enforcement
Azione di soggetti soprattutto pubblici (polizia, organi giurisdizionali e amministrativi), volta ad assicurare il rispetto delle norme. La teoria economica dell’e. pubblico si è sviluppata a seguito di un articolo di G.S. Becker dal titolo Crime and punishment: an economic approach («Journal of Political Economy»,1968, 76, 2). Da esso emerge che il rispetto della legge dipende dalla sanzione prevista e dalle risorse pubbliche e private dedicate a prevenire le violazioni e a punirle.
In particolare, Becker suggerisce che la legge viene violata da un individuo se i vantaggi attesi dall’azione illegale sono superiori alla sanzione prevista, pesata per la probabilità di essere scoperto. Ciò implica che la sanzione dev’essere pari ai vantaggi attesi dall’azione illegale, divisi per la probabilità di essere colti in fallo. Il calcolo è particolarmente agevole nel caso di sanzioni pecuniarie. Tuttavia, non tutte le violazioni di legge vengono punite in tal modo; in alcuni casi è prevista una pena detentiva. In queste situazioni, il calcolo della sanzione ottimale è meno preciso. Inoltre, in alcune condizioni, l’ammenda è calcolata in funzione degli effetti dell’azione illegale, in altre indipendentemente dalle conseguenze e solo in funzione del comportamento seguito. Per es., un’impresa che inquina riceve una sanzione indipendentemente dal fatto che abbia preso tutte le precauzioni per evitarlo, il che può condurre, semmai, a una sanzione meno elevata. Viceversa, un automobilista che provoca un incidente riceve una sanzione solo se, per es., eccedeva i limiti di velocità. La diversa valutazione dei due tipi di violazione delle regole dipende dalla declinazione delle tipologie di errore che si possono commettere nel giudizio su un certo comportamento: la probabilità, da un lato, di considerare violazioni di legge comportamenti che, invece, dovrebbero essere permessi (falsi positivi) e la probabilità, dall’altro, di non considerare violazioni di legge comportamenti che, invece, dovrebbero essere vietati (falsi negativi), probabilità a loro volta collegate alla facilità di individuare il danno che si vuole evitare. Per es., nel caso dell’inquinamento, l’individuazione del danno è molto semplice (l’inquinamento stesso), e la regola è facilmente compresa da chi la deve rispettare. Mentre, invece, stabilire se un automobilista guida in maniera pericolosa richiede l’individuazione di presunzioni (per es., un limite di velocità) per poter essere accertata con precisione e per poter essere rispettata. Pertanto, nel caso dell’inquinamento, la sanzione è collegata al danno causato (l’inquinamento), mentre, nel caso dell’incidente automobilistico la sanzione è riferita a un comportamento (l’eccesso di velocità) che, peraltro, viene sanzionato anche in assenza di incidenti.
Nel processo di determinazione della sanzione ottimale, la teoria economica dell’e. affronta anche la questione di come influenzare la probabilità di essere scoperti. Più efficienti sono gli organi preposti alla repressione delle violazioni di legge, più la legge viene rispettata. Essendo limitate le risorse pubbliche da destinare all’azione di repressione, esse andrebbero concentrate sui reati e le infrazioni più gravi. Tuttavia, spesso non basta dotare le autorità giurisdizionali e amministrative di maggiori mezzi e poteri investigativi, bensì occorre anche modificare gli incentivi degli individui, al fine di distoglierli dall’intraprendere comportamenti vietati. Per es., favorire il pentitismo, rompendo la catena di solidarietà tra gruppi di persone che, ripetutamente, violano la legge, consente di scoprire i responsabili di violazioni di legge associate, soprattutto, alla criminalità organizzata e al terrorismo, che altrimenti sarebbe stato impossibile individuare. A partire dalla metà degli anni 1990, prima negli Stati Uniti e poi nell’Unione Europea, questi stessi strumenti, ossia premiare con una riduzione della sanzione, e talvolta addirittura con l’immunità, coloro che cooperano con le autorità inquirenti, sono stati estesi a quanti collaborano con le autorità antitrust (➔), permettendo la scoperta dei cartelli tra concorrenti, infrazioni certamente meno gravi di quelle commesse dalla criminalità organizzata, ma ugualmente difficili da accertare senza l’aiuto di coloro che le hanno commesse. I programmi di clemenza, che concedono l’immunità dalla sanzione al primo concorrente che denunci alle autorità antitrust un cartello di prezzo di cui si ignorava l’esistenza, sono stati molto efficaci, contribuendo alla scoperta e alla successiva repressione di decine di cartelli di prezzo da parte della Commissione europea (➔ p) e di numerose autorità antitrust nazionali tra cui quella italiana.