DAVILA, Enrico Caterino
Nacque a Piove di Sacco (Padova) il 30 ottobre 1576. Nel 1583, fu portato dal padre in Francia, dove diventò paggio della regina Caterina e poté assistere alle ultime peripezie delle guerre di religione, concependo fin da allora il disegno di tesserne la storia. Tornato nel 1599 a Padova, servì in alcune guerre la Repubblica veneziana, e compì viaggi importanti. Un domestico lo uccise nel 1631, mentre si recava a Cremona. Poco prima era stato destinato dal governo veneziano a reggere Brescia.
Nella Historia delle guerre civili di Francia (finita assai tardi, nel 1630, per quanto vi accudisse sempre) il D. si mostra informatissimo degli eventi (egli aveva anche partecipato ad alcuni fatti d'armi ed era stato anzi ferito ad Amiens nel 1597); sciolto da vere preoccupazioni confessionali, per quanto cattolico, era in grado di padroneggiare liberamente il suo argomento; fornito di singolare intuito politico, di chiaro e realistico sguardo, poneva in luce, come nessun altro, gl'intrighi politici e i moventi personali, che si celavano sotto il manto dell'una e dell'altra religione in lotta. Sotto questo riguardo, la sua opera è di una lucidità ed efficacia, quale, dopo il Guicciardini, nessuno degli storici di quel periodo aveva saputo ottenere. Ma là dove è il merito, è anche il limite dell'opera del D., non adatto a sentire veramente il valore del movente religioso. Alla prima edizione (Venezia 1630) ne seguirono ben più di duecento. La migliore sembra essere quella del 1644 di Parigi. Il Baudoin tradusse l'opera in francese (1642), il De Soto in spagnolo (1631) e il Cornazzano in latino (1752).
Bibl.: Per la biografia del D., v. la prefazione di Apostolo Zeno all'edizione del 1733. Per una valutazione dell'opera sua, cfr. L. v. Ranke, Französische Geschichte, V, p. 3 sgg.; E. Fueter, Geschichte der neueren Historiographie, 2ª ed., Monaco-Berlino 1926, pp. 126-128.