DAMIANI, Enrico
Nacque da Igino e da Eugenia Grazioli il 28 apr. 1892a Roma, dove compì l'intero corso di studi.
Laureatosi nel 1914 in giurisprudenza, il D. nel 1915 fu assunto, in qualità di segretario, presso la biblioteca della Camera dei deputati, della quale divenne, negli anni successivi, dopo una rapida carriera, direttore generale.
Sin. da giovane mostrò spiccato interesse e predisposizione per lo studiò delle lingue straniere moderne. Intorno agli anni Venti cominciò a occuparsi di cose russe, anche se i primi stimoli sembrano venirgli dal mutato clima politico del giovane Stato sovietico. come appare evidente da alcuni suoi scritti, quali Il programma politico-sociale di Trotzki per l'ordinamento comunistico della Russia (Roma 1920), Spigolature leniniane (ibid. 1921) e Aalla traduzione de Il socialismo e la guerra (Città di Castello 1921) di - Zinov'ev e Lenin. Del. 1922sono i primì articoli di carattere letterario e le prime versioni poetiche da autori russi, mentre gli -interessi del giovane D. andavano già allargandosi allo studio di altre lingue e letterature slave. Nel 1923 compì un viaggio a Varsavia, mentre del 1925sono due volumi pubblicati nei Quaderni della Rivista di cultura, il primo dedicato ai Poeti bulgari, il secondo al poeta polacco Adamo Mickiewicz.
A partire dalla metà degli anni Venti si moltiplicano le traduzioni, i saggi critici, i lavori bibliografici. In quest'ultimo campo antecedente importante è l'appendice bibliografica alla Storia della letteratura russa di Aleksej N. Veselovskij, pubblicata, a cura del D., nel 1926 dalla casa editrice Vallecchi di Firenze. Nel 1927 avvenne il primo contatto diretto con la Bulgaria. I rapporti che il D. riuscì ad instaurare con gli ambienti universitari di Sofia fecero sì che, a partire dal 1928 e fino al 1935, egli avesse l'incarico di tenere, presso l'università locale, corsi semestrali di letteratura italiana. Ciò gli offrì la possibilità, quindi, di essere non solo divulgatore ad alto livello scientifico della cultura bulgara in Italia, ma anche di quella italiana in Bulgaria, come testimonia la bilingue Rivista italo-bulgara di letteratura, storia, arte (Italo-balgarsko Spisanie za literatura, istorija, izkustvo), da lui diretta e pubblicata a Sofia dal 1931 al 1936, dedicata prevalentemente alla diffusione della cultura (e specialmente della letteratura) italiana, ma ricca anche di vari studi su argomenti relativi a rapporti culturali italo-bulgari e di ampi notiziari sullo stato della conoscenza della cultura bulgara in Italia. Alla rivista si affiancò, sempre sotto la direzione del D. e con gli stessi fini, la collana "Bibliotechina bulgara", nella quale apparvero interessanti studi e traduzioni.
Nel 1929 il D. aveva, frattanto, conseguito la libera docenza in lingue e letterature slave, iniziando subito, presso la facoltà di lettere dell'università. di Roma, un corso dedicato alla lingua e alla letteratura bulgara, disciplina di cui diventerà professore incaricato a partire dal 1931. Il conseguimento della cattedra universitaria consentì al D. non solo di entrare in contatto con la giovane slavistica che da pochi annì si faceva strada nelle aule universitarie italiane grazie all'impegno di studiosi entusiasti quali E. Lo Gatto, G. Maver e A. Cronia, ma anche di stringere proficui legami con gli altri slavisti europei, fra.i quali si diffondeva la sua fama di primo organizzatore degli studi bulgaristici in Italia. Riprova ne è il fatto che il D. divenne, in un breve arco di anni, membro effettivo di diverse accademie scientifiche straniere.
L'interesse prevalente verso la cultura bulgara, ulteriormente testimoniato dalla rivista Bulgaria (1939-1943). organo dell'Associazione italo-bulgara, di cui il D. fu redattore capo, e dalla collana "Pagine di cultura bulgara" che della rivista era emanazione, non impedì, però, al D. di occuparsi, nel decennio 1930-1940, delle altre letterature slave.
Del 1930 è il saggio su Ivan Turgenev, uno degli autori prediletti del D., pubblicato dall'Istituto per l'Europa Orientale e dalla casa editrice Slavia, nella collana "Scrittori slavi". Di questi anni sono versioni o saggi critici su autori russi, polacchi, cechi, sloveni, serbocroati e, naturalmente, bulgari. Alla sua attività di bibliotecario si possono strettamente collegare gli articoli che, a più riprese, anche in occasione di consessi internazionali, il D. dedicò al problema della trascrizione in caratteri latini di quelli cirillici. Così come l'attenzione verso le biografie, attenzione che abbiamo rilevato a proposito della traduzione della Storia della letteratura russa del Veselovskij, non lo abbandonerà mai: il D. collaborò a diversi repertori, stilando sia bibliografie generali dedicate allo studio e alla diffusione delle lingue e letterature slave in Italia (senza tralasciare accenni ai contributi stranieri più importanti), sia bibliografie particolari su - singoli autori o letterature. Il suo Avviamento agli studi slavistici in Italia (Milano 1941) rimane, ancora oggi, uno strumento bibliografico di grande utilità ed interesse.
A partire dagli inizi degli anni Quaranta, oltre che presso l'Istituto di filologia slava dell'università di Roma, il D. insegnò, in qualità di professore incaricato di lingua e letteratura bulgara e di lingua e letteratura polacca, anche presso l'Istituto universitario orientale di Napoli. Nel 1942 pubblicò a Roma il Corso di lingua bulgara teorico-pratico, testimonianza, da un lato, della sua attività di docente desideroso di offrire la possibilità di una più vasta diffusione dello studio delle lingue slave, dall'altro, delle sue elevate doti di filologo.
Dopo la morte Ael figlio Roberto, avvenuta nel 1947, decise di istituire, presso il seminario di slavistica dell'Orientale di Napoli, il "Fondo Roberto Damiani", al quale trasferì la sua ricca biblioteca e alla cui organizzazione dedicò gran parte degli ultimi, anni di vita. Nel 1952, quasi a coronare la sua attività di cultore di tutte le letterature slave, egli curò il volume Storia letteraria dei popoli slavi (Firenze 1952), contenente scritti di illustri studiosi quali V. Jagić, A. N. Veselovskij, A. Brückner, J. Máchal, M. Murko e corredato da un'ampia bibliografia, da lui redatta.
Il D. morì a Roma il 10 dic. 1953.
Fonti e Bibl.: Necrol. in L'Italia che scrive, XXXVII (1954), 1, p. 4; in Ric. slavistiche, III (9954), pp. III-XII (l'int. fasc. è In memoriam E. D.); S. Škerli, E. D. (1892-1953), in Slavistiéna Revija, VIII (1955), pp. 117-119; A. Cronia, La conoscenza del mondo slavo in Italia. Bilancio storico-bibliogr. di un millennio, Padova 1958, pp. 657 ss.; G. Dimov, E. D. e la Bulgaria, in Relaz. storiche e culturali fra l'Italia e la Bulgaria, Studi presentati al convegno italo-bulgaro in mem. di E. D. (Napoli-Positano, 1979), Suppl. agli Annali, sez. slava 20-21, Napoli 1982, pp. 13-21. Data la quantità degli scritti del D., fra traduzioni, introduzioni, presentazioni, saggi critici, lavori bibliografici, un elenco risulterebbe inevitabilmente lungo e, soprattutto, lacunoso. Rimandiamo, pertanto, alle bibl. ragionate in app. a E. D. (1892-1935), in Ric. slavistiche, cit., e a Cronia, La conoscenza del mondo slavo in Italia…, cit. e, per chi desiderasse una documentazione più ampia, ai repertori bibliogr. curati dal D. stesso: l'Avviamento agli studi slavistici in Italia, cit. e la "Bibliografia generale" in appendice alla Storia letter. dei popoli slavi, cit., pp. 187-271,dove ricchissimi sono i riferimenti a suoi scritti otraduzioni.