, e i centri della vita emotiva, su cui invece gli ormoni ipofisarî, pancreatici, paratiroidei, agiscono in senso moderatore. Anche il biotono psichico è stimolato dalle ghiandole tiroide, surrenale, sessuale; moderato dalla ghiandola paratiroide e pituitaria. In queste azioni neuroregolatrici e psicoregolatrici ancora imperfettamente conosciute, gli ormoni agiscono in collaborazione con i sali elettroliti del sangue, soprattutto calcio, potassio, fosforo, magnesio, di cui alcuni sono eccitatori, altri moderatori dell'irritabilità nervosa e psichica.
Concetti clinici generali. - Da ciò che s'è esposto si può indurre facilmente quanto esteso sia il campo d'applicazione dell'endocrinologia, che penetra largamente non solo nella fisiologia e nella patologia umana, ma interessa in modo essenziale la comprensione, la prevenzione e la cura delle anomalie della crescenza fisica e psichica dei soggetti in via di sviluppo; nonché lo studio e il trattamento delle anomalie costituzionali morfologiche e dei temperamenti e caratteri submorbosi e morbosi, che tanta importanza assumono, oltre che nella medicina, anche nell'igiene sociale. Noi possiamo oggi distinguere un'endocrinologia fisiologica, un'endocrinoiatria che abbraccia la patologia e clinica delle secrezioni interne con l'opoterapia e la chirurgia endocrina, cioè le applicazioni terapeutiche dell'endocrinologia; infine un'endocrinologia psicologica, ramo oltremodo promettente per i cultori della moderna caratterologia e della psicologia a base biologica.
L'endocrinologia fisiologica non solo studia le funzioni dei singoli organi endocrini e dei loro ormoni, ma la sua branca più moderna e più difficile è quella che si riferisce, come s'è accennato, alle correlazioni interormoniche, e alla maniera di comportarsi dei singoli ormoni e dei loro mutui rapporti nelle diverse individualità umane. Questa endocrinologia costituzionale difatti, è, come possiamo dire, la scienza dei temperammti endocrini individuali e interessa oggi in sommo grado il medico, l'educatore, lo psicologo. Ora per lo studio di questa "situazione ormonica individuale" (D. Pacchioni) o della "formula endocrina personale" (Pende) è necessaria un'analisi del soggetto dal triplice punto di vista morfologico-biochimico-neuropsicologico; è necessario cioè applicare il metodo biotipologico del Pende, che permette la determinazione del biotipo individuale sotto la quadruplice faccia della costituzione morfologica, del temperamento umorale, del carattere neuropsichico, del tipo quantitativo e qualitativo dell'intelligenza. Per l'apprezzamento dello stato funzionale delle ghiandole endocrine, nell'individuo, si tien conto dei suoi caratteri di statura, peso, proporzioni scheletriche, poiché sappiamo che una statura alta con grosse mani, grossi piedi, grossa mandibola nel temperamento dominato è caratteristica da eccessiva funzione del lobo anteriore dell'ipofisi; mentre nel temperamento ipertiroideo si ha una statura di poco superiore alla media normale, ma con la faccia lunga e stretta, le ossa delicate, le mani e i piedi lunghi, il tronco slanciato e con curve eleganti e con sviluppo più forte nella metà inferiore del corpo che nella metà superiore. Nel temperamento ipergenitale invece, si ha piuttosto un corpo basso e tarchiato, con tronco molto alto, cranio grande, arti inferion corti. Nel temperamento ipogenitale, al contrario, si ha cranio e faccia piccoli, tronco corto e stretto, arti superiori e specialmente arti inferiori eccessivamente lunghi, con piedi e mani molto lunghi. Nel temperamento ipotiroideo, si ha bassa statura, faccia larga, tronco largo e tozzo, arti corti, mani e piedi larghi e corti. Nel temperamento ipopituitarico, con insufficienza costituzionale del lobo ipofisario anteriore, è caratteristica la statura bassa, con puerilità e piccolezza del viso, delle mani e dei piedi, del naso e della mandibola. S'aggiunga che sono segni rivelatori preziosi della funzionalità delle ghiandole endocrine i caratteri dei peli, delle unghie, dei denti, del colorito e spessore della cute e la quantità e localizzazione del grasso sottocutaneo. Nei soggetti con insufficienza tiroidea sono scarsi e secchi e fragili i peli, ma specialmente i capelli, i peli delle sopracciglia, delle ciglia, delle ascelle; nei soggetti con insufficienza degli ormoni genitali possono essere scarsi o mancare i peli del pube, e nell'uomo i peli della regione perineale e della faccia; nei soggetti con insufficienza dell'ipofisi, i peli, compresi i capelli, hanno caratteri puerili, sono sottili, delicati: invece abbonda una peluria di tipo infantile su tutto il corpo nei soggetti con eccessiva funzione del timo, e i peli di tipo adulto abbondanti si riscontrano sul tronco e sugli arti nei soggetti maschi con iperfunzione degli ormoni sessuali, della corteccia surrenale, del lobo ipofisario anteriore. Unghie e denti piccoli e delicati e fragili troviamo nei soggetti con ipofunzione dell'ipofisi o eccesso di funzione del timo, unghie e denti molto bene sviluppati nei soggetti con ottima funzionalità della tiroide, unghie e denti con tendenza alla carie e alla caduta precoce in soggetti con insufficienza tiroidea e paratiroidea, o con eccessiva azione di ormoni genitali, o con insufficienza pancreatica. La cute è povera di pigmento e scolorata, bianca o alabastrina, nei soggetti con insufficienza ipofisaria o eccessiva funzione del timo; è fortemente pigmentata nei soggetti con eccessiva funzione dell'ipofisi, di certi ormoni genitali, della tiroide o con insufficienza surrenale; è gialliccia o color cartapecora nei soggetti con insufficienza tiroidea o genitale; in quest'ultimo caso la pelle è anche precocemente grinzosa, secca, senile. Il grasso sottocutaneo è eccessivamente sviluppato nei soggetti con insufficienza ipofisaria e tiroidea, o nei soggetti con ottima funzione della corteccia surrenale e del pancreas. Sono magri i soggetti con eccessiva funzione della tiroide o dell'ipofisi o con deficienza della corteccia surrenale, del pancreas, del timo. Da questo esame esteriore del soggetto e da altre note morfologiche che omettiamo, si acquista uno dei criterî per la valutazione della situazione ormonica personale.
Dal lato biochimico importa stabilire l'intensità degli scambî gassosi cellulari o del cosiddetto metabolismo basale: questo è ridotto negli stati d'insufficienza tiroidea, ipofisaria, surrenale, genitale, è elevato negli stati d'iperfunzione tiroidea, ipofisaria, surrenale. È pure interessante lo studio del ricambio dello zucchero, con la ricerca della quantità di zucchero circolante nel sangue nello stato di digiuno, e della maniera di comportarsi di questo livello glicemico dopo introduzione di zucchero dall'esterno o dopo iniezione d'adrenalina nel soggetto. Negl'individui con insufficienza della tiroide, dell'ipofisi, delle ghiandole surrenali, si trova un basso livello di zucchero nel sangue, a digiuno, e lo zucchero non sale e anche si abbassa dopo ingestione d'altro zucchero o dopo iniezione d'adrenalina. Invece l'opposto (livello glicemico elevato, innalzamento forte della glicemia dopo ingestione di zucchero o iniezione d'adrenalina) s'ha nei soggetti con eccessiva funzione tiroidea, surrenale, e deficiente funzione pancreatica e genitale. Un altro criterio d'esplorazione endocrina è l'equilibrio degli acidi e delle basi del sangue: v'è tendenza all'acidosi negli stati d'insufficienza dell'insulina, delle paratiroidi, del timo, della corteccia surrenale, delle ghiandole sessuali. V'è invece tendenza all'alcalosi nell'eccessiva funzione dell'insulina e delle ghiandole genitali. Anche lo studio del ricambio dei lipoidi del sangue (colesterina e lecitina) può orientarci verso la diagnosi di determinati atteggiamenti funzionali, soprattutto della corteccia surrenale, del corpo luteo, del fegato e della milza, nei loro rapporti con le ghiandole endocrine. Così pure lo studio del ricambio dell'acqua e di certi sali: si conosce, per es., il rapporto della funzione delle paratiroidi con la quantità del calcio circolante nel sangue, e il rapporto della tiroide, dell'ipofisi posteriore, dell'insulina col ricambio dell'acqua.
Per la definizione, infine, del lato neuropsicologico dell'índividualità nei rapporti con la situazione ormonica, ha importanza il fatto del come l'individuo reagisca a certe sostanze che stimolano o paralizzano elettivamente il simpatico o il parasimpatico (adrenalina, tiroxina, eccitanti del simpatico, ergotamina, sintalina paralizzanti del simpatico, colina, pilocarpina, eserina, linfoganglina, vagotonina del pancreas, insulina stimolante del parasimpatico, atropina paralizzante del parasimpatico). Prevale un'aumentata eccitabilità alla tiroxina e all'adrenalina, negli stati d'insufficienza del pancreas; e prevale una diminuita eccitabilità del simpatico nell'insufficienza della tiroide, dell'ipofisi, dell'adrenalina, della ghiandola sessuale maschile. Prevale invece un'aumentata eccitabilità del parasimpatico negli stati d'iperfunzione del pancreas e del timo o d'ipofunzione della tiroide e dell'ipofisi. Anche l'esame del grado d'eccitabilità dell'apparato sensitivo-sensoriale e neuromuscolare, e l'esame della velocità delle reazioni nervose sensomotrici, possono indicarci uno stato d'iperfunzione o d'ipofunzione di certi ormoni: così troviamo ipereccitabilità sensitiva-sensoriale e neuromuscolare nell'insufficienza delle paratiroidi, diminuzione nell'insufficienza della tiroide e dell'ipofisi; troviamo aumentata velocità delle reazioni nervose in genere (tachipragismo di Pende) nell'iperfunzione della tiroide e dell'adrenalina, diminuita velocità (bradipragismo) nell'insufficienza della tiroide, dell'ipofisi, delle ghiandole surrenali, delle ghiandole genitali. E dal lato psicologico, troviamo reazioni psichiche veloci a tipo esplosivoe (tachipsichismo di Pende) nei soggetti con iperfunzione della tiroide, delle ghiandole surrenali, delle ghiandole sessuali; e reazioni psichiche lente (bradipsichismo di Pende) sebbene più energiche, nei soggetti con insufficiente funzione tiroidea, surrenale, genitale. È anche possibile, con un esame fisico diretto di talune ghiandole endocrine (tiroide, ipofisi, timo, ghiandola pineale, ghiandole genitali) valutare lo stato anatomico e funzionale delle singole ghiandole; per talune è possibile il dosaggio diretto degli ormoni nel sangue (così per la follicolina, per l'adrenalina, per la tiroxina). Tali indagini, oltre che per l'accertamento del temperamento endocrino individuale, costituiscono una premessa per la diagnosi delle malattie degli organi endocrini o endocrinopatie o endocrinosi. Queste si distinguono in endocrinosi monoghiandolari, se domina nel quadro clinico l'alterazione funzionale d'una sola ghiandola, endocrinosi plurighiandolari se parecchie ghiandole sono lese e partecipano al quadro clinico, ed endocrinosimpatosi, se si associano sintomi che non si spiegano se non ammettendo una lesione simultanea del sistema endocrino e del sistema nervoso vegetativo. Esiste anche una categoria di malattie in cui prendono parte al tempo stesso gli ormoni e gli apparati cerebrali della vita psichica (endocrinopsicosi).
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