D'ALBERTIS, Enrico Alberto
Nacque a Voltri (Genova), dove la famiglia possedeva una fiorente industria laniera, il 23 marzo 1846, ultimo di tre fratelli, dal cavaliere Filippo e da donna Violante Giusti.
Allievo del collegio "Carlo Alberto" di Moncalieri, il D. s'iscrisse poi al Collegio di Marina di Genova, dal quale uscì nel 1866 col titolo di guardiamarina, dopo aver preso parte al viaggio di istruzione degli alunni di quella scuola sulla regia nave "Principe Umberto", comandata da Guglielmo Acton, a bordo della quale compì la circuinnavigazione del globo. Nel 1862 sulla corvetta "Euridice" si era spinto fino al mare del Nord e al Mar Baltico, mentre l'anno successivo aveva raggiunto l'Egitto e le Canarie.
Sempre nel 1866 partecipò alla campagna di Lissa e fra il 1867 e il 1869 compì diversi viaggi a bordo delle corazzate "Formidabile" ed "Ancona". Il 19 nov. 1869 assisté all'inaugurazione del canale di Suez. Dopo essere stato promosso guardiamarina di prima classe, abbandonò però la marina militare per passare a quella mercantile, a servizio della quale compì, nel 1870., come secondo di bordo, alcuni viaggi nel Mediterraneo orientale e nel Mar Nero a bordo della "Emma D", la stessa nave con cui nel 1871 si recò in Inghilterra. Al suo ritorno a Genova ottenne il comando di un veliero fornito di un motore ausiliario, l'"Emilia", in rotta verso le Indie.
Dopo un anno, il 1873, trascorso a viaggiare, assieme al fratello Domenico, lungo l'Europa, da Vienna a Madrid, si dedicò completamente, per circa un ventennio, alla navigazione di diporto, prima a bordo dello yacht "Violante", poi del "Corsaro", fornendo fra l'altro un notevole contributo sul piano scientifico, oltre che nel campo della talassografia, anche in numerosi altri settori, con le sue raccolte faunistiche, floristiche, algologiche e mineralogiche delle numerose zone da lui raggiunte e visitate.
La prima crociera, durante la quale il D. visitò molte isole dell'arcipelago toscano, si svolse fra la fine di maggio e l'inizio di luglio del 1875. Nel corso dello stesso anno passò in rassegna tutte le isole minori del Mediterraneo. Dal 7 luglio al 7 ott. 1876 raggiunse l'arcipelago delle Cicladi, visitando poi, fra l'altro, Atene e Costantinopoli. Nel 1877 il "Violante" fece invece rotta alla volta della Sardegna, della Galita e della Tunisia, mentre nel 1879 raggiunse Malta e Tripoli e nel 1880 visitò la Dalmazia e le isole circostanti.
La necessità di un'imbarcazione più adeguata a crociere di maggior impegno nautico e scientifico indusse il D. a far costruire il "Corsaro", un "cutter" di tonnellaggio superiore al "Violante" e più opportunamente attrezzato per le pesche pelagiche e le campagne talassografiche, a bordo del quale nel luglio del 1882 raggiunse le isole Madera e le Canarie, nel 1886 approdò alle Azzorre e nel 1888 alle Baleari. Nel 1893 si recò a San Salvador (ora Watling Island) per ripercorrere il viaggio compiuto quattro secoli prima da Cristoforo Colombo, utilizzando gli stessi strumenti nautici, allo studio dei quali il D. si era dedicato fin dal 1888, quando aveva ricevuto l'incarico di ricostruire le condizioni in cui versava la nautica e l'arte navale ai tempi di Colombo. Questa spedizione gli valse la promozione a capitano di corvetta nella riserva navale.
Il "Corsaro" terminò la sua attività partecipanda alle feste per l'inaugurazione del canale di Kiel nel 1895, in quanto nel viaggio di ritorno fu investito mentre attraversava la Manica.
Da allora il D. avrebbe interrotto questo genere di viaggi, che ripresero nel 1904, in altre forme, con una crociera sul Nilo, una breve escursione nell'Harar ed una puntata fino a Victoria Nyanza e al Benadir (in Africa s'era peraltro già recato nel 1900, visitando l'Egitto, il Sudan e l'Eritrea). Ripartito alla volta dell'Africa anche nel 1906, risalì ancora il Nilo fino ad Assuan visitò la provincia di Dongola, penetrò in Eritrea, proseguendo poi alla volta del Sudafrica e della Rhodesia. Visitò in seguito la regione diamantifera, raggiunse Capo Tormentoso, l'isola di Sant'Elena e la Gran Canaria, rientrando a Genova il 23 luglio 1908.
Nel periodo compreso fra il 1877 e il 1910, oltre ad alcuni viaggi minori, il D. compì anche tre viaggi attorno al mondo, dei quali non pubblicò mai alcun resoconto, diversamente da tutti quelli di cui ci siamo finora occupati. I loro itinerari sono però ricostruibili grazie al testo dei manoscritti inediti studiati e utilizzati da Livia Albertina Fornaroli.
Il primo di questi viaggi fu compiuto tra l'ottobre del 1877 e l'ottobre del 1878 in compagnia di Odoardo Beccari (visitò Ceylon, l'India, la Birmania, Singapore, Borneo, la Nuova Guinea, l'Australia, Sumatra, il Giappone, gli Stati Uniti e Panama); il secondo si svolse fra il 1895 e il 1896 (visitò l'Africa del Sud, la Tasmania, la Nuova Zelanda, la Polinesia, la California, il Messico e Cuba); il terzo alla fine del 1910 (visitò l'Egitto, Ceylon, l'Australia, l'Argentina, l'Uruguay, il Paraguay e il Brasile). Dopo il 1910 egli tornò ancora in Egitto, in Tripolitania e in Cirenaica, ma di queste sue ultime esperienze non ci è rimasta nessuna testimonianza diretta. Allo scoppio della prima guerra mondiale prestò volontariamente la sua opera nel Tirreno collaborando alla sorveglianza contro i sommergibili nemici ed ottenendo per questo la croce al merito di guerra da parte dei ministero della Marina.
Trascorse gli ultimi anni della sua vita a Genova nel castello di Montegalletto da lui trasformato in un museo (nel 1920 si recò tuttavia a Fiume e nel 1922-1923 ritornò in Tripolitania). In questo periodo si dedicò prevalentemente alla costruzione di meridiane, già da molti anni suo svago prediletto (fra il 1875 e il 1928 ne costruì circa un centinaio): "girovago pintor di meridiane" lo definì infatti Edmondo De Amicis, al quale il D. fu legato da profonda amicizia.
Morì la sera del 3 marzo 1932, lasciando al comune di Genova il suo castello, nel quale si conservano ancora i ricordi e i cimeli dei suoi numerosi viaggi e di quelli compiutì in Nuova Guinea dal cugino Luigi Maria: ricchissime collezioni di armi, amuleti esotici di diverse materie e fogge varie, canoe polinesiane, vari modelli di barche, "gong" e "timpanon" malesi, il "tongoli" (una specie di cetra africana), ecc.
Numerosi sono gli scritti lasciati dal D'AIbertis. Molti riguardano le crociere compiute a bordo del "Violante" e dei "Corsaro" (Crociera del "Violante" comandato dal capitano armatore E. D. durante l'anno 1876, in Annali del Museo civico di storia naturale di Genova, XI [1877-1878], pp. 7-456; Crociera del "Corsaro" alle isole Madera e Canarie, Genova 1884; Crociera del "Corsaro" alle Azzorre, Milano 1888; Campagna del yacht "Corsaro" in America. Rapporto..., in Rivista marittima, XXV [1893], 12, Suppl., pp. 1-29; Crociera del "Corsaro" a San Salvador, la prima terra scoperta da Cristoforo Colombo, Milano 1898), e i viaggi in Africa compiuti fra il 1904 e il 1908 (Una crociera nel Nilo, Khartum, Gondokoro, ecc., Torino 1904, e in edizione francese,Il Cairo 1905; In Africa. Victoria Nyanza e Benadir, Bergamo 1906; Una gita all'Harar, Milano 1906; Una gita alle rovine di Zimbabui, in Boll. della Soc. geograf. ital., XLV [1908], pp. 1251-83; Periplo dell'Africa, Milano 1910; nonché numerosi articoli pubblicati fra il 1904 e il 1908 sul giornale genovese Il Caffaro), ricchi tutti di interessanti osservazioni di vario genere. Altri ancora si riferiscono ad alcuni aspetti della storia della navigazione (Sulle comunicazioni interoceaniche attraverso al grande Istmo Americano e breve cenno su diversi canali progettati, in Giorn. della Soc. di letture e conversazioni scientifiche di Genova, III [1879], t. IX, pp. 8-51; Come la navigazione da diporto possa validamente contribuire allo studio della geografia fisica dei mari e dei laghi, in Atti del I Congresso geograf. ital., Genova 1892, II, 1., pp. 72-92; Della balestriglia e dell'istrumento astronomico adoperato dal pilota indiano Malemo Cand nel primo viaggio alle Indie fatte da Vasco de Gama nel 1497-1499., ibid., pp. 368-72) e delle esplorazioni geografiche (Sulla traccia del primo viaggio di C. Colombo verso l'America, in Boll. della Soc. geogr. ital., XXX [1893], pp. 741-51; Priorità dei Genovesi nella scoperta delle Azzorre, in Atti del III Congresso geografico italiano, Firenze 1899, II, pp. 423-38), ai quali egli rivolse una particolare attenzione. Fra questi ultimi il suo contributo più significativo e tuttora valido è quello dedicato all'illustrazione delle condizioni della scienza nautica e dell'arte della navigazione ai tempi di Colombo (Le costruzioni navali e l'arte della navigazione al tempo di Cristoforo Colombo, in Raccolta di documenti e studi pubblicati dalla R. Commissione Colombiana per il quarto centenario dalla scoperta dell'America, IV, 1, Roma 1893).
Fonti e Bibl.: Un tempo nel castello di Montegalletto si conservavano numerosi manoscritti, in larghissima parte inediti, dei D., tra cui centoquattordici taccuini o diari giornalieri compilati dal 1862 al 1932, i giornali di bordo delle sue crociere, le relaz. dei suoi tre viaggi intorno al mondo, nonché numerose lettere da lui scritte o ricevute, materiale probabilmente disperso tra i suoi eredi. Al Museo civico di scienze naturali di Genova si conservano invece un'ottantina di lettere e biglietti inviati fra il 1879 e il 1916 dal D. a Raffaele Gestro. Cfr. inoltre A. Issel, Crociera del "Violante" comandato dal capitano armatore E.D. durante l'anno 1877. Parte narrativa, in Annali dei Museo civico di storia naturale di Genova, XV (1880), pp. 199-236; A. Giusti, Le ultime crociere del "Violante" comandato dal capitano armatore E. D., Genova 1883; Id., Prime bordate dei "Corsaro" del cap. armatore E. D., in Annuario del R. Yacht italiano, I (1883), pp. 119-50; Id., Crociere del "Corsaro". Una corsa in Inghilterra, ibid., II (1884), pp. 273-328; I. Sandalli, Il capitano E. D. viaggiatore e scrittore. Conferenza, Genova 1898; D. Vinciguerra, Ricordo di E. D., in Annali dei Museo civico di storia naturale di Genova, LVI (1932), pp. 5-10; N. Albini, Il cap. E. D. ed il suo "Corsaro" durante la campagna d'America del 1893, in La Marina italiana, XXX (1932), pp. 113 s.; A. Beguinot, L'opera scientifica e marinara dei capitano E. A. D., in Atti della Soc. ligustica di scienze e lett., n. s.; XII (1933), pp. 5-33; L. A. Fornaroli, Ardita gente ligure. E. A. D., Genova 1935 (con una ricca ed esauriente appendice bibliografica, alla quale rimandiamo soprattutto per l'indicazione dei numerosi articoli relativi al D. apparsi sui quotidiani e sulle riviste genovesi). M. G. Parodi da Passano, Note sull'utilizzazione di un edificio neogotico per l'ambientazione di una mostra ernografica; il Castello d'Albertis di Genova, in Miscellanea di storia delle esplorazioni IX, Genova 1984, pp. 329-336. In particolare, sui risultati di natura scientifica ottenuti dalle crociere del "Violante" e dei "Corsaro" vedi gli articoli di P. Pavesi, A. Dubrony, R. Pirotta, A. Issel, O. Emery, O. Gribodo, R. Gestro, A. Zanetti, L. Fea, W. Peters, G. Doria, D. Vinciguerra, A. De Bormans ed A. Piccone pubblicati sugli Annali del Museo civico di storia naturale di Genova fra il 1876 e il 1884. A. Piccone pubblicò, inoltre, alcuni articoli sui risultati ottenuti nel campo dell'algologia nel corso delle crociere comandate dal D. nel Nuovo Giorn. botanico italiano, X (1878), pp. 289-367; XVI (1884), pp. 33-47; e XXI (1889), pp. 171-214; negli Atti della R. Acc. dei Lincei, s. 3, Tranunti, III (1879), p. 145, e negli Atti della Società ligustica di scienze naturali e geografiche, VII (1896), pp. 351-357.