ENGADINA (fr. Engadine; ted. Engadin; ladino Engadina; A. T., 20-21)
Nome con il quale viene comunemente designata la valle superiore dell'Inn (v.), compresa fra due catene delle Alpi Retiche, dalle sorgenti del fiume presso il Passo del Maloggia (1810 m.) fino alla stretta gola di Finstermünz (a circa 1000 metri), dove si trova il confine tra Svizzera e Austria. L'Engadina è pertanto interamente compresa in territorio svizzero. Lunga all'incirca 80 km., l'Engadina è formata da due tronchi longitudinali, raccordati da un breve tronco trasversale tra Zernez e Süs. Comunemente viene divisa in due parti, l'alta e la bassa, separate da una stretta boscosa e poco popolata, nella quale il fiume s'insinua presso il villaggio di Scanfs. L'alta Engadina, lunga una trentina di km., dominata a sud dalle superbe cime del gruppo del Bernina, a nord da quelle, meno elevate, del Julier e del Piz Ot, è una valle di modellamento glaciale a fondo ampio, divisa a sua volta in due ripiani da una specie di sbarra trasversale tra St. Moritz e Celerina. Il ripiano superiore è occupato da bacini lacustri: il Lago di Sils, il più grande, a 1800 m. d'altezza, quello di Silvaplana con la sua appendice detta Lago di Campfer e il laghetto di St. Moritz (1767 m.), chiuso in basso dalla su ricordata sbarra. Il ripiano inferiore aveva pure dei bacini lacustri, ma essi sono stati colmati dalle alluvioni dei torrenti laterali: a destra il Bernina, che sbocca nell'ampio fondo prativo di Samaden, e a sinistra il torrente di Bevers.
Posta tutta al disopra di 1700 m., l'alta Engadina ha clima assai aspro: a Sils Maria (1810 m. s. m.) si hanno cinque mesi (novembre-marzo) con medie inferiori a zero (media del gennaio − 8°), e soltanto due (luglio-agosto) con medie superiori a 10° (media del luglio 11°,2). Non è rara la neve in agosto; a partire dalla fine di ottobre laghi e fiumi sono spesso gelati. Come accade spesso nelle valli chiuse tra monti, le precipitazioni sono scarse nonostante l'altezza: 970 mm. a St. Moritz, solo 860 a Bevers. L'alta Engadina non ha che piccoli campi e orti in località riparate, mentre è ricchissima di pascoli. I centri abitati si adagiano sulle rive dei laghi o nell'ampio fondovalle occupato da prati, spesso sopra o vicino a conoidi. L'alta Engadina ebbe sempre grande importanza per le comunicazioni: oltre alla strada del Maloggia, che conduce in Val Bregaglia, vi sboccano la strada del Bernina, frequentata sino dall'alto Medioevo, sulla quale è Pontresina, la strada del Passo del Giulio (Julier Pass) che s'innesta a Silvaplana e quella dell'Albula che s'innesta a Ponte. I piccoli centri abitati sorti da tempo remoto su queste vie hanno assunto un grande sviluppo e una fisionomia tutta nuova da quando l'attrattiva del magnifico paesaggio alpino e dei pittoreschi laghi, la prossimità di grandi gruppi montuosi, il clima saluberrimo ne hanno fatto luoghi di soggiorno estivo, che sono ormai tra i più famosi della Svizzera: St. Moritz, Sils Maria, Pontresina, Silvaplana godono d'una celebrità mondiale. In epoca ancor più recente St. Moritz è divenuto un centro di primissimo ordine per lo sport invernale.
La bassa Engadina ha fisionomia del tutto diversa. L'Inn scorre con più forte pendenza (7-9 per mille) incidendo il suo letto fra pareti erte e precipiti, occupate tuttora in parte da boschi. I centri abitati rifuggono l'angusto fondovalle e si scaglionano sui terrazzi ben soleggiati che rompono i declivî a una certa altezza e si allietano di campi e prati (Guarda, Schuls, Tarasp, Remüs). Il versante destro, più ripido e meno soleggiato, è meno popolato. Non mancano però anche qui sezioni alquanto più ampie. La principale è quella dove l'Inn è raggiunto dallo Spöl, il suo maggiore tributario nel tratto engadinese; esso peraltro nel suo tronco superiore, costituente la Val di Livigno, appartiene all'Italia (v. livigno). Un'altra sezione più larga si ha presso Süs ove confluisce la Surasca, importante perché per essa risale la strada della Flüela, che conduce a Davos. La bassa Engadina ha clima un po' meno rigido, ma soprattutto ancor più secco dell'alta. A Remüs la media annua della pioggia è inferiore a 700 mm., a Martinsbrück raggiunge appena i 640; una così scarsa piovosità non ha riscontro che nel Vallese, ma ad altezze molto minori. La bassa Engadina conserva ancora bei boschi, i quali, specialmente sul versante destro, risalgono sui fianchi della valle fino a un limite non superato se non nel Vallese. La flora è ricchissima di specie e varietà anche molto rare; per la conservazione di questa, come pure del manto boscoso, è stato soprattutto creato il Parco nazionale svizzero, che occupa un buon tratto del versante destro. Tra le colture primeggiano la segala e l'orzo, che, sul versante sinistro, in buona esposizione, arrivano fino a 1800 m. Frequenti sono anche i campi di lino e diffusa la patata. Peri e meli s'incontrano fino a Remüs.
Centro principale della bassa Engadina è Schuls [in ladino Scuol), su un bel terrazzo che domina la profonda forra in fondo alla quale scorre l'Inn; sul terrazzo dirimpetto sono Tarasp e Vulpera. Per le comunicazioni la bassa Engadina è abbastanza ben favorita; oltre ad essere allacciata a Davos per la strada della Flüela, è congiunta alla Val Monastero per il Passo del Forno e alle sorgenti dell'Adige per la strada che risale da Martinsbrück al Passo di Resia. L'intera Engadina è poi percorsa dalla grande strada che, provenendo dal Maloggia, va a Landeck e poi a Innsbruck. Una ferrovia congiunge St. Moritz a Schuls; ad essa s'innesta a Bevers la ferrovia che conduce a Coira, passando in galleria sotto l'Albula, e che costituisce la via d'accesso principale dal resto della Svizzera. Un'ardita ferrovia di montagna unisce St. Moritz a Tirano per il Passo del Bernina.
Gli abitanti dell'Engadina erano circa 12.000 nel 1900 e 14.800 circa nel 1920. Circa due terzi (63%) hanno come dialetto abituale il romancio; il 73% sono protestanti. Tra i non romanci, prevalgono gl'Italiani, soprattutto a Bevers, St. Moritz e Samaden. Le occupazioni principali degli abitanti sono l'allevamento e l'industria dei latticinî. Ad essa si è aggiunta l'industria alberghiera, fiorentissima in tutta la vallata.
I centri più popolati sono St. Moritz, Silvaplana, Samaden, Pontresina, Zernez e Schuls. Delle valli laterali sono abitate tutto l'anno quelle di Pontresina, Scarl e Livigno.
Storia. - L'Engadina, già abitata nell'età del bronzo e forse della pietra, come attestano i cimelî scoperti nelle terme di St. Moritz, fu certamente popolata dai Reti, ramo degli Etruschi, secondo Plinio, Livio, Giustino, poiché la lingua e la toponomastica rivelano cospicue tracce della civiltà etrusca. Le continue scorrerie dei Reti contro Como e le terre del Lario e della valle Padana chiamarono su di essi l'attenzione di Cesare e poi le armi di Augusto che li sottomise in aspra guerra, dal 16 al 13 a. C., per opera di Tiberio e di Druso (trofeo di Turbia).
La regione venne profondamente romanizzata (Raetia prima), come tuttora mostrano i nomi locali e la parlata ladina. I Reti furono prima peregrini ausiliarî, dopo Caracalla (211-217) cittadini dell'Impero romano. Il diritto romano continuò per secoli a governare l'Engadina, che, come tutta la Rezia, fu retta da un praeses, che risiedeva a Coira (Curia). Teodorico nulla vi modificò: egli riteneva la Rezia un baluardo d'Italia. È tradizione che molti Milanesi, dopo la distruzione della loro città per opera dei Goti, si rifugiassero nell'alta Engadina (il vescovo Valentiniano, 548). Carlomagno (dipinti dell'epoca carolingia vennero recentemente scoperti nella vicina S. Maria) garantì ai Reto-Romani (784) le loro leggi e costumanze, creando così la lex romana curiensis (redatta in un latino che già risente il romancio) e pose l'Engadina alla dipendenza dei vescovi di Coira (dipendenti dalla diocesi di Milano). In seguito l'Engadina si divise: l'alta Engadina fu incorporata nella contea di Coira (alta Rezia) ed unita, nel 916, al ducato d'Allemagna; la bassa Engadina invece fece parte della contea di Vintschgau prima, del vescovato di Trento e della contea del Tirolo dopo Sebbene, sotto il Tirolo, la bassa Engadina avesse subito l'influsso del diritto bavarese, tuttavia il culto del ladino mantenne sempre viva in essa la fratellanza con l'alta Engadina e quando, nel 1363, la bassa Engadina passò in eredità agli Asburgo, si unì all'alta Engadina contro di essi e tenacemente li combatté per secoli, finché, dopo essere stata teatro di lotte sanguinose (come nella guerra dei Trent'anni e nel 1799), furono unite entrambe alla Svizzera con l'atto di mediazione del 1803, insieme col cantone dei Grigioni, cui s'erano congiunte nel 1471. Gli abitanti dell'Engadina furono convertiti al protestantesimo da riformatori tedeschi e italiani. Coi primi cominciò la lenta infiltrazione dell'elemento germanico, con gli altri si rafforzò la resistenza del ladino e la lotta tra queste due forze etniche caratterizza ancora oggi l'intima vita storica della regione.
Per la letteratura e la lingua, v. ladini.
V. tavv. CXLIX-CLIV.
Bibl.: Th. von Mohr, Codex diplomaticus, Coira 1848 segg.; P.-C. von Planta, Das alte Rätien, Berlino 1872; U. Campell, Historia Raetica, Basilea 1587; F. Hammerl, Rechts und Herrschaftsverhältnisse im Unterengadins, in Jahresbericht der historisch-antiquar. Ge. von Graubünden, LII; J. Jecklin, Land und Leute des Unterengadins und Vintschgaus, Coira 1922; R. Günther, Feldzug der Division Lecourbe: 1799-1800, Frauenfeld 1896.