ENO di Tracia (Αἶνος, Aenus)
Fiorente e antichissima città, menzionata già da Omero, situata sulla costa di Tracia, precisamente su una penisoletta della piccola laguna Stentoride, presso la foce del fiume Ebro, e perciò in possesso della chiave dei commerci fra l'Egeo e tutta la Tracia orientale; era una colonia eolica, prima di Alopeconneso, e poi, secondo Eforo, di Mitilene e di Cuma d'Asia Minore; sembra che il suo nome originario sia stato Poltimbria, da un re tracio Poltis. Assai poco della sua storia ci è conosciuto; durante la spedizione di Sicilia la troviamo soggetta ad Atene, e figura nella lista dei tributi con 10-12 talenti. La floridezza della città nel sec. V a. C. è attestata soprattutto dalla sua abbondante monetazione, che ci ha conservato per quest'epoca, a cominciare circa dalla metà del secolo, splendidi esemplari di monete d'oro e d'argento; in qualcuna di queste la bellissima statua di Ermete è accompagnata anche dalla curiosa immagine di una statua del dio ritto su un trono che raffigura indubbiamente una statua di culto della città, simile a quella descrittaci da Pausania, in piedi sul trono di Amicle. Dopo il 350 a. C. Eno fa parte del regno macedonico e cessa la coniazione in proprio nome, almeno per quanto riguarda le monete d'argento. In essa però vengono battute ancora monete a nome di Lisimaco; nel 190 ritrova la sua libertà per merito di Roma. Nelle vicinanze della città era situata la grotta Ceritica, dedicata a Ecate.
Bibl.: G. Hirschfeld, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., I, col. 1028 seg.; sulle monete vedi B. V. Head, Hist. Numorum, 2ª ed., Oxford 1911, p. 246 segg. Cfr. S. Casson, Macedonia, Thrace a. Illyria, Oxford 1926.