UBALDI, (Baldeschi), Enea degli
Figlio di Domenico Maria, nacque probabilmente a Perugia intorno al 1485, come si desume dall’età alla morte (60 anni) e dalla sua data (12 marzo 1545, v. Panciroli, 1637, pp. 207 s.; Scalvanti, 1901, p. 256). Ancora ignoto il nome della madre.
Domenico Maria era a sua volta figlio di Angelo II (ovvero Angelo di Alessandro di Angelo, v. in questo Dizionario), che visse a lungo fuori Perugia: nel 1480 per es. era (col figlio) a Firenze docente presso lo Studio. Angelo II si mantenne fedele alla posizione politica inaugurata dal fratello di Baldo e fu vicino al partito popolare; sposò infatti Nia sorella di Biordo Michelotti. La produzione di Angelo II, il più solido tra gli Ubaldi della seconda generazione, è ancora difficilmente distinguibile da quella del nonno omonimo. Dalla registrazione catastale (aperta congiuntamente a fine XV secolo da Domenico Maria e dal nipote Alessandro di Alessandro, eredi di Angelo II) si conosce un cospicuo patrimonio immobiliare in cui i nomi di Enea e di suo fratello Francesco comparvero nel 1541, mentre la sostituzione nella intestazione la fecero proprio i figli di Enea, Angelo e Fabio.
Proseguendo la tradizione familiare, Enea acquisì il dottorato in utroque iure in data ancora non accertata ma sicuramente prima del 1508, quando con la funzione di vicario del vescovo (che era Matteo degli Ubaldi, un pronipote di Pietro che fu anche avvocato concistoriale: Vermiglioli, I, 1828, p. 150; Alberti, 2014, p. 140) presenziò alle cerimonie di addottoramento dello Studio. Agli stessi anni dovrà collocarsi l’iscrizione al collegio dei giuristi, pure non datata, che lo vede comparire tra i residenti nel quartiere di Porta S. Pietro, dove era il nucleo principale della famiglia. Con gli stessi dati, Enea compare anche tra i primi iscritti nella matricola del collegio degli avvocati, allegata a quella del collegio giuridico e aperta nel 1511 (Treggiari, 2015, pp. 144, 148).
All’anno accademico 1510-11 risale il più antico incarico di insegnamento noto, retribuito con lo stipendio base di 10 fiorini (Zucchini 2008; Onomasticon, ad vocem); la materia non veniva specificata ma dalle più antiche fonti biografiche è noto che iniziò a insegnare prima diritto canonico per poi avere l’incarico di diritto civile.
Così riportava lo storiografo perugino Cesare Crispolti (1563-1608), cui si devono le notizie più risalenti, e che poté attingere, tra le altre cose, a una fonte oggi conservata solo in parte: le biografie poste a corredo dei ritratti dei legisti nel palazzo Baldeschi di fine XVI secolo (Mancini, 2005, p. 187, n. 73). Crispolti, che fornì la trascrizione integrale delle iscrizioni dei tre ritratti principali, di Enea Baldeschi scrisse «dottore chiaro per dottrina, et acutezza d’ingegno, primieramente lesse in canonico, di poi in civile nella prima catthedra degli Ordinari della sera. Andò ambasciatore a Leone X in nome della sua patria; e fatto Auditore della Ruota fiorentina, riportò fama di fede, integrità e scienza» (Perugia, Biblioteca Augusta, ms. B 45: C. Crispolti, Compendio delle memorie della città di Perugia, cc. 13rv).
Hanno conferma nei documenti due importanti incarichi che videro Enea Baldeschi impegnato negli anni centrali del terzo decennio del secolo. A Perugia fu incluso nella rosa dei giuristi chiamati a rivedere i testi degli statuti cittadini in preparazione della editio princeps (stampata a Perugia, tra 1523 e 1528, da Girolamo Cartolari, in quattro volumi). Il nome del Baldeschi si legge nelle pagine introduttive al quarto volume, insieme a quello di Mariotto Boncambi, Vincenzo Ercolani e Paolo Salvucci (Panzanelli, 2020, p. 241). Con gli stessi quattro giuristi Enea sottoscriveva un consilium, che è l’unico suo testo manoscritto oggi individuato in un istituto pubblico (Arezzo, Biblioteca comunale, ms. 404, cons. n. 95, cc. 333v-336v: «Cum fuerim de simplici subscriptione requisitus […] ego Eneas de Vbaldis de Perusia V.I. doctor licet minimus et ad fidem predictorum mea propria manu subscripsi et solito sigillo muniri feci salva semper saviori sententia laus deo»).
Nello stesso periodo, dal 1° aprile 1524 e per i tre anni di durata del mandato, ricoprì l’incarico di giudice di prima istanza per i quartieri di S. Giovanni e S. Maria Novella di Firenze in seno al Consiglio di giustizia, noto anche come Ruota fiorentina (Fasano Guarini, 1989, p. 109; Archivio di Stato di Firenze, Consiglio di giustizia, 847, c. 1r). Ne riportò «fama di fede, integrità e scienza» (Crispolti, 1648), da cui forse anche l’epiteto di immagine delle leggi («Legum imago») che si leggeva sul monumento sepolcrale, in aggiunta al busto che lo ritraeva.
Secondo Cesare Crispolti, Enea Baldeschi «morì a Perugia l’anno MDXLV, havendo lasciato in mano degli heredi alcuni volumi di consigli» (Perugia, Biblioteca Augusta, ms. B 45: C. Crispolti, Compendio delle memorie della città di Perugia, cc. 13rv); lo storico perugino integra le notizie con la descrizione del sepolcro tombale nella chiesa di S. Francesco al Prato («nella cappella de i Baldeschi si vede sopra un deposito la testa di Enea Baldeschi […] passò di questa a miglior vita l’anno 1545 alli 12 di marzo in età di anni 60 [poi corretto in 64] […] Legum Imago», ibidem: C. Crispolti, Perugia Augusta, cc. 85v-86r).
La diversa età alla morte, qui riferita da Crispolti, non fu ripetuta nella edizione a stampa della medesima opera e non si trova in due testimonianze di poco successive che confermano i sessant’anni: «un ms. dei primi del secolo XVII, in cui si registravano notizie di famiglia» (Scalvanti, 1901, p. 256) e la serie delle biografie dei giuristi pubblicate da Guido Panciroli, che a Enea Baldeschi dedicò poche righe riportando però il testo di un’iscrizione non altrimenti testimoniata: «Æneæ ex Claro stemmate Vbaldeo Iurescons. scientia, usu, & auctoritate insigni. Coniux & filii dederunt tumulum, & lachrymas. annum agenti LX» e aggiungendo «sub effigie muro affixa subiectum est Legum imago» (Panciroli 1637, p. 208).
Il busto, andato a lungo disperso per le cattive condizioni della chiesa, fu riportato alla luce ai primi del Novecento da Oscar Scalvanti, che chiarì l’identificazione con Enea Baldeschi (Scalvanti, 1901), la cui persona, nel frattempo, era uscita dal novero dei principali giuristi della casata (nel repertorio bio-bibliografico di Vermiglioli il suo nome compare soltanto in fugaci citazioni). Uno studio recente ha invece fatto luce sulla mano dell’artista che realizzò il manufatto in cui si riconosce l’opera dello scultore Vincenzo Danti (Teza, 2005).
Dalle fonti sopra menzionate, e dal manoscritto di famiglia in particolare, si apprende che Enea non pubblicò i suoi lavori («Enea Baldeschi fu dottore di molta fama concorrente di Vincenzio Ercolani. Non è del suo niente alle stampe, sono in penna molti scritti appresso gli eredi», Scalvanti, 1901, p. 256) che è quanto si può oggi riscontrare in repertori e cataloghi in cui non si ha traccia di pubblicazioni, che gli vennero invece ascritte in altre voci biografiche a partire dalla edizione a stampa della Augusta Perugia di Crispolti, dove l’originaria notizia che aveva «lasciato in mano degli heredi alcuni volumi di Consigli» (Perugia, Biblioteca Augusta, ms. B 45: C. Crispolti, Perugia Augusta, c. 13v) fu tradotta in un «lasciato alle stampe alcuni volumi de Consigli, et in penna molti suoi scritti, e letture degne pure dell’immortalità delle stampe» (Crispolti, 1648, p. 327). Oldoini scrisse che aveva curato l’edizione di un volume di Consilia e uno di Responsiones e che in manoscritto aveva lasciato le letture al Digesto («… cum edidisset Consiliorum volumen, et Responsionum librum, ac reliquisset M.SS. Lecturas eruditas in ff.», Oldoini, 1678, p. 3), fornendo la base per quanto si legge in Joecher, 1750-1751, coll. 1477 s., in parte da correggere, soprattutto la notizia circa l’appartenenza all’Accademia degli Insensati, che fiorì dopo la sua morte.
Enea Baldeschi ebbe almeno due figli maschi, Angelo e Fabio; da Angelo e da Costanza Baglioni ebbero i natali Francesco, che portò avanti la tradizione familiare costruendo un’ottima carriera (fu anche uditore della Rota romana; Mariotti, 1787, pp. 129-146; Vermiglioli, I, 1828, pp. 144-147) e un secondo Enea (Aeneas d. Angeli d. Aeneae de Ubaldis: Perugia, Archivio storico del Comune, Catasti, III, 85, c. 3r), che fu canonico della cattedrale e protonotario apostolico, nonché membro dell’Accademia degli Insensati, titolo quest’ultimo che, causa l’omonimia, è stato erroneamente attribuito all’Enea qui biografato.
Archivio di Stato di Firenze, Signori e collegi, Deliberazioni in forza di ordinaria autorità, 126, cc. 31rv; Consiglio di giustizia, 847, c. 1r; Archivio di Stato di Perugia, Studium Perusinum, Acta doctoratuum, 1 (1508-1514); Arezzo, Biblioteca Città di Arezzo, ms. 404, Consilium 95, cc. 333v-336v; Perugia, Archivio storico del Comune, Catasti, II, 4, c. 205r-208v; III, 85, c. 1r; Archivio storico dell’Università, Parte I, A 1, Matricola del Collegio dei giuristi (1407/20), cc. 44rv, 58r; Parte I, B I, Atti del collegio dei giuristi, 1 (1519-37); Perugia, Biblioteca Augusta, ms. B 45; C. Crispolti, Compendio delle memorie della città di Perugia, c. 13rv; Id., Perugia Augusta, cc. 85v-86r, nuova num. cc. 66v-67r. G. Panciroli, De claris legum interpretibus, Venetiis 1637, pp. 207 s., 210; C. Crispolti, Perugia Augusta, Perugia 1648, pp. 327; A. Oldoini, Athenaeum Augustum in quo Perusinorum scripta publice exponuntur, Perugia 1678, p. 3; C.G. Joecher, Allgemeines Gelehrten-Lexicon, Leipzig, 1750-1751, coll. 1477 s.; G.B. Vermiglioli, Biografia degli scrittori perugini e notizie delle opere loro, I, Perugia, 1828, pp. 145, 150; O. Scalvanti, Inventario-regesto dell’Archivio universitario di Perugia, Perugia 1898, p. 26; Id., Notizie e documenti sulla vita di Baldo, Angelo e Pietro degli Ubaldi, in L’opera di Baldo, per cura dell’Università di Perugia nel V centenario dalla morte del grande giureconsulto, Perugia 1901, pp. 181-359 (in partic. pp. 254-256, 298); G. Ermini, Storia dell’Università degli Studi di Perugia, Firenze 1971, pp. 515 s.; E. Fasano Guarini, I giudici della Rota di Firenze sotto il governo mediceo (problemi e primi risultati di una ricerca in corso), in Convegno di Studi in onore del giurista faentino Antonio Gabriele Calderoni (1652-1736), Atti… 1988, Faenza 1989, pp. 87-117; VI Centenario della morte di Baldo degli Ubaldi 1400-2000, a cura di C. Frova - M.G. Nico Ottaviani - S. Zucchini, Firenze 2005 (in partic.: P. Monacchia, Vicende patrimoniali degli Ubaldi a Perugia tra Tre e Quattrocento, pp. 101-114; L. Teza, Artisti nella cappella dei Baldeschi in San Francesco al prato di Perugia. Domenico di Nicolò “dei cori”, Agostino di Duccio, Vincenzo Danti, pp. 129-170; F.F. Mancini, Pro maiori familie de Ubaldis amplitudine et doctorandorum commoditate. Il palazzo cinquecentesco di via Baldeschi a Perugia, pp. 171-192; C. Frova, Carriere universitarie dei Baldeschi, pp. 523-538); S. Zucchini, Università e dottori nell’economia del comune di Perugia, Perugia 2008, p. 371; A. Mariotti, Memorie istoriche de’ perugini auditori della sacra romana Rota, a cura F. Treggiari, Bologna; A. Alberti, Fonti inedite di archivio per la storia dello Studium Perusinum (secc. XV-XVI), in Annali di storia delle università italiane, XVIII (2014), pp. 139-150; F. Treggiari, Collegi di doctores e di advocati a Perugia tra Quattro e Cinquecento. Con l’edizione di tre matricole, in Università e formazione dei ceti dirigenti: per Gian Paolo Brizzi, pellegrino dei saperi, a cura di G. Angelozzi - M.T. Guerrini - G. Olmi, Bologna 2015, pp. 121-149; A. Panzanelli, La stampa a Perugia nel Rinascimento. Dai tipografi tedeschi agli editori locali, Milano 2020, p. 241; T. Woelki, Ubaldi, Angelo di Francesco degli, in Dizionario biografico degli italiani, XCVIII, Roma 2020, ad vocem; Id., Ubaldi, Alessandro di Angelo degli, ibidem, ad vocem; Manuscripta juridica. Census of handwritten texts of juridical literature, a cura di G.R. Dolezalek, http://manuscripts.rg.mpg.de/item/744/ (6 marzo 2021); Onomasticon. Prosopografia dell'Università degli studi di Perugia, a cura di C. Frova et al., https://onomasticon.unipg.it/onomasticon/persone/55_111.do (6 marzo 2021).