FRANZONI, Enrico Antonio
Nacque a Carrara il 17 genn. 1796 da Michele Francesco e da Lucia Franzoni. Scarse e lacunose sono le notizie biografiche relative a questo "soldato e artista" (Campori, 1873), che apparteneva forse a quella famiglia di scultori carraresi attiva nella seconda metà del Settecento.
Nell'Elenco dei professori di scoltura e architettura di Carrara, loro aiuti e allievi, del 1808 circa, che "riunisce certamente l'insieme degli addetti sui quali il governo elisiano poteva contare o che già stava utilizzando negli atelier" (R. Carozzi, Il paesaggio elisiano nel paese dei marmi, in I marmi degli zar [catal., Carrara], Milano 1996, p. 31), compaiono infatti, fra i tanti Franzoni, due aiuti di nome Michele, uno dei quali forse padre di Enrico Antonio.
Nulla sappiamo della sua formazione; secondo Saccano (1828) si sarebbe trasferito a Roma per frequentare gli studi di A. Canova e di B. Thorvaldsen.
Della produzione del F. risultano documentate solo le opere realizzate a Messina dove, secondo G. La Corte Cailler (1908), il F. vantava una parentela con G. Franzone, latinista, professore di eloquenza e redattore del Giornale di scienze lettere e arti.
La prima notizia della presenza del F. a Messina è del 1828 (Saccano, 1828), quando gli furono allogati due mezzi busti per commemorare il dotto prelato G. Grano, presidente dell'Accademia Peloritana scomparso in quell'anno, uno su commissione dei nipoti, l'altro per il Museo civico, commissionatogli dal Comune. Il F. eseguì anche un mezzo busto marmoreo su colonna di Giovanni Capece Minutoli, principe di Collereale; l'effigiato era stato fondatore del Pio Stabilimento degli storpi "Principe di Collereale", dove il busto fu posto nel 1830 dagli esecutori testamentari, come attesta l'iscrizione della lapide un tempo a corredo della scultura e oggi murata nella sede dell'istituto costruita dopo il terremoto del 1908 (l'attuale busto marmoreo è opera, firmata e datata 1857, di G. Prinzi, forse copia di quello del F. che, verosimilmente, fu distrutto nel corso dei moti del 1848).
Del 1830 è l'unica opera pervenutaci del F., il monumento in memoria del già citato Monsignor Gaetano Grano (Messina, Museo regionale) innalzato per volontà dei nipoti a sinistra dell'ingresso principale della distrutta chiesa di S. Niccolò dei Cistercensi, dove in simmetrica rispondenza, fu innalzato, oltre un ventennio dopo, quello dello scultore messinese A. Gangeri dedicato all'omonimo nipote del Grano.
Il cenotafio - composto da una colonna reggente un'urna cineraria ovoidale, affiancata dalle figure di una Virtù muliebre e di Thanatos, e comprendente un timpano triangolare con al centro il ritratto del defunto - riprende la tipologia neoclassica della stele onoraria a muro, su basamento, conclusa da timpano triangolare, con bassorilievo allegorico di derivazione attica, di forte impronta canoviana, diffusa a Roma dallo scultore di Possagno e imitata da più d'una generazione d'artisti, non ultimo V. Villareale nelle sue tarde opere palermitane di metà Ottocento.
Il nome di "Errico Franzone da Carrara" viene segnalato ancora nel 1835, da un anonimo redattore di un periodico siciliano, come autore di uno dei due modelli presentati al concorso per le vittorie alate destinate a decorare la "palazzata" ricostruita dall'architetto G. Minutoli dopo il terremoto del 1783.
Non si hanno altre notizie sul F. né si conoscono i motivi del suo viaggio a Haiti dove morì, nella città di Port-au-Prince, l'11 nov. 1852 (Campori, 1873, p. 114).
Fonti e Bibl.: Carrara,Archivio del duomo, Registro battesimi, vol. N, 1784-1801, p. 126; Messina, Archivio storico del Comune: G. La Corte Cailler, Uomini illustri, E-F (1908), cc. n.n.; G. Saccano, Tributo alla memoria di… Gaetano Grano, pubblicato in occasione dello scoprimento del mezzo busto eseguito dal carrarese E. F., Messina 1828; Belle arti, in Lo Spettatore zancleo (Messina), 18 marzo 1835; F. Bisazza, Sopra un monumento eretto nella chiesa dei…. Cistercensi di Messina alla memoria dell'abate mons. Grano da E. F. scultore carrarese, Messina 1830; G. Grosso Cacopardo, Guida per la città di Messina, Messina 1841, pp. 23 s.; G. Campori, Memorie biografiche degli scultori… nativi di Carrara, Modena 1873, p. 314; G. Oliva, Annali della città di Messina, VI, Messina 1893, pp. 238, 242 s.; G. La Corte Cailler, Per un nostro grande filantropo (G. Capece Minutoli principe di Collereale), in Archivio storico messinese, IX (1908), pp. 416 s.; S. Bottari, Introduzione alle Memorie dei pittori messinesi di P. Hackert e G. Grano, ibid., XXIII (1933), p. 5; G. Foti, Collereale…, Messina 1978, pp. 21 (ill.), 34; L. Paladino, in Messina 1908-88. Mostra sulla cultura e le ipotesi di ricostruzione della Messina del terremoto. La trama culturale, Messina 1989, pp. 22 (ill.), 24, 34 n. 19; Id., Aspetti della scultura a Messina nell'Ottocento. I monumenti sepolcrali, in F. Chillemi, I casali di Messina, strutture urbane e patrimonio artistico, Messina 1995, pp. 454, 459 n. 10, 462 (ill.), 468 n. 10; Id., in La scultura a Messina nell'Ottocento (catal.), Messina 1997, pp. 54-58; U. Thieme - F. Becker, Künstlerlexikon, XII, p. 390; L. Sarullo, Dizionario degli artisti siciliani, III, p. 126.