ENIADE (Οἰνιάδαι, Oeniădae)
Importante porto dell'antica Grecia, situato sulla costa occidentale dell'Acarnania, nella fertilissima pianura alluvionale e poco lungi dalla foce dell'Acheloo, sulla laguna Melita, l'odierno lago di Lesini (Lezína); un braccio della laguna era chiuso entro la linea settentrionale della cinta di mura della città, dove ancora oggi sono riconoscibili i resti del porto, fra i più interessanti di quelli a noi conservati in tutta la Grecia, ricostruito da Filippo V di Macedonia; assai imponente è pure tutta la cinta delle mura, di circa 7 km. di sviluppo e di andamento assai irregolare secondo la conformazione della collina (l'odierna collina di Trikardókastro) su cui si elevava la città, mura di cui la parte inferiore presenta ancora struttura poligonale, e con numerose porte, tra cui alcune palesano i più antichi esemplari di arco che ci offra l'architettura ellenica; di minore importanza sono i resti degli edifici pubblici e privati, tra cui un teatro e alcune cisterne; l'acropoli, circondata da un muro suo proprio, occupava la vetta più alta, nell'angolo SE. della città.
Per l'importanza della sua posizione E. è stata accanitamente disputata nell'antichità; occupata nel 450 a. C. dai Messenî di Naupatto, fu riconquistata dagli Acarnani l'anno seguente. Fu attaccata invano nel 453 da Pericle, ma nel 428 fu costretta dal generale Demostene a entrare nell'alleanza di Atene. Fu presa poi dagli Etoli, nel 219 da Filippo V di Macedonia, che ne rinnovò le mura e il porto, dai Romani nel 211, e resa agli Acarnani nel 189.
Bibl.: L. Heuzey, Le Mont Olympe et l'Acarnanie, Parigi 1860, p. 435 segg.; E. Oberhummer, Akarnanien, Monaco 1887, p. 33 seg. e passim; su alcuni scavi della Scuola americana vedi Amer. Journ. of Arch., s. 2ª, VIII (1904), p. 137 segg.; sugli archi delle mura cfr. J. Durm, Die Baukunst der Griechen, 3ª ed., Lipsia 1910, p. 211 segg.