ENOMAO (Οἰνόμαος, Oenomăus)
Figlio di Ares e di Arpina, figliola dell'Asopo, e sposo di Sterope, è, secondo la forma più diffusa della leggenda, signore di Pisa nell'Elide. Egli ha una figliola bellissima, Ippodamia, che non vuole dare in sposa a nessuno, o perché egli stesso ne è acceso, o perché un oracolo gli ha predetto la morte da parte del genero. Ai pretendenti egli impone di correre a gara con lui da Pisa sino all'istmo di Corinto: il pretendente parte prima recando sul cocchio Ippodamia. E. parte invece più tardi, dopo aver sacrificato; ma fornito di un prodigioso cocchio datogli dal padre, raggiunge il pretendente e lo trafigge con la lancia. Già dodici aspiranti egli ha così messo a morte, quando Pelope, figliolo di Posidone, fornito dal padre d'un cocchio d'oro con cavalli alati, vince la gara; secondo alcune fonti Pelope vinse con l'astuzia, guadagnandosi cioè il cocchiere di E., Mirtilo. Pelope può così sposare Ippodamia. La gara di E. e di Pelope fu spesso rappresentata dalle arti figurate nei tre momenti della preparazione, del sacrifizio e della corsa. Si ricordano in particolar modo il frontone orientale del tempio di Zeus in Olimpia, una bella anfora di Ruvo (sacrifizio), un vaso del Museo di Napoli (sacrifizio) il vaso d'Archemoro (corsa), un grande vaso di Ruvo (corsa).