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BARTELLONI, Enrico

di Franco Della Peruta - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 6 (1964)
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BARTELLONI, Enrico

Franco Della Peruta

Nato a Livorno l'11 ag. 1808 da famiglia di umili condizioni, il B., soprannominato "il gatto" perla sua agilità, bottaio di mestiere, entrò presto nelle cospirazioni liberali, che avevano trovato fertile terreno nella sua città, divenendo uno dei capipopolo del quartiere detto della "Venezia", come esponente delle aspirazioni sociali della piccola borghesia artigiana. Nel 1846 fu il principale organizzatore della clandestina "Società dei progressisti", di orientamento democratico, che raccolse circa duecento aderenti tra Livorno e Pisa e passò successivamente su posizioni più moderate per l'influenza di G. Montanelli.

Accentuatisi tra la fine del 1847 e gli inizi del 1848 i contrasti tra l'ala riformista e quella radicale del movimento liberale livomese, il B. fu uno dei protagonisti dell'agitazione del 6-9 genn. 1848, ispirata dal Guerrazzi, che si proponeva di ottenere l'armamento della milizia cittadina e una condotta più decisamente nazionale da parte del governo granducale. Colpito da mandato d'arresto, riuscì a rifugiarsi prima in Cor i casi e poi, agli inizi del febbraio, in Tunisia. Amnistiato dopo la promulgazione dello statuto toscano, nel marzo poté rientrare a Livomo, dove giunse dopo una breve sosta a Malta, ponendosi di nuovo fra i capi del movimento democratico popolare.

Nell'aprile-maggio del 1849 il B. fu uno dei più risoluti sostenitori della resistenza armata all'intervento austriaco in Toscana, predicata accesamente dal quodiano popolare La Bandiera del popolo, che si pubblicò per sua iniziativa in quel giomi, con il motto mazziniano "Indipendenza-Libertà-Dio e Popolo" e che era diretto da Stefano Cipro; egli fu anche eletto, dal voto del popolo raccolto in piazza, nelle commissioni che il 15 e il 19 aprile nominarono la prima e la seconda commissione governativa per la difesa di Livomo (formate rispettivamente da O. De Attellis, C. Botta, M. Mastacchi, L. Secchi, F. Contessini; e da G. Guarducci, E. Demi, G. Salvi, A. Bruno, E. Viti), e si batté poi con coraggio nei combattimenti di strada contro gli Austriaci del 10 e 11 maggio.

Arrestato subito dopo l'ingresso degli Austriaci in Livorno e giudicato dalla Commissione militare, venne fucilato il 14 maggio 1849.

Fonti e Bibl.: G. Montanelli, Memorie sull'Italia e specialm. sulla Toscana dal M 14 al 1850, I, Torino 1853, pp. 47 s., 249-251; F. D. Guerrazzi, Cerimonia per la inaugur. del monumento a E. B. ed a Francesco Chiura, Livorno 1865; E. Montazio, Le stragi di Livorno e il conte F. Crenneville 1848-1869, Milano 1869, passim; M. D'Ayala, Vite degl'Italiani benemeriti della libertà e della Patria uccisi dal carnefice, Torino-Roma-Firenze 1883, pp. 67 s.; A. De Fusco, Dalla libertà all'oppressione austriaca. Cronistoria livornese dei Primi cinque mesi del 1849, Livorno 1911, passim; E. di Sambuy, G. Montanelli, N. Fabrizi ed i moti di Livorno nel gennaio 1848, in Il Risorg. ital., VII (1914), pp. 810-856; C. Masi, E. B. a Tunisi, in Rass. ital., XVII (1934), pp. 371-378, 469-478; E. Idichel, Esuli ìtal. in Tunisia (1815-1861) Milano 1941, p. 225; Id., Esuli ital. a Malta nel 1848, in Nuova riv. stor., XXXII (1948), pp. 235 s.; N. BadaIoni, Struttura sociale e lotta Polit. a Livorno negli anni 1847-49, in Società, VI (1950), pp. 438-468; G. Candeloro, Storia dell'Italia moderna, III, La rivoluz. nazionale, Milano 1960, pp. 103. 299, 423; P. Martini, Diario livornese. Ultimo periodo della rivoluz. del 1849, a cura di D. Novacco, Pisa 1961, passim.

Vedi anche
Bini, Carlo Letterato (Livorno 1806 - Carrara 1842), fu tra i fondatori dell'Indicatore livornese; amico fraterno del Mazzini, che dettò una commossa prefazione ai suoi scritti (pubbl. post., 1843), fu un temperamento inquieto, sempre desideroso di liberarsi dagli impegni della vita di commerciante alla quale il ... Cappellini, Alfredo Ufficiale di marina italiano (Livorno 1828 - Lissa 1866), medaglia d'oro: nella battaglia di Lissa (20 luglio 1866), comandante della cannoniera corazzata Palestro, affondò con l'equipaggio per lo scoppio della santabarbara della nave provocato da una cannonata nemica. Mazzini, Giuseppe Uomo politico (Genova 22 giugno 1805 - Pisa 10 marzo 1872). Militante della Carboneria (1827-30), fu esule in Francia e in Svizzera. Allontanatosi dall’ideologia carbonara, maturò il progetto della Giovane Italia, secondo un principio repubblicano di nazione unita, composta di cittadini liberi ed eguali ... Livorno Comune della Toscana (104,8 km2 con 160.949 ab. nel 2008), capoluogo di provincia. È situata sul Mar Tirreno, all’estremità meridionale della pianura costiera dell’Arno, a 15 km dalla foce del fiume. La crescita urbanistica è avvenuta a partire dal centro storico fortificato, impostato nel 16° sec. in ...
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enrico s. m. (pl. -chi). – Nome di varie monete fatte coniare da sovrani di nome Enrico o portanti il suo nome: tra esse, il denaro poi chiamato bolognino, coniato a Bologna dal 1191 e che portava il nome dell’imperatore Enrico VI al quale...
buòn Enrico
buon Enrico buòn Enrico locuz. usata come s. m. – Erba perenne della famiglia chenopodiacee, detta anche colubrina, tutta buona, spinacio selvatico (lat. scient. Chenopodium bonus-Henricus): ha fusti poco ramosi, foglie triangolari, ondulate...
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