ENRICO da Haarlem
Le prime notizie relative a questo tipografo di origine olandese ci portano ad una collaborazione con un altro tipografo olandese, "Fridericus quondam Iohannis de Hollandia", nella città di Paova. Nessuna testimonianza resta di questi due stampatori nelle edizioni padovane. Rimane tuttavia memoria di una vicenda successiva a tale collaborazione: nel 1477 infatti E. incaricava suo fratello Nicola della riscossione di un credito di 34 ducati da Federico per il periodo in cui aveva lavorato come aiuto nella sua bottega.
Questi si impegnava a pagare la somma dovuta in libri, e nel contratto era previsto che tra di essi si trovassero anche i Consilia medica di Bartolomeo Montagnana. Questo testo fu stampato prima del 1477 soltanto due volte, ambedue a Padova: la prima edizione del 1476 è firmata da Pietro Maufer (Klebs, n. 689. 1), la seconda è attribuita all'officina di Lorenzo Canozio (Klebs, n. 689.2). p. probabile dunque che a quest'ultima sia da riferire l'attività padovana dei due tipografi olandesi. Non è da escludersi anche la partecipazione di E. a qualche iniziativa tipografica ferrarese: è del 10 apr. 1477 un documento che attesta la presenza di E. a Ferrara in casa di un certo Giovanni Teutonico, che forse si può identificare con il tipografo tedesco Giovanni Schreiber dell'Annunziata, successivamente trasferitosi a Bologna, come del resto lo stesso Enrico.
Più documentato è il periodo bolognese di E., che nel 1481 formò una società col tipografo Giovanni da Nördlingen, già attivo a Bologna dal 1480.
I due fecero uscire il 20 genn. 1482 l'Anatomia di Mondino Liuzzi (Hain, n. 11635; Klebs, n. 688.3), cui seguirono i Consilia ad diversas aegritudines di Ugo Benzi da Siena del 3 ott. 1482 (Hain, n. 9020; Klebs, n. 1001.1) e le Quaestiones metaphysicae di Gabriele Zerbi da Verona, del 1º dic. 1482 (Hain, n. 16285; Catalogue of books [BMC], VI, n.820; Klebs, n. 1056. 1).
Il 25 apr. 1483 Giovanni da Nördlingen ed E. portarono a termine a Venezia il Doctrinale di Alessandro di Villedieu (Gesamtkatalog der Wiegendrucke [GW], n. 988). Dopo quest'unica edizione veneziana, la cui attribuzione alla città lagunare è stata messa in dubbio dallo Scholderer, Giovanni da Nördlingen non si trova più menzionato in alcun libro stampato in Italia, mentre E. riprese la sua attività a Bologna.
Da solo egli stampò gli Statuta Collegii Hispanorum Bononiensis, del 28 gennaio 1485 (Hain, n. 15002; BMC, VI, nn. 829 s.), e il Compendium in mathematicam physicam metaphysicam di Niccolò Orbelli, in due volumi, del 1485 (Hain, nn. 12050, 12042-12049; BMC, VI, n. 830): il primo tomo porta il nome del solo E., mentre il secondo è firmato con la seguente formula: "Impressum Bononiae impensis Henrici de Haerlem et Mathaei Crescentini". Il bolognese Matteo Crescentini ebbe con ogni probabilità soltanto le funzioni di editore in questa edizione, mentre ad E. sono da ascrivere sia la partecipazione alle spese sia il lavoro tipografico. Sempre nel 1485 E. stampò anche un volumetto in volgare intitolato Miracoli della Madonna (BMC, VI, n. 830).
In collaborazione con Giovanni Walbeck E. si dedicò alla stampa di diverse opere di diritto e di medicina: tra quelle di argomento medico il De pulsibus, orinis et egestionibus di Giovanni Michele Savonarola, dell'8 maggio 1487 (Hain, n. 14490; Klebs, n. 886. 1), il Compendium aromatariorum di Saladino da Ascoli, del 12 marzo 1488 (BMC., VI, n. 831; Klebs, n. 876.1) e l'Expositio super antidotario Mesue di Cristoforo degli Onesti, del 15 apr. 1488 (Hain, n. 8798; Klebs, n. 709.2); tra gli incunaboli giuridici i Casus super Decretales di Bernardo da Parma (Hain, n. 2934).Tra la fine del 1488 e gli inizi del 1489 E. si trasferi a Siena con Giovanni Walbeck. Insieme col socio E. stampò le Disputationes, quaestiones et consilia di Federico Petrucci (Indice generale degli incunaboli… [IGI], n. 7591), le Orationes di Bindino Tommasi (GW, n. 4360) e le Ciceronis clausulae di Giovanni Gabrieli (IGI 4111). Dopo questa collaborazione senese, che dette alla luce questi tre incunaboli tra il 1489 e il 1490, E. e il Walbeck si separarono. Da solo E. portò a termine l'8 maggio 1490 l'Antidoton in Poggium di Lorenzo Valla (BMC, VII, n.1101; Goff, V, p. 48) e la Repetitio legis "Si pascenda pecora"diPietro Filippo Comeo, uscita a Siena nel dicembre dello stesso anno (GW, n. 7570; IGI, n. 3219).
Per un breve periodo E. trasferi la sua officina, i torchi ed i caratteri di stampa a Lucca, dove insieme col tipografo tedesco Enrico da Colonia portò a termine nel 1491 la Disputatio de mero imperio di Alessandro Tartagni (Hain, n. 15332; IGI, n. 9317), finanziata dal giurista lucchese Niccolò Tegrimi e preceduta da una lettera di questo a Bartolomeo Socini, e il Tractatus de instantia di Mariano Socini, edito da Benedetto Ciccolini (Hain, n. 14855). A Nozzano, vicino Lucca, i due tipografi stamparono sempre nel 1491 la Disputatio iuris de dote di Paolo Turrettini (Hain, n. 15747) in un'officina impiantata provvisoriamente nella casa di campagna del Tegrimi, che fu anche il finanziatore di questa edizione. Ritornato a Siena, E. continuò in questa città la sua collaborazione con Enrico da Colonia per una sola edizione: è del 1491 la Repetitio paragraphi quod si super positi di Mariano Socini (Hain, n. 14864; IGI, n. 9077), uscita a nome dei due tipografi e finanziata da Benedetto Ciccolini.
In seguito E. prosegui la sua attività a Siena da solo, rilevando con ogni probabilità l'officina di Enrico da Colonia che era quasi sul punto di abbandonare la sua attività tipografica. Anche nel tipo di testi editi E. operò in assoluta continuità con la produzione senese di Enrico da Colonia. A questo secondo periodo senese appartiene il nucleo più rilevante della produzione di E.: 32 incunaboli prevalentemente di materia giuridica, in caratteri gotici ed in folio.
Tra questi si possono ricordare diverse opere di Giovanni Battista Caccialupi, che fanno seguito a quelle già stampate da Enrico da Colonia: la Repetitio legis "diem: functo" digesti "De officio assessoris", del 1493 (GW, n. 5844; IGI, n. 2306), la Repetitio legisImperium, Iubere cavere, dell'11 maggio 1493 (GW, n. 5845; IGI, n. 2316), il De ludo con altri trattati dello stesso autore (GW, n. 5840; IGI, n. 2298). Allo stesso periodo appartengono il De simulatione contractuum di B. Cipolla, del 18 maggio 1493 (GW, n. 6511), la Repetitio fraternitatis, de testibus di Mariano Socini, del 6 ag. 1495 (Goff, S 606), e molti altri trattati e commenti di carattere giuridico, soprattutto di Angelo de' Perigli, Tindaro da Perugia, Ludovico Pontano e Bartolomeo da Saliceto. Si tratta per lo più di incunaboli di pochissime pagine in folio, per i quali non era necessario un grosso sforzo finanziario e che consentivano anche uno smercio piuttosto facile.
E. mori nel 1496 e fu probabilmente Enrico da Colonia a rilevare di nuovo la sua officina senese ed i suoi caratteri tipografici.
Agli anni immediatamente successivi alla sua morte appartengono altre sei edizioni non firmate, stampate con gli stessi caratteri di E. e probabilmente da attribuire al collega tedesco: ancora opere giuridiche piuttosto brevi, del Caccialupi e di altri autori (GW, nn. 513, 3667, 5724, 5725, 5835, 5854).
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