Maresciallo d'Italia (Finale Marina, od. Finale Ligure, 1862 - ivi 1945); partecipò alle campagne d'Africa degli ultimi decennî dell'Ottocento, fu quindi addetto militare a Tokyo e poté seguire la guerra russo-giapponese; prese parte poi alla campagna di Libia del 1911-1912. Nella prima guerra mondiale si distinse a Bosco Lancia (ott.-nov. 1915), sull'altopiano di Asiago (giugno 1916), a Caporetto e nella ritirata del Piave (ott.-nov. 1917). Ma deve la sua reputazione militare all'azione decisa e intelligente che svolse nel corso dell'offensiva di Vittorio Veneto. Fu ministro della Guerra nel gabinetto Orlando (genn.-giugno 1919), senatore (febbr. 1919). Nel dic. 1920 comandò le truppe regolari che in seguito al trattato di Rapallo bloccavano Fiume, e occupò la città dopo la sua resa. Ritiratosi a vita privata (dopo aver avuto nel 1926 la nomina a maresciallo d'Italia e nel 1929 il collare dell'Annunziata), l'8 sett. 1943, per alcune ore, assunse il comando di Roma e trattò coi Tedeschi. Tra le opere, il Diario, aprile 1925 - marzo 1945 (pubbl. 1953).